Un anello per la Grand Hoche e la Guglia d'Arbour con aggiramento della Punta Clotesse

Data 15/07/2017 | Categoria: Escursionismo

Un anello per la Grand Hoche e la Guglia d’Arbour con aggiramento della Punta Clotesse

Località di partenza: Chateau Beaulard mt. 1400
Dislivello complessivo: mt. 1700
Tempo complessivo: 8 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta valle Susa – Alta val Chisone Fraternali Editore

La dolomitica catena montuosa che contraddistingue la destra orografica della valle della Dora, dalla Punta Charrà alla Punta Clotesse, presenta una serie di cime e colli intermedi tra cui la Grand Hoche e la Guglia d’Arbour raggiunte in questo itinerario.
Spettacolari viste da fondovalle, apparentemente inaccessibili dalla parte italiana per le ripide pareti nord strapiombanti, la salita a queste vette risulta impegnativa per alcuni tratti esposti che avrebbero bisogno di essere messi in sicurezza così come è stato fatto per la ferrata degli alpini della vicina Punta Charrà. Ci si riferisce alle svolte e al traverso terminale sotto la Punta Clotesse che permettono di accedere al passo dell’Orso dove sorge il bivacco Blanchetti.
Questo itinerario, partendo da Chateau Beaulard e passando per il rifugio Rey, superato il Rocher de la Garde con ripetute svolte ascendenti si porta al punto in cui inizia il traverso di cui s’è detto, da affrontare con la dovuta attenzione, che consente di raggiungere un colletto dal quale si scende al Passo dell’Orso. La salita alla Grand Hoche e alla vicina guglia d’Arbour a questo punto non presentano alcuna difficoltà se non data dall’erta e faticosa dorsale che occorre percorrere per raggiungere queste cime vicine tra loro. Volendo sviluppare un anello, tornati al Passo dell’Orso si scende nel vallone francese Des Acles per poi risalirlo sino al Passo di Desertes che riporta in territorio italiano. Appresso si percorrono le diagonali discendenti ricolme di detriti che portano la traccia sin sotto la croce di S. Giuseppe dove inizia il lungo traverso che si conclude al colletto Pourachet. Lasciato lo stradello che scende a Oulx passando per Vazon e Pierremenaud, rasentata la cappella della Madonna della Cotolivier, per sentiero traversante gli ameni pendii che danno sul versante della Dora si torna a Chateau Beaulard.
Lungo, impegnativo, stancante per la risalita che porta al Passo du Desertes, questo anello percorre ambienti di rara bellezza paesaggistica aprendosi la vista dalle cime conquistate, sulle catene di monti, sulle valli sino ai quattromila francesi che spiccano di lontano.

