Un anello per il colle Laz Arà e il Truc Laouza da fondovalle Germanasca

Data 19/04/2017 | Categoria: Escursionismo

Un anello per il colle Laz Arà ed il Truc Laouza da fondovalle Germanasca

Località di Partenza: Indicazione per la borgata Grasso presso il ponte Raut mt. 680
Dislivello complessivo: 1000 mt.
Tempo di salita: 3 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 c.ca passando per Combagarino
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Allo storico colle Laz Arà si può arrivare dalla val Chisone attraverso il vallone di Pramollo oppure, con questo itinerario, dalla val Germanasca per il vallone di Riclaretto.
Partendo da fondovalle, una geniale traccia sale alle borgate poste attorno a Combagarino passando per Grasso la cui storia particolare è narrata su “Varie”. Percorrendo poi lungamento uno stradello, oggi per lo più utilizzato come pista forestale, si raggiunge al termine di lunghe diagonali ascendenti il colle Laz Arà dal quale facilmente si sale sul vicino Truc Laouza la cima di questo itinerario. Per poter sviluppare un piccolo anello, ritornando si può passare per i minuscoli insediamenti abitativi posti attorno alla borgata di Combagarino, un tempo assai popolati, oggi quasi priva di residenti fissi. Si torna poi a valle ripassando per la borgata Grasso.
Sviluppato in altezza, un tantino lungo in quanto si parte da fondovalle, questo itinerario consente di conoscere luoghi remoti e poco frequentati della val Germanasca, come il vallone di Riclaretto, salendo poi facilmente su un modesto rilievo come il Truc Laouza però assai panoramico sui monti e sulle valli del Chisone e Germanasca essendo il colle Laz Arà molto aperto, quasi privo di vegetazione arborea.

