Un anello sui monti di Porte. Dalla fontana degli alpini a S. Benedetto passando per la Balma, la Casa dei Burattini e la Roccia Cotello

Data 23/01/2017 | Categoria: Escursionismo

Un anello sui monti di Porte. Dalla fontana degli alpini a S. Benedetto passando per la Balma, la Casa dei Burattini e il monte Roccia Cotello.

Località di partenza: Fontana degli alpini mt. 738
Dislivello: mt. 300
Tempo complessivo: 3 ore e 45 minuti c.ca
Difficoltà: T/E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese – Val Sangone Fraternali Editore

Nel punto terminale dove la valle del Chisone si restringe, aprendosi poi alla pianura, si trova il comune di Porte, “Porta” d’accesso alla valle. I soleggiati pendii a monte dell’abitato un tempo erano costellati da vigne, coltivi e piccoli insediamenti. Quelli più elevati, oramai da tempo abbandonati, sorgevano là dove il bosco s’apriva a minuscole praterie. Numerosi sentieri solcavano questi versanti come altrettanto numerose sono oggi le piste forestali finalizzate all’esbosco che li hanno resi inservibili: questo itinerario nel procedere ne percorre alcune. Partendo già in quota, dalla fontana degli alpini, si raggiungono due siti caratteristici sepolti nel fitto del bosco: la Balma, casa addossata ad una parete rocciosa, poi il Ciabot d’ Buratin con il misterioso affresco sulla facciata che meritano essere visti. Saliti poi al “Belvedere”, dove sorge un cippo con sopra una marmorea testa femminile, da qui si raggiunge il rilievo più elevato, il monte Roccia Cotello, dal quale si scende a valle, alla chiesetta di S. Benedetto su una piacevole traccia che percorre lungamente il crinale. Un ultimo tratto pianeggiante nei boschi riporta alla fontana degli alpini.
Totalmente percorribile in MTB, questo itinerario ben si presta ad essere effettuato tutto l’anno: con la foglia, che però preclude ogni visuale, meglio dall’autunno alla primavera fermandosi poco la neve su questi soleggiati non elevati versanti.

