Un anello per la Madonna della Bassa, il monte Arpone ed il colle della Portìa dal colle del Lis

Data 01/12/2015 | Categoria: Escursionismo

Un anello per la Madonna della Bassa, il monte Arpone ed il colle Portìa dal colle del Lis

Località di partenza: Poco prima del bivio per la borgata Isabello sulla strada per il colle del Lis mt. 1190
Dislivello: 450 mt.
Tempo complessivo: 5 ore c.ca
Difficoltà: E Il tratto dal monte Arpone al colle della Portia EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

Saliti al colle del Lis, valico che pone in comunicazione la valle Susa con quella di Lanzo, di Viù, sulla sinistra s’erge il monte Rognoso e poi il massiccio del Civrari, sulla destra il monte Arpone meta di questo itinerario. Partendo di poco sotto il valico e passando per il santuario della Madonna della Bassa, notevole edificio sacro che si raggiunge percorrendo lungamente uno stradello pianeggiante che per via incontra tre piloni, un ripido sentiero conduce sul monte Arpone stando sempre non lontano dal crinale separante la valle di Susa da quella del Casternone, di Valdellatorre, sulla cui cima la vista s’apre ampissima verso ogni direzione. Il tratto che segue, che porta al colle della Portìa, è per escursionisti esperti in quanto si sta su un frastagliato crinale tutto fatto di rocce affioranti, massi accatastati, pietraie, rododendri e altri ostacoli che rendono impegnativo l’attraversamento. Scesi al rifugio al colle della Portìa e poi alla strada presso la fontana, si prosegue su questa verso il colle del Lis raggiungendo infine l’ampio piazzale presso il valico da dove si scende verso la valle di Susa percorrendo, purtroppo, un tratto si strada, unica via che permette di chiudere l’anello.
Questo è un altro itinerario che si presta ad essere effettuato nelle stagioni intermedie perché, sia per salire in vetta al monte Arpone che per scendere al colle della Portìa, si percorrono stradelli e sentieri che attraversano soleggiati versanti rendendo piacevole l’escursione anche con temperature rigide.

