Un anello per le borgate attorno a Prarostino sino al colle della Vaccera e al monte Castelletto

Data 29/04/2017 | Categoria: Escursionismo

Un anello per le borgate attorno a Prarostino sino al colle della Vaccera e al monte Castelletto

Località di partenza: I Piani mt. 858
Dislivello complessivo: mt. 930
Tempo complessivo: 6 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

Superata Pinerolo, come ci si addentra all’interno della valle del Chisone e i pendii s’elevano ai primi rilievi montuosi, in quota sorge il comune di Prarostino confinante con la valle d’Angrogna. Incantevole balcone sulle Alpi e sulla vicina pianura, con i versanti fitti di boschi che di tanto in tanto si aprono a radure e coltivi posti attorno a piccole borgate tuttora abitate, numerosi stradelli, piste forestali e sentieri solcano i pendii portandosi agli insediamenti più montani.
Poco oltre S. Bartolomeo, nucleo principale di Prarostino, partendo dai Piani, località sul crinale che immette nella valle d’Angrogna, lungamente traversando per stradelli e sentieri una traccia tocca per via alcune minuscole borgate per poi alzarsi ripida raggiungendo alla sommità il colle della Vaccera e il vicino monte Castelletto. Stando poi fedelmente e lungamente sul sentiero, poi sullo stradello che percorre l’esteso crinale confinante con la valle d’Angrogna, piacevolmente si torna ai Piani dove questo anello si chiude.
Lungo, un tantino stancante per alcuni saliscendi che contraddistinguono la parte iniziale del percorso e per i ripidi tratti che nella parte alta portano al colle della Vaccera, questo itinerario presenta tratti assai piacevoli da percorrere, molto panoramici per l’ampia vista che si gode sui monti e in profondità sulla vicina pianura dove, oltre Pinerolo, emerge la Rocca di Cavour. Di proposito s’è scelto di passare per alcune borgate, ma numerosi stradelli, piste forestali e sentieri tra loro alternativi consentono di scegliere diverse varianti che questi boscosi pendii offrono.