Giunti a Porte, comune all’inizio della valle del Chisone, al centro dell’abitato si prende a destra il viale alberato, piazza Martiri della Libertà, seguendo poi le numerose indicazioni che consentono di raggiungere la fontana degli alpini. La strada, a tratti stretta, ma sempre asfaltata sino alla meta, prende da subito a salire a svolte un assolato versante toccando, nel procedere, vari bivi per numerose minuscole borgate sparse sul pendio. Al termine di una ripida salita si raggiunge il boscoso pianoro dove sorge la caratteristica fontana degli alpini, accanto ad una pensione per cani e gatti, a margine della quale ampi spazi permettono il parcheggio dell’auto.
Due stradelli si dipartono da questo piazzale: poiché per quello con l’indicazione per S. Benedetto si tornerà, si prende quello a sinistra della fontana che inoltrandosi subito si trasforma in sterrato. Fatta più avanti la svolta, al bivio che segue si lascia la traccia principale, sulla quale poi si tornerà, prendendo a sinistra un altro stradello che subito raggiunge il primo sito, la Balma, caratteristica casa da tempo in abbandono, addossata di fatto ad una parete rocciosa. Poi, tornati di poco sui propri passi, si continua in ascesa sul sentiero che transita a monte dell’edificio. Chiuso un po’ dai rovi, per prati in abbandono, stando sempre paralleli al rio si esce di sopra ancora su uno stradello. Guadato il corso d’acqua lo si percorre per un tratto sino a che i muretti dei terrazzamenti segnalano la vicinanza di una casa immersa nel ceduo di castagno e tra i pini. E’ il Ciabot d’ Buratin, la Casa dei Burattini, dove sulla facciata un affresco riporta a disegni episodi, finestre, storie, ciascuna con l’effige di un luogo. Vero o di fantasia ? Chi lo sa. Poi per lo stesso stradello si torna sulla traccia principale precedentemente abbandonata per raggiungere la Balma sulla quale ci s’immette prendendolo verso monte. Fatta la svolta e lasciato sulla destra il bivio per le case Don, che danno nome alla strada, sempre rimanendo sulla traccia principale si prosegue per un tratto in ascesa raggiungendo di sopra un successivo bivio dove su un castagno si trova l’indicazione per il “Pilone di S. Francesco”. Qui giunti sarebbe indifferente prendere a destra oppure a sinistra congiungendosi entrambe le strade sul superiore crinale. Meglio quella si sinistra, un tantino più lunga, però meno ripida e poco scavata dal ruscellamento. Rasentato il boscoso rilievo quotato dalla carta 942 mt, trascurato più su un altro stradello in piano che si diparte sulla sinistra, con un tratto in moderata ascesa si raggiunge il crinale dove transita lo stradello – pista forestale che partendo da S. Benedetto giunto a questo punto scende al colle di Prà Martino. Sulla sua destra con breve tratto si perviene il pochi minuti al “Belvedere” dove su un cippo in pietre cementate accatastate s’erge una testa femminile in marmo guardante la pianura. Qualcuno sostiene possa essere l’effige della madre dell’avvocato, di Giovanni Agnelli, ma non ci sono riscontri a questa affermazione. Come gli altri due siti, anche questo merita essere visto. Ritornati poi sul crinale dove si trova l’indicazione per Prà Martino, si prosegue nella direzione opposta, per un tratto, sino a che, evidente, sulla destra si stacca una traccia che percorsa porta alla base del rilievo posto al termine della lunga cresta che sale da fondovalle. Seguendo la linea elettrica facilmente si sale in vetta al monte Roccia Cotello mt. 1035, evidenziato non già da una croce, ma da un grosso traliccio per le telecomunicazioni.
1 ora e 30 minuti c.ca dalla fontana degli alpini.
Una traccia, ampia segnata ed evidente, scendendo dal versante opposto ritorna sullo stradello che percorre il crinale, sul quale ci s’immette prendendolo verso destra. Da qui sino alla chiesetta di S. Benedetto e poi al “Belvedere” posto dove il pendio precipita, si percorrerà lungamente e fedelmente questo stradello-pista forestale sempre rimanendo sul crinale o di poco sotto. Assai piacevole, alternando lunghi tratti in piano ad altri dove si scende, ma sempre di poco, lasciata più avanti una traccia sulla destra che ancora scende a Prà Martino ed un'altra sulla sinistra che si perde nel bosco, fatta la svolta come suggerito dalla segnatura biancorossa su un albero, rasentata di poco sotto una caratteristica casa nel bosco, fatte due prime svolte, ancora trascurato sulla sinistra uno stradello, dopo le due svolte un tantino distanziate che seguono parte ancora sulla sinistra uno stradello con l’indicazione per Porte. Si prenderà per tornare non prima di essere scesi, sempre proseguendo sulla traccia principale, alla chiesetta di S. Benedetto, dove, nel punto in cui il pendio precipita, una staccionata delimita il “Belvedere” assai panoramico sui monti e sulla valle. Tornati al superiore bivio per Porte si prende ora lo stradello che s’inoltra in piano subito superando i ruderi di un insediamento. Al successivo, la borgata Sartè, oltre l’ultima casa si prosegue ancora per un tratto in piano e prima di raggiungere i successivi ruderi si scende a svolte verso valle. Un breve traverso porta la traccia ad una borgata dove, arrivando la strada, le case sono state ristrutturate. Lasciato l’insediamento, al bivio che segue, trascurata la strada che scende a valle, a Porte, si prende quella che s’inoltra verso monte, come suggerito da un paletto con l’anello. Continuando, lungamente e piacevolmente, sempre quasi in piano, superati per via altri ruderi e alcune lapidi con su riportati i testi di canzoni degli alpini, sempre restando sulla traccia principale si ritorna in breve alla spiazzo presso la fontana degli alpini dove questo anello si chiude.
2 ore e 15 minuti c.ca dal monte Roccia Cotello.

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