Un anello per gli alpeggi abbandonati sulla montagna di Bruzolo

Data 30/10/2015 | Categoria: Escursionismo

Un anello per gli alpeggi abbandonati sulla montagna di Bruzolo

Località di partenza: Pavaglione mt. 1045
Dislivello complessivo: mt. 700
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

Un tempo quando le borgate all’Indiritto sui monti della bassa val di Susa erano abitate, i terrazzamenti tutt’intorno erano coltivati a cereali, patate, prosperava anche la vigna, mentre gli alpeggi alle quote più elevate garantivano una cospicua provvista di fieno e il pascolo per gli animali nella bella stagione. Con l’abbandono progressivo delle borgate anche gli alpeggi hanno subito questa sorte: lasciati all’incuria gli edifici sono crollati impadronendosi il bosco nel tempo anche delle praterie.
Una fitta rete di sentieri, spesso ampi e selciati, collegavano tra loro le borgate e gli alpeggi a monte: oggi la strada arrivando dappertutto li ha resi inservibili. Poco percorsi, non mantenuti, soggetti all’incuria e all’abbandono, spesso ingombri di vegetazione abbattuta, tendono a perdersi diventando impraticabili. Come il breve tratto che collega l’alpeggio di Prato Ferodo a quelli del Colletto e di Prato Gelato di recente però pulito e segnato
Questo itinerario, partendo già in quota, da Pavaglione, un tempo grossa borgata di Chianocco, oltre la lapide Borgis, dedicata ad una bimba vittima innocente della guerra, raggiunge poi nell’ordine tre alpeggi. Tornando a valle ci s’immette sul Sentiero Balcone che passando per alcune borgate e per la bella chiesetta della Madonna della Neve riconduce al punto di partenza.
Questa che si propone si può considerare una piacevole passeggiata in montagna, ideale per le stagioni intermedie, soprattutto per l’autunno: poco stancante, non troppo lunga, facile da percorrere, con lunghi tratti in piano, assai panoramica sui monti e sulla valle.

