Un anello per la Rocca del Pelvo in val Chisone

Data 27/10/2016 | Categoria: Escursionismo

Un anello per la Rocca del Pelvo in val Chisone

Località di partenza: Bivio tra le borgate Lageard e Briera mt. 750
Dislivello: mt. 1125
Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Salendo nella valle del Chisone, subito dopo l’abitato di Villar Perosa non si può fare a meno di notare il notevole ammasso roccioso che spicca imponente sul versante all’Indiritto. Si tratta della Rocca del Pelvo che emerge sul pendio discendente dalla dorsale montuosa che separa la valle del Chisone da quella del Sangone. Tra tutti gli ammassi rocciosi presenti su questi versanti certamente la Rocca del Pelvo è quella più appariscente presentando un’ardita parete rocciosa strapiombante avente un notevole sviluppo in altezza. La via normale per accedervi senza arrampicare passa per lo stradello che da Roreto Chisone sale in quota transitando dalla borgata Chambellier. Presa la traccia per il monte Bocciarda ad un certo punto la si abbandona per l’incerto sentiero che lungamente traversando sul ripido versante erboso ne raggiunge al termine la sommità. Questo sentiero sarà quello che si utilizzerà per tornare mentre per salire si sceglie l’impegnativa traccia che passa per all’abbandonata alpe Giavella. Non riportato dalle affidabili carte della Fraternali, questo sentiero, che pochi conoscono e che oggi più nessuno percorre, era quello utilizzato un tempo per salire all’alpeggio ora diroccato e abbandonato. Oltre l’alpe la traccia si restringe diventando poco evidente, a tratti da ricercare, comunque sempre intuibile e percorribile anche se priva totalmente di indicazioni e segnature che mancano già da fondovalle. Dalla cima di questo imponente ammasso roccioso la vista s’apre ampissima sulla valle e sull’estesa cerchia di monti che attorniano la media valle del Chisone.
Ritornando, scesi alla Balma di Roreto, si scopre quanto sia piacevole percorrere i sentieri quasi pianeggianti che uniscono tra loro le piccole borgate all’Indiritto, quelle poste di poco a monte rispetto ai centri abitati di fondovalle.

