gita ai monti Pe Brum ed Aiga

Data 17/07/2015 | Categoria: Escursionismo

Relazione di Antonio Stefani.Oggi finalmente si abbandona la pianura, si va verso le alte quote della Valle Stura di Demonte a cercare un po' di refrigerio al clima rovente di questo luglio infuocato (forse che qualche barcone clandestino ha portato fin qui anche il clima africano...? Speriamo di no!).
Già alle 6 di mattino il termometro segna 24°; quest'oggi la Compagnia dell'Anello è orfana di Adriano, il nostro tecnico factotum, nonché leader carismatico conclamato all'unanimità. La giustificazione gli è stata concessa a pieni voti, dato che si è recato in vacanza a spremere nobile sudore a due ruote (M.B.), assieme alla consorte Maria Teresa, sui mitici colli e passi lombardo-altoatesini ormai resi celebri dal Giro d'Italia (Stelvio, Gavia, Mortirolo, ecc. ecc.).
Cominciamo dunque a scarpinare dallo slargo della strada per il Gias Colombart Soprano, 200 metri circa dopo il bivio che conduce alla deliziosa Borgata Ferrere (o Ferriere) di Argentera (Bersezio), dopo il cartello di divieto di transito (la Forestale non ce ne voglia!), posizionato ad una quota di circa 1990 m s.l.m.. Alberto, smaltiti i postumi della “Maladecite” della scorsa settimata, rinfrancato anche dalla sua cura preferita che si chiama “Pratociorliero”, ancorchè rassicurato da Osvaldo, si prepara dunque ad una scampagnata tranquilla e senza patemi su strade, mulattiere e sentieri (le nostre mete odierne sono infatti i monti Pe Brun e Aiga, sulla carta accessibili con facilità da chiunque) ma..., qualcuno (di cui non facciamo il nome, ne tantomeno il cognome, per la privacy naturalmente!) si mette in testa di rompergli le uova nel paniere!; infatti, dopo essere transitati nei pressi del Gias Colombart Soprano m 2250, con l'intenzione di accorciare il percorso che dovrebbe effettuarsi su comodo sentiero attraverso la Bassa di Colombart m 2461 e il Colle del Puriac m 2506, per poi proseguire, sempre su tracce, lungo l'ampio crestone NO, si decide di attaccare le ripide chine del versante NE del Monte Pe Brun. Inizialmente il pendio, pur se abbastanza ripido e faticoso (ci sono anche degli “ometti”), risulta percorribile senza particolari difficoltà, tratti di erba magra si alternano a minuto pietrisco; ad un certo punto scorgiamo alcuni camosci che pascolano tranquilli (non è buon segno, l'esperienza mi dice che la loro tranquillità è sinonimo di sicurezza!); infatti, arrampicandoci con un traverso sulla china finale sotto il suddetto crestone, da sotto apparentemente percorribile senza particolari patemi, ci si accorge che la realtà è ben diversa, ma ormai il “dado è tratto”, e quindi una tranquilla escursione classificabile con difficoltà E, diventa improvvisamente un F molto esposto, fortunatamente solo per un breve tratto.
Superato comunque questo imprevisto ostacolo, ci dirigiamo ora velocemente, usufruendo di una abbastanza marcata traccia di sentiero, verso la nostra prima meta, il Monte Pe Brun m 2797; il percorso è molto facile e si sviluppa lungo il già menzionato ampio crestone NO che nel tratto finale si affila (lo si percorre sul versante francese), per poi sfociare sulla larghissima sommità (cippo di confine e solita costruzione di “ometto” di pietre); foto di rito e, gambe in spalla, si scende per un breve tratto (una sessantina di metri) fino al Passo di Gorgia Grossa m 2733, per poi risalire sempre su traccia di sentiero fino al punto culminante della nostra gita, il Monte Aiga (ma l'acqua dove stà?) m 2835. Qui la vista spazia lungo tutto l'arco alpino di Cozie e Marittime, in primo piano la rocciosa e ardita Cima del Bal o Gorgion Lungo, in basso sul versante francese la serie dei delizioni Lacs de Morgon e Les Lausetts.
Con graditissima sorpresa, proprio mentre stiamo tergiversando su questa cima, per il tramite del sofisticato strumento telefonico di Angelo (non chiedetemi come si chiama!), riceviamo via etere i saluti dell'amico Adriano nientepopodimeno dal mitico Passo dello Stelvio... Chapeau!
Ora, per il percorso di ritorno, scartata a malincuore l'ipotesi di discesa sia dal Passo del Gorgion Lungo, sia da quello di Gorgia Grossa, per formare l'ormai consueto anello, a causa dell'eccessiva ripidità e la mancanza di tracce, nonostante le cartine topografiche negligentemente le riportino, decidiamo di ripercorrere la strada dell'andata (evitando naturalmente le scabrose chine “scorciatoia”), raggiungiamo la Bassa di Ferrere m 2567 e qui, sempre per la cervellotica smania di accorciare il percorso (sapete ormai a chi ci stiamo riferendo!), invece di seguire la traccia che scavalca il nodo quota m 2601 per poi raggiungere il Colle del Puriac, effettuaiamo un traverso su ripide chine malagevoli fino alla Bassa di Colombart, ove alfine ci rilassiamo, pranziamo, plucchiamo e, al suono della campanella ivi posizionata, riprendiamo la strada del ritorno per rituffarci a malincuore dentro le torride atmosfere di “Caronte”. Comunque, di riffa o di raffa, anche oggi un piccolo “cerchietto” lo abbiamo raffazzonato.
Nello scusarmi per l'eccessiva prolissità, sproporzionata al cospetto dell'esigua escursione, la Compagnia dell'Anello vi dà appuntamento per la prossima settimana (fortuna che per le prossime due escursioni non ci sarò, gli amici all'unanimità e senza il minimo tentennamento, mi hanno concesso il visto per l'espatrio, con la tacita speranza della permanenza almeno per i prossimi 20 anni!). Ciao a tutti e buone arrampicate. Antonio Stefani.

Escursione effettuata il 16.07.2015
La Compagnia dell'Anello formata da: Alberto, Angelo, Antonio, Gianni, Osvaldo e Franco
Localita' di partenza: Ferrere
Punto piu' elevato raggiunto: monte Aiga mt. 2835
Dislivello cumulato in ascesa: mt. 976
Sviluppo complessivo del percorso: Km 17,4
Difficolta': E (F per un piccolo tratto)

Tracciato gps

Fotocronaca Fotocronca


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