All’inizio della valle del Chisone, a Perosa Argentina si prende a sinistra per la valle Germanasca oltrepassando per via le case di Pomaretto. Lasciato l’abitato, la strada immediatamente s’incunea nella valle superando una prima volta il torrente Germanasca sul ponte Batterello. Poco prima di giungere al successivo, al ponte Raut, un’indicazione sulla sinistra individua il punto in cui inizia la traccia per la borgata Grasso. Presso uno slargo, a margine della strada, si può lasciare l’auto.
I primi metri del sentiero sono poco visibili, ma come ci si inoltra nel fitto del bosco la traccia si trasforma diventando evidente, ampia e selciata. E’ quella che un tempo consentiva di raggiungere rapidamente da fondovalle alcune borgate montane tra cui Grasso, più su altre come Albarea, infine gli alpeggi. Sale da subito ripida, nel chiuso del bosco, con una serie di diagonali, alcune molte sviluppate, altre più brevi, raggiungendo alla sommità l’esteso muraglione ad angolo retto che anticipa di poco il raggiungimento di Grasso, oggi disabitato, dove però sono ancora utilizzate le ampie praterie pascolative poste attorno al minuscolo insediamento. Spostandosi a monte delle poche case, traversando per i castagneti abbandonati delimitati dai soliti muretti residuo dello spietramento, senza alcuna difficoltà si raggiungono i superiori terrazzamenti dove la traccia traversa da sinistra a destra. Il riferimento resta comunque la linea elettrica: più su la traccia gli passa proprio sotto. Se alla borgata Grasso salgono in pochi, per quella che procede oltre verso Albarea praticamente nessuno, e lo si intuisce chiaramente dal suo stato. Muretti crollati a causa del grufolare dei cinghiali, alberi abbattuti non rimossi e altri piccoli ostacoli non precludono però di raggiungere alla sommità i primi prati e poi le case della borgata Albarea, oggi priva di residenti fissi, che si attraversano subito raggiungendo l’ampio parcheggio dove termina la strada che sale da fondovalle. Un breve tratto di strada pianeggiante, in direzione di Combagarino, porta alla successive case di Olivieri. La strada che dal vallone di Riclaretto sale al colle Laz Arà parte in basso, presso la chiesa di Combagarino, borgata già in vista, dalla quale si passerà eventualmente ritornando. Onde evitare di scendere e poi risalire conviene, alla case Olivieri Superiori, portarsi verso monte e sempre restando a margine dei prati si finisce, più sopra, come inizia il bosco, su un’evidente canaletta d’irrigazione da tempo asciutta. Raggiunta si presentano due soluzioni: continuare oltre verso monte seguendo all’incirca la linea di massima pendenza sino a che si finisce su una pista forestale che presa verso destra porta sulla strada per il colle, oppure seguire, sempre verso destra, la canaletta sino al punto d’intercettazione presso un ruscello. Nel secondo caso, oltre il rio, un evidente sentiero, traversando tra due enormi larici, porta su una pista forestale che, all’inizio ripida poi pianeggiando, superati dei ruderi, termina appunto sulla strada per il colle Laz Arà sulla quale ci s’immette. Stando lungamente nella faggeta, poi tra i larici, interminabile, forse monotona perché sempre uguale, ma non stancante perché sale sempre con pendenza minima e regolare, questo stradello, ancor oggi discretamente conservato, con sei lunghe diagonali ascendenti, alternate ad altrettante svolte, incontrando per via numerose deviazioni, piste forestali che terminano nel bosco, raggiunge alla sommità l’ampia insellatura del colle Laz Arà mt.1594 incontrando, poco prima, una fresca sorgente.
Da questo storico colle, piegando sulla sinistra e sempre rimanendo sull’aperto crinale, facilmente si sale in una mezz’oretta sul piatto Truc Laouza mt. 1682 assai panoramico sui monti delle due valli spingendosi la vista ampiamente in ogni direzione: dall’incombente Gran Truc, al lontano colle del Pis, sulle tante cime che coronano queste valli, sulle borgate sparse sui pendii.
3 ore e 30 minuti dalla partenza.
Scesi al colle Laz Arà si può tornare a fondovalle ripercorrendo tutto il percorso di salita. Volendo sviluppare un piccolo anello si può decidere di tornare, allungando di poco il percorso, passando per la borgata di Combarino e per i piccoli insediamenti a monte di questo abitato che si incontreranno per via. In questo caso, ripercorse tutte le diagonali, ora discendenti, perché i tratti di sentiero che le tagliano sono diventati intransitabili per via della strada, usciti dal bosco si percorrono gli ameni e aperti pendii pascolativi posti attorno agli insediamenti, e con una lunga serie di svolte si raggiunge Cà Nostra, la chiesa cattolica di Combagarino grossa borgata situata su un panoramico poggio raggiunta dalla strada asfaltata che sale da fondovalle. Presa verso monte facilmente riporta ad Albarea passando per Olivieri. Facendo poi a ritroso la strada percorsa in ascesa, scesi alla borgata Grasso, da questa si torna sullo slargo presso la strada dove questo itinerario si conclude.
3 ore c.ca dal Truc Laouza passando per Combagarino.

VARIANTE BREVE
L’itinerario può essere abbreviato di molto salendo con l’auto direttamente alla borgata di Combagarino, oppure a Olivieri o Albarea continuando l’itinerario come da descrizione.

NOTA STORICA.
Nelle fasi militari che precedettero l’assedio di Torino del 1706 da parte dei francesi durante la guerra innescata dalle potenze europee per la successione al trono di Spagna, rivestì una certa importanza per pochi mesi lo strategico colle Laz Arà posto sul crinale separante il vallone di Pramollo, in val Chisone, da quello di Riclaretto in val Germanasca. Nell’estate del 1704, infatti, al colle presidiato da c.ca 4000 francesi, furono realizzate ingenti opere di fortificazione e trinceramenti, rinforzati da ridotte sulle alture laterali. Il campo trincerato occupava la massima depressione del colle ed aveva lo scopo di ritardare, attraverso tiri di fucileria o d’artiglieria, l’urto decisivo, il corpo a corpo, la mischia finale all’arma bianca, proteggendo i difensori dalle cariche avversarie. Il campo, ripetutamente attaccato dai piemontesi verso la fine di luglio, venne poi abbandonato definitivamente dai francesi, senza distruggerlo, sul finire dell’estate sia per il peggiorare delle condizioni meteorologiche che per le difficoltà d’approvvigionamento. Il campo trincerato al colle Laz Arà perse così ogni importanza militare rimanendo però inciso sul terreno un chiaro segno della memoria storica. Scendendo dal vicino Truc Laouza al colle i fossati dei trinceramenti sono infatti tutt’oggi ancora visibili a più di trecento anni dalla loro realizzazione.

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