Giunti in bassa valle Susa si segue l’indicazione per Rubiana e il colle del Lis rasentando a fondovalle gli abitati di Almese e Villardora. La strada prende a salire con una lunga serie di svolte e superando Rubiana, numerose case isolate, piccoli insediamenti, bivi per minuscole borgate, raggiunge più su, di poco sotto il colle del Lis, Mompellato dove ancora si prosegue lasciando alla propria destra lo stradello per la Madonna della Bassa, che si ignora, sul quale poi si confluirà. Di poco più sopra, appena superata sulla destra una villa, “La Baita”, che precede di poco il bivio per Isabello, a margine della strada si può lasciare l’auto.
Dietro la villa, tra due cancellate poste sotto grandi faggi, s’inoltra una traccia non segnalata tantomeno segnata alla partenza. E’ una “Mulattiera pedonale”, recita un cartello, che, lasciate le case, scende inizialmente poco visibile verso una sottostante rudere dove, piegando a sinistra, superato un modesto rigagnolo, subito dopo prende a traversare lungamente nel bosco e con percorso quasi pianeggiante termina, più avanti, sullo stradello per il santuario della Madonna della Bassa, sul quale ci si immette, nel punto in cui si trovano delle indicazioni. Qui inizia un lungo tratto in falsopiano, assai panoramico, piacevole, che tagliando il pendio tra i pini e i larici frutto di un passato rimboschimento, incontrati per via tre bei piloni, termina al colle che dà sulla valle del Casternone, di Valdellatorre, dove nei secoli passati è stato eretto un notevole edifico sacro: il santuario della Madonna della Bassa.
1 ora c.ca dal parcheggio.
Qui giunti, dietro la costruzione, presso un’area di sosta ancora si trovano delle indicazioni. Trascurato lo stradello che prosegue oltre gli edifici, che diventerà una pista forestale, ignorato il sentiero che scende a Valdellatorre e quello che s’inoltra verso il colle della Portìa, che poi si raggiungerà, una traccia sale in vetta al monte Arpone, e questa si prende. Sempre visibile sino in vetta, segnata di tanto in tanto in biancorosso, più spesso con vernice blu propria del lungo crinale comunicante con il monte Musinè non lontano, sale da subito un erto pendio stando prevalentemente sul crinale, oppure sul lato della valle di Susa. Alternando brevi tratti dove si sale di poco, ad altri più ripidi e faticosi, più su, quando si percorre il tratto intermedio, la pendenza s’abbatte. Superato il punto in cui il sentiero del “Ciapè Neir” riconduce al colle del Lis, proseguendo si affronta un ultimo ripido pendio, senza difficoltà alcuna, che porta la traccia sul tratto terminale, in cresta, dove la copertura arborea si fa più rada ed il fondo più piano e meno accidentato, molto aperto, che consente di raggiungere i boschetti nani di pino mugo, dove un altro sentiero scende al colle del Lis, nel punto in cui di nuovo si trovano delle indicazioni. Di poco più aventi, ad di sopra di un cumulo di massi, s’erge la croce di vetta del monte Arpone, mt. 1602. Autentico balcone sui monti e sulle valli, come il dirimpettaio monte Colombano, dalla cima del monte la vista s’apre ampissima in ogni direzione.
1 ora e 30 minuti c.ca dalla Madonna della Bassa.
Sulla pietraia sotto la croce, sul versante della valle di Viù, i primi ometti segnano la via conducente, quasi tutta per cresta, al colle della Portìa. Questo tratto, pur non presentando particolari pericoli o esposizioni, è riservato comunque a escursionisti esperti in quanto si percorre un impervio crinale. Fortunatamente è sempre ben segnato di biancorosso e con spezzoni di banda segnaletica appesi ai rami, soprattutto da onnipresenti ometti che rassicurando impediscono di andare fuoristrada. Traversando per massi accatastati, per rocce affioranti, estese pietraie discendenti, facendo molta attenzione data la forte instabilità, per continui salti di roccia e altro, percorso assolutamente da evitare col bagnato, una traccia percorre il crinale alternando ripidi tratti ad altri quasi in piano seguendo la conformazione del terreno. Superate delle indicazioni scritte direttamente su roccia, giunti al fondo, nel punto in cui è impossibile proseguire e il pendio precipita, qui giunti si piega a destra perché è da questa parte che si trova l’unica possibilità per scendere. Brevi traversi, di più ripidi tratti mitigati da qualche svolta, portano la traccia a rasentare di sotto un’estesa pietraia tra i noccioli e poi il punto in cui ci s’immette su quella per il colle della Portìa proveniente direttamente dal santuario della Madonna della Bassa. Un ultimo tratto in forte discesa a cui segue un traverso quasi in piano porta a raggiungere la cappella – rifugio al colle della Portìa mt. 1328, crocevia di sentieri, dove una bacheca illustra il “Sentiero del Partigiano”.
1 ora e 15 minuti c.ca dalla vetta del monte Arpone.
Sul versante della valle di Viù una lastricata traccia raggiunge, con alcune svolte discendenti, la strada, sulla quale ci s’immette, nel punto in cui si trovano delle indicazioni presso una fresca fontana. Lungamente percorsa riconduce al colle del Lis alternando lunghi tratti in piano ad altri dove si sale o si scende, ma sempre di poco. Giunti al grande piazzale ci si porta sul versante della valle di Susa percorrendo un tratto di strada in discesa. Superato presso una casetta il punto dove parte il sentiero del “Ciapè Neir” per il monte Arpone, fatto di sotto il tornante, in breve si ritorna alla villetta “La Baita”, subito dopo il bivio per la borgata Isabello, dove l’anello si chiude.
1 ora e 15 minuti c.ca dal colle della Portìa.

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