In val Chisone, superata Perosa Argentina, ci si inoltra ancora per poco nella valle per poi, dopo l’abitato di Jartussiere, abbandonata la statale, prendere a destra per Lageard e Briera lasciando l’auto di poco sopra al bivio tra queste due località.
Per la strada che proviene da Lageard si tornerà, pertanto, percorrendo per un breve tratto quella ripida che sale a Briera, alla prima svolta la si lascia per lo stradello sulla sinistra che come s’addentra nel bosco si fa sentiero subito intuendo quanto questa traccia oggi sia poco percorsa mancando completamente di indicazioni e di segnature pur essendo ampia, lastricata e sempre evidente. Le svolte che seguono consentono di risalire la boscosa dorsale che separa la Comba Vivian a sinistra dalla Comba Giavella immettendosi più su, sul nostro, il sentiero che sale direttamente dalla borgata Lageard. Oltre si continua a salire e ancora le ripetute svolte che seguono, ravvicinate o distanziate a seconda di come è configurato il pendio, consentono alla traccia di alzarsi guadagnando così progressivamente quota. Attraversata una pietraia dove la visuale s’apre libera spaziando sui monti dall’altra parte della valle, la Rocca Falconiera e la Rocca Mourel, abbandonata la dorsale si prende a traversare da sinistra a destra, lungamente e a tratti faticosamente. Superato l’airal di una carbonaia, e altri se ne incontreranno salendo, si raggiunge infine tra le felci una stretta e scavata valletta dove scorre un rio, dominata da una scoscesa parete rocciosa, raggiunta che si ha poco prima ci si può dissetare ad una minuscola sorgente. Attraversato il corso d’acqua si riprende a salire dalla parte opposta stando per un tratto non lontano dalla valletta su una traccia che si fa via via quasi impercorribile invasa com’è da detriti, rami e altri ostacoli come grossi alberi caduti posti di traverso che obbligano a ripetute deviazioni. Con un ultimo ripido e faticoso traverso ascendente si raggiunge infine la dorsale che immette nella Comba Giavella dove a stento si riconoscono i ruderi di quello che un tempo fu un alpeggio. Qui giunti la visuale s’apre d’improvviso sull’imponente parete strapiombante della Rocca del Pelvo di cui si dovrà raggiungere la cima. Poiché il sentiero percorso era funzionale al raggiungimento dell’alpeggio, da questo in avanti la traccia si riduce restando comunque sempre evidente nell’erba. Per un tratto si rimane di poco sotto la dorsale e quando la copertura arborea si dirada per poi sparire del tutto si attraversano nel proseguo ambienti rocciosi, ripidi, selvaggi e dirupati. Abbandonata poi la dorsale, sempre salendo e traversando faticosamente, s’intuisce che per poter raggiungere la cima si dovranno attraversare due vallette la prima delle quali si affronta con le ripetute svolte che permettono di superarla di sopra. Raggiunta la dorsale che le separa, più avanti ci s’immette sul sentiero che poi si utilizzerà per scendere, a stento riconoscibile, evidenziato però da un minuscolo ometto. Il tratto che segue, una lunga diagonale ascendente che taglia un erboso pendio, attraversata facilmente la seconda valletta consente di raggiungere il colletto che anticipa la cima e poi la Rocca del Pelvo mt. 1875 assai panoramica sulle vette e sulla valle.
2 ore e 30 minuti dal bivio Lagerard - Briera
Per lo stesso sentiero si torna poi sui propri passi sino all’ometto, da individuare, dove parte il sentiero che terminerà sulla traccia che dalla borgata Chambellier sale all’alpe Bocciarda. Qui giunti, abbandonata la traccia utilizzata nella prima parte dell’itinerario, si prende questo sentiero, un tempo evidenziato da segni blu, oggi di difficile individuazione perché sbiaditi, che occorre comunque ricercare e non perdere quando sembra sparire, soprattutto nel tratto centrale dell’attraversamento comunque sempre quasi pianeggiante, interminabile, per pendii ripidi ed erbosi. Aggirate più dorsali avendo di sotto le combe del rio Vivian e poi quella del rio Gorge, più avanti la traccia si fa più evidente raggiungendo infine la dorsale dove ci s’immette su quella proveniente dall’alpe Bocciarda. Rimanendo fedelmente ora su questa si scende verso valle sino al punto in cui si abbandona la dorsale per entrare nel bosco tra le betulle ed i larici, poi nella faggeta. Facendosi la traccia più evidente, a tratti scavata e ripida, si termina di sotto su una pista forestale, uno sterrato in buone condizioni sul quale ci s’immette proseguendo verso valle subito attraversando i ruderi di Bertotti. Si deve obbligatoriamente stare su questa perché il sentiero che un tempo percorrevano i minatori per recarsi alla cave di Talco della Roussa ora è impercorribile. Svolte e diagonali discendenti si alternano abbastanza ravvicinate consentendo di giungere di sotto prima alla borgata Grange e poi a Chambellier dove si prosegue ancora allo stesso modo, svolte e diagonali discendenti, terminando lo sterrato alle prime case della Balma, presso il rio che non si attraversa, perché si prende la strada che scende a Roreto. Il ritorno al bivio Lageard – Briera si farà traversando lungamente di poco a monte degli abitati di fondovalle. Brevi tratti di strada, soprattutto piacevoli sentieri, riporteranno al punto di partenza toccando tutte le minuscole borgate che stanno all’Indiritto: Vignal, la chiesa di Castel del Bosco, Combal, Serre ed infine Lageard. Così facendo si percorre un lungo tratto di quella che era la via romana di transito della val Chisone.
Quando la strada che scende a Roreto piega a destra, si prende lo sterrato sulla sinistra che traversando lungamente in piano a monte dell’abitato raggiunge il primo insediamento, Vignal dove si percorre per un tratto la strada che scende a valle sino alla svolta che segue il rettilineo. Qui giunti, trascurato uno stradello, si prosegue sul sentiero in basso che subito s’inoltra nel bosco incrociando, di poco più avanti, una croce in legno eretta per l’Anno Santo 1975. Costeggiando corposi muraglioni e passando nel castagneto si scende poi alla grande chiesa di Castel del Bosco col piazzale ed il vicino cimitero. Sulla destra di questo scende e poi s’inoltra una traccia che costeggiando prima dei prati rientra ancora nel bosco terminando più avanti alle case di Combal dove si torna sulla strada che si percorre sino alla successiva borgata, Serre attraversando per via il ponte sull’alveo del rio delle Gorge. Alle prime case, trascurata la strada che sale a Noufliere si prende a destra e rasentando la fontana si passa tra le case della borgata al termine delle quali riprende un segnato sentiero subito trovando una stele in pietra con croce con accanto una bacheca. Si percorrerà ora l’ultimo tratto di sentiero, il più lungo, quello che conduce alla borgata Lageard riprendendo a traversare piacevolmente nel bosco su una traccia prima pianeggiante, poi in leggera discesa. Lungamente continuando, raggiunto più avanti un bivio, si prende il sentiero che va verso monte, sempre nel castagneto, terminando infine alle prime case di Lageard che si raggiungono al termine di una modesta salita. Più avanti, oltre il piazzale dove sorge la parrocchiale, si percorre il breve tratto di strada che incontrando per via un pilone giunge al bivio per Briera dove questo anello si chiude.
3 ore e 30 minuti dalla Rocca del Pelvo.

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