Punta Maladecia – canalone Sud Ovest

Data 09/07/2015 | Categoria: Alpinismo

Questa punta appare imponente di fronte al santuario di Sant'Anna di Vinadio in tutta la sua bellezza aspra e selvaggia unitamente alle altre cime della catena montuosa comprendente la Testa Gias dei Laghi, il Monte Aver, il Monte della Valletta e la Cima Lombarda.
Il suo nome deriva probabilmente da un retaggio del passato ove le alte quote erano percepite come la metafora di una natura ostile e minacciosa: insomma un mondo da evitare. Da qui scaturisce verosimilmente il toponimo dall'incerta declinazione della radice latina “maledictus” che l'accomuna al nome di altre montagne (es. Maledìa).
Al nome, di per sé già non allegro, si aggiunge una leggenda locale, che associa questa cima alla Rocca della Paur, Vallone di Riofreddo, Testa Malinvern e Vallone dell'Aver, riguardo al "Cours di mort" (processione dei morti), la quale narra di una lunga teoria di anime trapassate che la notte del 2 novembre sbucano dalla Rocca della Paur per raggiungere in un interminabile e spaventoso corteo il vallone dell'Aver per poi scomparire di colpo all'alba al primo canto del gallo.
Ciò non toglie, anzi aggiunge un pizzico di mistero, alla salita di questa vetta con caratteristiche alpinistiche, faticosa seppur breve, ma appagante per lo scenario che offre sull'arco delle Marittime.
Si parte dall'ultimo tornante della strada che sale al colle della Lombarda e la prima difficoltà è l'attraversamento del torrente che scende dal vallone.
Superato questo è tutta ripida salita su rampa detritica ed erbosa con brevi passaggi di arrampicata.
Alla base di alcuni arditi pinnacoli si aggira sulla sinistra un grande masso e si prosegue alla base delle rocce dove si può sfruttare una comoda bancata erbosa.
Più avanti un segnavia blu si dirige a sinistra in uno stretto colatoio (possibile variante, provata al ritorno da Giusy), noi proseguiamo verso il centro del solco e, per l’ultimo incassato canalino di friabili detriti, sbuchiamo sullo stretto intaglio roccioso del colletto che apre la visuale verso il vallone Maladecia.
Dal colletto appare evidente l’ultimo tratto della salita: si traversa a sinistra, all’inizio su roccette e poi su ripido ma facile pendio erboso, e si giunge alla croce della panoramicissima sommità della Punta Maladecia (2745 m).
In discesa, mentre Giusy prova in disarrampicata il canalino segnalato con le tacche blu, Antonio sale sulla punta Sud, di pochissimi metri più bassa, e poi, ricompattata tutta la compagnia, si scende con molta attenzione variando il percorso con un traversone verso sinistra che, transitando presso un pino solitario, scavalca una selletta e scende in un vallone secondario che porta nei pressi dei selvaggi, ma deliziosi, laghetti di Comba Murrè.
Qui è d'obbligo la sosta per il pranzo e per raffreddare nell'acqua fresca i piedi e le caviglie affaticate dall'impervia discesa, dopodiché in breve si discende sulla strada asfaltata e si torna alle auto.

Escursione effettuata il 9 luglio 2015
Compagnia dell'Anello formata da: Adriano, Alberto, Angelo, Antonio, Gianni, Giusy (assenti giustificati Franco e Osvaldo impegnati nei preparativi per il matrimonio dei loro rispettivi figli Marco e Sabrina. A proposito: AUGURI AGLI SPOSI!)
Località di partenza: Vallone di Sant'Anna di Vinadio (CN) 1890m
Punto più elevato raggiunto: Punta Maladecia 2745m
Dislivello cumulato in ascesa: 800 m
Sviluppo complessivo del percorso: 5 km
Difficoltà: F (PD i tratti effettuati da Giusy e Antonio) (vedi scala difficoltà)

Tracciato gps
fotocronaca

...altre foto...


mini video del canalino Giusy



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