Percorsa la valle di Susa, superato l’abitato di Oulx si prosegue in direzione di Bardonecchia. Oltre Savoulx e poco prima di Beaulard si lascia la statale e sottopassando la ferrovia si segue l’indicazione per Chateau Beaulard. Attraversata la Dora e rasentato un campeggio, una strada, stretta ma sempre asfaltata prende a salire un boscoso pendio con una serie di svolte e diagonali che costeggiando lo spoglio mammellone del Forte consentono di raggiungere Chateau Beaulard. Alle prime case si piega a destra parcheggiando l’auto negli ampi spazi predisposti al di sopra dell’abitato.
Seguendo l’indicazione per il rifugio Rey si prende il sentiero 715 che inoltrandosi verso monte per prati e coltivi, oggi in totale abbandono, entra poi nel bosco incontrando per via prima la cappella di S. Domenico, poi quella di S. Anna. Stando sempre su un evidente e segnata traccia, molto percorsa perché è quella che porta al rifugio, attraversato più avanti un rio su una passerella presso un grosso masso, sempre salendo si raggiunge di sopra uno stradello, che si costeggia, immettendosi poi sullo stesso prima del ripido tratto che porta a raggiungere il rifugio Rey. Trascurata una prima traccia, un’abbandonata pista da sci, si prosegue ancora sino alla superiore costruzione lasciando più avanti il sentiero 705 che prosegue in direzione di S. Giusto, del Colomion, oltre il quale si scende a Bardonecchia, per il 702 per il Passo dell’Orso dove sorge il bivacco Blanchetti. Risalendo le praterie costellate da novellame di larice, superato un ultimo rigagnolo a cui attingere, ci si dirige verso monte con ripidi tratti che portano la traccia alla base dell’esteso conoide di detriti discendenti dalla parete nord della Grand Hoche dove piegando a sinistra inizia il traverso ascendente che lungamente percorso conduce al Rocher de la Garde dopo aver superato diversi canalini di scarico discendenti dal monte. Aggirato l’ammasso roccioso sulla sinistra, al termine della copertura arborea inizia il faticoso tratto ascendente, una serie interminabile di svolte su un detritico pendio, che salendo si fa sempre più ripido. Si è sul sentiero Gianluca Molino che raggiunto più su un colletto sulla dorsale la risale allo stesso modo prima di intraprendere il traverso terminale che si concluderà al Passo dell’Orso. Questo impegnativo ultimo tratto di spostamento verso il colle, sempre in moderata ascesa, è da affrontare con cautela perché si attraversano tratti friabili un tantino esposti dove la traccia si restringe. Prestando sempre la dovuta attenzione, fatto l’attraversamento, si giunge ad un colletto dove la vista s’apre d’improvviso sul monte Grand Hoche e sull’erta salita da affrontare dal Passo dell’Orso che si raggiunge al termine di un tratto discendente. Qui sorge l’accogliente bivacco Blanchetti, 6 posti letto, tavolo, panche e altro ancora, posizionato da pochi anni su questo colle.
3 ore c.ca da Chateau Beaulard.
Di poco più su, nel punto in cui su una roccia sono disegnati il giglio di Francia e la croce sabauda, parte il sentiero per la Grand Hoche e la Guglia d’Arbour. Una traccia prende a salire l’erto crinale, sempre evidente e segnata da numerosi di ometti, con una serie di svolte ravvicinate su un pendio che salendo si fa sempre più ripido. La faticosa ascesa termina quando si esce di sopra sulle rocce del filo scorgendo, di poco discosta, la croce di vetta della prima cima, la Grand Hoche mt. 2760, che sui raggiunge transitando sulle rocce che portano in vetta. Scesi poi al punto di depressione tra le due cime, sempre seguendo una labile traccia e gli ometti, senza alcuna difficoltà ci si porta alla croce di vetta della seconda cima, la Guglia d’Arbour mt. 2803 dove il panorama s’apre estesissimo ed ampissimo sulle valli e sui monti che fanno loro da corona sino ai lontani quattromila francesi.
1 ora c.ca dal Passo dell’Orso
Qui giunti si può tornare a valle ripercorrendo l’itinerario di salita. Volendo sviluppare un anello aggirante la Punta Clotesse, tornati al Passo dell’Orso si percorre il sempre evidente sentiero che scendendo nell’arido vallone francese Des Acles raggiunge di sotto il punto in cui, lasciata la traccia che porta agli Chalets a valle, si prende quella che s’inoltra verso monte in direzione del Passo di Desertes che si raggiunge al termine di un lungo percorso di salita attraversando ambienti di una rara bellezza paesaggistica, spettacolari, quasi lunari, dominati da pareti rocciose precipitanti dalle cime. Il Passo di Desertes, separante da una parte la Punta Clotesse alla quale di qui s’accede, dalla Rocca del Lago, dalla Punta di Chalance Ronde ed il Rocher de Marapa, riporta in territorio italiano.
2 ore c.ca dalla Guglia d’Arbour.
Alle prime svolte che adducono al ricovero VIII sotto il colle, che può offrire ospitalità, anche uno spartano pernottamento, seguono le successive che si sviluppano sotto la dirupata parete meridionale della Punta Clotesse. Sei lunghe diagonali discendenti, appena percorribili talmente sono ricolme di detriti, portano di sotto la traccia al bivio dove proseguendo diritti si va al colletto del Lago e poi in direzione della strada dello Chaberton. Facendo invece l’ultima svolta, ci si porta nella direzione opposta lasciando, tra le rocce, l’appena visibile ricovero Rocchette ed il sentiero che porta direttamente alla caserma IX dove parte l’impegnativa traccia per la Punta Clotesse e per la croce di S. Giuseppe. Dall’altra parte si trascura quello che scendendo al fondo risale al lago di Desertes, ridotto a pozza, e da questo alla croce sulla Punta Gardiol. Dominati dalla mole dello Chaberton che occhieggia di lontano, aggirata una dorsale tutto cambia. Fatte ancora un paio di svolte, la traccia si amplia raggiungendo di sotto prima il punto in cui parte quella per caserma IX e alla croce di S. Giuseppe, mentre sulla destra un sentierino scende ai ruderi del ricovero di Plan La Selle e poi nel vallone di Desertes. Con un lungo tratto quasi pianeggiante, interminabile ma piacevole da percorrere, la traccia che si fa via via stradello percorre, di poco sotto, il lungo crinale separante la valle della Dora da quella della Ripa. Raggiunto più avanti lo slargo, dove lo stradello diventa strada, lo si percorre solo per un breve tratto lasciando di sotto l’alpe Pourachet. Al colletto che porta questo nome su un albero delle indicazioni suggeriscono come raggiungere da una parte Vazon e Oulx passando per la cappella della Cotolivier, poco discosta, dall’altra il col du Desertes, la Clotesse e Plampinet. Qui giunti si lascia la strada subito trovando una prima segnatura biancorossa e l’indicazione per Chateau Beaulard nel punto in cui inizia l’altrettanto interminabile, piacevole percorso in direzione di questo abitato. Scendendo, ampie radure pascolative si alterneranno a tratti nel bosco dove ci si può confondere per via delle tracce percorse dagli animali al pascolo. Pertanto occorre assolutamente andare di segnatura in segnatura, da ricercarsi, per non finire di perdersi nel fitto della vegetazione anche se la regola dice che occorre portarsi verso valle. Così lungamente scendendo, attraversato qualche rigagnolo, si finisce su uno stradello sul quale ci s’immette. Che si è sul giusto lo si capisce se si guadano due rii ravvicinatissimi. Stando ora su di un’ampia traccia, una pista forestale, fatta un’ampia svolta e sempre scendendo, si incrocia prima il sentiero 715 che prosegue per Vazon, poi lo stradello per Oulx transitante per le cappelle, infine il sentiero che scende a fondovalle per la gola del rio Supire, superando per ultimo il corso d’acqua su un ponte in travatura. Il breve tratto in piano che segue riporta al parcheggio a monte dell’abitato di Chateau Beaulard dove questo lungo anello si chiude.
2 ore e 30 minuti c.ca dal Passo di Desertes.

Album foto


Notizia proveniente da ..:: LaFiocaVenMola ::..
http://www.lafiocavenmola.it

L'URL della notizia è:
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=9174