Fuori Pinerolo si seguono le indicazioni per S. Secondo e Prarostino che mai mancheranno sino a destinazione. Superato il torrente Chisone e costeggiato il muro di cinta del castello di Miradolo, attraversato l’abitato di S. Secondo, si prosegue in direzione di Prarostino percorrendo la strada che salendo incontra per via numerosi insediamenti, villette e case isolate. Lungamente traversando si giunge a S. Bartolomeo, nucleo principale dell’abitato di Prarostino dove, alla superiore rotonda, si prosegue in direzione della trattoria “Ai Piani”. Trascurate deviazioni per altre località e piste forestali che immettono nei boschi, si giunge infine all’ampia area dove sorge l’agriturismo situato sul crinale separante la zona di Prarostino dalla valle d’Angrogna precisamente alle Case Colletta. Presso il grande piazzale antistante è possibile il parcheggio.
Di qui si dipartono numerose strade, stradelli e sentieri. Presso la bacheca che illustra il “Giro storico del Faro” si inoltrano sul versante di Prarostino due stradelli. Poiché per quello superiore per Rocca Ghiesa, Sea di Rognosa e il colle della Vaccera, che pure porta a Godini, si tornerà, si prende quello inferiore per Cardoni che subito s’addentra nel bosco dove prosperano, insieme ad altre specie, giganteschi tigli. Lunghi, piacevoli e ombrosi tratti in piano superando per via minuscoli corsi d’acqua e piste forestali che si dipartono, portano a raggiungere le case di Cardoni che salendo si attraversano proseguendo oltre in direzione della successiva borgata di Godini. Lasciata Cardoni, sempre restando sullo stradello dove il fondo peggiora, al termine di un lungo tratto ascendente ci si immette sul primo stradello, quello trascurato “Ai Piani”, raggiungendo poco dopo la seconda borgata, Godini servita da una strada asfaltata che sale da valle passando per Pralarossa, abitato che comunque si raggiungerà per altra via. Traversando tra le case, superata la fontana, uno stradello inerbito prosegue costeggiando in piano dei prati ancora ben tenuti portandosi ad un panoramico poggio dove cessando l’alberatura d’improvviso la vista s’apre ampissima sui monti, sulla valle del Chisone da una parte, dall’altra sui rilievi boscosi di Prarostino e sulla pianura, mentre di poco sotto s’intravede l’abitato di Pralarossa al centro di estese praterie e coltivi. Una traccia sale nel bosco e traversando lungamente con alcuni saliscendi terminerà a Prapiretti, insediamento abbandonato a margine dello stradello che da Saretto sale al colle della Vaccera, località che comunque si raggiungeranno. Se invece si vuole passare per le borgate conviene prendere la ripida traccia che scendendo termina all’incantevole borgata di Pralarossa dopo aver trascurata, poco prima, una pista forestale che si diparte sulla sinistra. Alle case dell’abitato ancora si stacca sulla sinistra una seconda pista forestale: e questa si prende. Piacevolmente, con un lungo tratto in piano che si porta a superare un rio, si raggiunge più avanti un bivio dove, trascurato lo stradello che s’inoltra verso monte e quello centrale che termina nel bosco, si sceglie quello sulla destra che fatta la svolta scende una ripida dorsale. In basso si piega a sinistra e superato un rudere la traccia si dirige verso il rio che non si raggiunge perché ancora si prende sulla destra lo stradello più evidente che in breve scende a Chiotasso, poche case però ancora abitate. Qui giunti, attraversato l’insediamento, fuori si scende per un tratto assai ripidi avvertendo un cartello che la “Discesa è pericolosa”. Di sotto si piega a sinistra e superato il rio e poi la fontana, si giunge a Combina mt. 728, punto più basso dell’intero itinerario dove, al forno, si prende il sentiero di sinistra che sale a Saretto. Qui inizia il lungo tratto ascendente che al termine consentirà di raggiungere il colle della Vaccera ed il monte Castelletto. Traversando lungamente, sempre in moderata ascesa si rasentano estesi terrazzamenti aggirando poi una dorsale dove ancora si prosegue piacevolmente sino al rio che si guada raggiungendo infine la borgata di Saretto al termine di un ripido tratto. Anch’essa abitata perché servita da una strada che sale da valle, appena fuori le case parte a sinistra lo stradello-pista forestale che lungamente si percorrerà per salire al colle della Vaccera. Il tratto ascendente iniziale, anche oltre la prima svolta, è assai ripido e faticoso. Poi più su la pendenza si attenua e alcune svolte ravvicinate consentono di raggiugere l’insediamento di Prapiretti, case ancora ben tenute dove, di poco sopra, termina il sentiero che parte a monte di Pralarossa, di cui s’è detto, mentre, dalla parte opposta, un altro scende alla Benna proseguendo poi per S. Germano Chisone a fondovalle. Rimanendo sullo stradello, superata una sorgente e le case Pelizza, abbandonate, fatte un paio di svolte più su parte sulla sinistra una prima pista forestale che si trascura rimanendo su quella principale. Al termine di un ripido tratto se ne incontra una seconda sulla quale ci si immette prendendo a sinistra. Subito si stacca, verso monte, un segnato sentiero in biancorosso che si prende. Traversando lungamente nel chiuso della faggeta porta di sopra sulla strada che sale da fondovalle, dal vallone di Pramollo, passando per Sangle. Si raggiunge così in breve l’incantevole insediamento di Pragiassaut. Poco fuori l’abitato nuovamente si stacca sulla destra un segnato sentiero che riprendendo a traversare nella faggeta, fatta la svolta, porta di sopra all’ampio e aperto passo di Pra la Mura avendo sulla destra il monte La Buffa. Piegando verso monte, attraversato una prima volta lo stradello abbandonato a Pragiassaut, la seconda volta che lo si incontra ci si immette sullo stesso. Interminabile, quasi pianeggiante, un tantino disastrato perché molto utilizzato per l’esbosco, porta all’esteso colle della Vaccera mt. 1465 che dà sulla valle d’Angrogna della val Pellice. Percorrendo lungamente il viale, alberato con abeti rossi che contraddistingue un tratto del crinale, al termine si raggiunge la piattaforma del punto panoramico e poi, di poco sopra, le rocce di vetta del monte Castelletto mt. 1526, modesta vetta però assai panoramica sui solchi vallivi e sull’estesa cerchia di monti che fanno da contorno a questa cima.
4 ore e 30 minuti c.ca dai Piani.
Dal monte Castelletto, passando per il colle della Vaccera, una lunga dorsale montuosa sale al Gran Truc passando per il monte Servin, mentre, dalla parte opposta, la stessa scende progressivamente verso la pianura sempre rimanendo sul sentiero che ripido s’abbassa tra le rocce del crinale sul quale si resterà lungamente e quasi fedelmente sino ai Piani. Nel tratto intermedio, oltre il passo della Sea, la traccia si fa più piana diventando più avanti uno stradello-pista forestale che interminabile, ma gradevolmente consentirà di tornare. Traversando, prima tra le betulle, poi tra le conifere, superata le rocce della Punta Rognosa, il lungo tratto in piano che segue, assai piacevole, porta prima al bivio per la Rocca Ghiesa, poi ad un panoramico roccione, infine a quello per la fontana Malatraccia verso la quale, volendolo, si scende. Altrimenti, di poco più avanti, alle successive indicazioni, è d’obbligo lasciare lo stradello che scende nella valle d’Angrogna prendendo il sentiero 033a per il colle delle Bule, la Colletta e Prarostino rimanendo ancora brevemente sul crinale. Nel tratto che segue nel chiuso della faggeta tra giganteschi tigli e faggi, sempre segnato anche se ripido e scavato, si scende una chiusa valletta ritornando più in basso sullo stesso crinale, dove la pendenza s’abbatte. Proseguendo si termina più sotto al colle delle Bule e dove si incrociano stradelli si trovano ancora delle indicazioni. Lasciato sulla destra quello che si porta nella valle d’Angrogna, quello sulla sinistra per Godini, presso un rudere si prende quello che scende a valle sul quale conviene restare sino alla sua conclusione alle Case Colletta, ai Piani, dove questo anello si chiude.
2 ore c.ca dalla vetta del monte Castelletto.

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