Monte Sapè - anello da Vernante

Data 27/10/2016 | Categoria: Escursionismo

Con la Compagnia dell’Anello quasi al completo (auguri all’assente Adriano per una veloce ripresa dai malanni di stagione!), ci proponiamo come meta una piacevole salita sui bei Sëntèe 't Vërnant, a metà della Valle Vermenagna, così splendidamente rivestita dai colori dell’autunno.
Lasciamo le auto a Vernante nella piazzetta davanti al cimitero, molto frequentato per le festività in arrivo, e, attraversato il rio della Val Grande all’altezza della cappella della Madonna Assunta, in una giornata che si preannuncia calda e assolata dopo le piogge del giorno prima, ci inoltriamo nel vallone Secco. Superiamo presto a sinistra la fontana Bleu, la cui acqua gode fama di essere leggerissima e giungiamo poco sopra ai tetti Romesin, ove termina la rotabile. Continuiamo sulla bella mulattiera che prosegue, attraverso boschi di castagni e di faggi, in quel valun Sec, che oggi, contrariamente al nome, è piuttosto umido e scivoloso nel romantico tappeto di foglie bagnate dai mille colori. Superiamo con salita abbastanza ripida prima i tetti Casal, poi i Tofranin, preceduti, a quota m 953, da un pilone in posizione dominante dedicato alla Madonna ed ai santi Bartolomeo e Nicolao, il santo patrono di Vernante. Dopo i tetti Busseia, il sentiero penetra in una piccola gola per innalzarsi poi con alcuni tornanti fino a raggiungere il sole ai tetti Tromba, m 1117, bella borgata con forno e fontana, ove beviamo e ci liberiamo dai maglioni oramai superflui. Il sentiero prosegue guadagnando quota e permettendoci di vedere verso ovest le scoscese gorge del monte Sapé, la nostra meta. Lasciamo a sinistra una diramazione verso i tetti Culetta, ove passeremo al ritorno arrivandovi dal vallone Cornalé, e continuiamo ora su una ondulata conca erbosa, oramai in direzione del valico Cersé, che congiunge la Costa Croce Coltura alla Costa del Sapè, poco al di sopra dei tetti omonimi. Risaliamo sulla destra del vallone fino a superare le case Marghe, per giungere infine, prima della radura terminale, alle grandi baite dei tetti Cersé in una zona meravigliosamente arricchita dei colori rossastri di ciliegi così abbondanti nella zona da dare il nome ai tetti.
Al colletto, lasciata a destra la via che scende ai tetti Goderie, proseguiamo ora verso sud su un sentierino che costeggia le pendici del versante nordorientale del Monte Sapè con un lungo traversone che porta fino al pilone dei Tetti Coletta. Penetriamo nella prima parte boschiva (è la rimanenza dei ricchi boschi di abeti che han lasciato il nome al Sapé, dall’occitano sap per abete?), poi svoltiamo a destra e su ripidi tornanti risaliamo al centro del vallone scosceso in direzione della cima di cui intravediamo la cresta sud. Incontriamo qua e là macchie di neve, resti delle precedenti nevicate ed infine lasciamo il sentiero che continua nel vallone, per portarci a sinistra su una spalla assolata che con un percorso molto scosceso guadagna rapidamente quota raggiungendo la cresta finale.
Di qui non manca più molto alla cima del Monte Sapé (m 1867), che nel cielo sereno ci permette di godere di splendida vista sulla pianura cuneese, oltreché sulle vette circostanti, dalla Besimauda al monte Vecchio, al Bec Baral, al Frisson e alla Rocca dell'Abisso, e poco lontano al Bec d’Orel. Procedendo sulla cresta ovest scendiamo poi verso il valico alla testata del vallone Cornalé, oltre il quale si eleva il massiccio del Bussaia: su tracce molto poco evidenti discendiamo ora nelle alte combe prative del vallone, mantenendoci sulla destra orografica del rio. Attraversata una faggeta raggiungiamo il rio Cornalé per la meritata sosta ristoratrice. Riprendiamo poi il sentiero che prosegue verso i tetti Bertaina e, costeggiate le affilate e spettacolari creste della Rocca Cornalé, sulla via di Teit, superati i tetti David, giungiamo finalmente ai tetti Culetta, posti sulla cresta che divide il Valun Sec dalla Val Grande.
Completiamo ora la discesa finale nei castagneti sottostanti il Bec Martinet, in cui troviamo anche gli storici resti di croci, incise nella roccia, durante le guerre napoleoniche. Raggiunto il Bec Moler, la Rocia d’la Crus, simbolo di Vernante, che costeggiamo prima di scendere alla strada asfaltata che arriva da Palanfré poche centinaia di metri prima di Vernante, chiudiamo infine l’odierno bellissimo anello.

Escursione effettuata il 27 ottobre 2016
Compagnia dell'Anello formata da: Alberto, Angelo, Antonio, Franco, Gianni, Jose e Osvaldo
Località di partenza: Vernante 546m
Punto più elevato raggiunto: Monte Sapè 1867m
Dislivello cumulato in ascesa: 1100m
Sviluppo totale del percorso: 15,7 km
Tempo in movimento: 5h50'
Difficoltà: E (vedi scala difficoltà)

fotocronaca
Tracciato gps
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