Poco prima di Bussoleno, grosso centro della bassa val di Susa, abbandonata la statale si prende a destra per Chianocco subito sottopassando il ponte della ferrovia. Salendo si giunge all’abitato dove si prosegue per Pavaglione oltre lo stretto ponte sul torrente Prebec. Superata per via la borgata Combette alcuni lunghi traversi ascendenti, intervallati da svolte, facendo guadagnare in progressione rapidamente quota consentono di raggiungere le prime case di Pavaglione dove allo slargo sommitale è possibile lasciare l’auto.
Scesi tra le case, alla fontana si prende a sinistra e subito ci s’immette sul Sentiero Balcone (Sb) della bassa valle che si segue per poco perché, quasi subito al primo bivio, lo si abbandona continuando sulla traccia che s’inoltra in piano perché per quella di destra, che scende all’alveo del torrente Pissaglio, si tornerà. Alternando tratti pianeggianti ad altri dove si sale, sempre con moderazione, il sentiero che si prende, non segnato tantomeno segnalato, si porta verso il fondo del vallone incontrando per via il roccione dov’è posta una lapide in memoria di una bimba vittima innocente della guerra. Più avanti, oltre un asciutto valloncello, la sempre evidente traccia prende a salire con pendenza regolare e costante pervenendo ad un pilone votivo, presso una vasca d’accumulo, dove proseguendo si entra nel chiuso della faggeta. Oltrepassata una pietraia, una seconda vasca e un “airal”, piccolo pianoro predisposto di una carbonaia, fatte un paio di ampie svolte, un lungo traverso ascendente conduce a delle praterie, oggi chiuse dagli invadenti noccioli e altro, che si risalgono sino ad un bivio presso una modesta sorgente dove si continua sempre rimanendo sulla traccia principale. Superato un primo rio la traccia prende a salire ancora con una serie di svolte ravvicinate attraversando più avanti una zona un tempo percorsa dalla valanga, con molti alberi abbattuti e rinsecchiti, ma rimossi dal sentiero, a cui segue un tratto in piano che, attraversati due ravvicinati rii, porta alle praterie a margine delle quali sorgono i ruderi di un insediamento. Poiché la traccia, per via dell’erba alta, sembra sparire, qui giunti ci si porta verso monte, come suggeriscono le segnature rosse e delle frecce sulle rocce, guadagnando, più sopra, l’esteso edificio dell’alpe di Prato Ferodo, mt.1631, da tempo chiuso e abbandonato.
2 ore c.ca da Pavaglione. Il breve tratto che segue, che porta all’alpe del Colletto, non presenta particolari difficoltà, ma occorre seguire i segni rossi che indicano la via. Lasciato Prato Ferodo si traversa inizialmente nelle praterie su una traccia poco evidente nascosta dall’erba. Dopo un primo tratto in piano si scende poi ad un modesto avvallamento, a margine di un roccione, dove si prosegue sino al successivo rio, che si guada, raggiungendo così, di poco più avanti, una modesta fontanina. Guadagnata infine la sommità della dorsale, dove sorgono i ruderi di quella che un tempo fu l’alpe del Colletto, si prosegue tra i pini del crinale raggiungendo, più avanti, l’esteso, nascosto pianoro, delimitato da muretti, al fondo del quale sorge il terzo alpeggio, quello di Prato Gelato, anch’esso da tempo abbandonato e ridotto a rudere. Seguitando di poco ci si può facilmente portare sino al punto panoramico oltre il quale il crinale precipita.
Tornati all’alpe del Colletto si scende ora dalla parte opposta stando su una traccia che rientrando nella faggeta diventa più evidente. Le numerose svolte che seguono le consentono di abbassarsi con gradualità lambendo, più a valle, una cospicua sorgente dove l’acqua fuoriesce di sotto il sentiero. Sempre continuando, oltre il guado del rio Sicardera, si prosegue con un lungo traverso di poco discendente terminando, più avanti, su una pista forestale che si prende verso valle. Superata una chiusa, asciutta valletta la traccia s’immette su uno stradello nel punto in cui su una roccia si trovano alcune indicazioni. Una volta preso, porterà alle case di Bigiardi, un tempo grossa borgata, oggi raggiunta dalla strada per cui quasi tutte le case sono state ristrutturate. Scendendo, presso un’ampia svolta, là dove sulla sinistra sono ammucchiate delle lose, sulla destra un ometto segnala il punto in cui riparte il Sentiero Balcone. Non passando per Bigiardi abbrevia il percorsa di una diecina di minuti terminando sullo stradello congiungente le poche case di Meisonardi e quelle di La Comba. Altrimenti, fatta la svolta e giunti a Bigiardi, si scende alla strada passando davanti la bella chiesetta della borgata. Allo slargo, si prosegue per strada sino alla successiva svolta, alle case Meisonardi, dove la si abbandona continuando diritti sullo stradello che, come detto, incrocerà il Sb poco prima delle case di La Comba, tutte un rudere, con la bella chiesetta provvista di meridiana. Oltre questo insediamento si prosegue, sempre sul Sb, con lungo tratto in falsopiano, piacevole da percorrere, che procedendo rasenta inizialmente degli estesi terrazzamenti prima di scendere al guado del rio Loatera e poi a quello del rio Sicardera. Prima tra i faggi, poi in un bel bosco misto, la traccia taglia il pendio raggiungendo, di molto più avanti, la bella chiesetta della Madonna della Neve, poi il bivio per Seinera, infine la borgata Combette. Oltre l’ultima casa si scende al rio Piassaglio, che prima si attraversa su un ponticello, poi si risale per un tratto alla sua sinistra sino alla svolta dove inizia il lungo traverso ascendente che riporterà a Pavaglione. Giunti ad un primo bivio si prosegue verso monte perché la traccia in piano porta più a valle alle case Bianchi. Continuando in moderata ascesa, guadagnato più sopra il bivio dove l’anello si chiude, si raggiungono infine le case di Pavaglione.
2 ore e 30 minuti c.ca dall’alpe del Colletto.

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