Becco Alto del Piz...con anello

Data 04/07/2015 | Categoria: Alpinismo

Buongiorno a tutti!
Era già qualche week end che sentivo il richiamo della montagna ma vuoi per un motivo o per un altro avevo dovuto rimandare, sino a sabato 4 luglio, dove, ho potuto nuovamente percorre un po’ i sentieri di alta montagna con il mio amico di “merende d’alta quota” Riky .
Già ma dove andare…oh “‘d posti e punte na jè tut pien”… già ma occorre fare i conti con i tempi di partenza e di ritorno. E così, visto che sembra che in val gesso di fiocca ce ne sia ancora a profusione, dirotto la mia attenzione verso la val stura…Testa dell’Ubac penso io… ma l’ho già fatta in passato…così ben presto si fa largo in me il tarlo di cambiare cima. Stesso vallone, altra punta, tra l’altro mai fatta.
Unico neo della giornata l’ora di partenza della gita, che con il caldo torrido e afoso di questi giorni rende tutto più difficile
Partiamo infatti dal parcheggio di prati del vallone che sono circa le 10…e fa già caldo …nonostante che siamo a 1700 m di altezza . Saliamo comunque di buona lena il sentiero GTA che ben presto lasciamo prendendo la diramazione verso sinistra che indica Rifugio Lausa. Il passo è buono e talvolta si alza un leggero venticello che si ristora un po’. Spero che in alto la temperatura sia più gradevole.
Passato il primo risalto morenico ci infiliamo in un falso piano pietroso dove illustro la possibilità di deviazione al mio compagno di viaggio il quale di buon grado accetta.
La salita nel largo canalone è dapprima tutta a zig-zag per cui la saluta è agevole, poi più in alto il sentiero scompare sotto il primo nevaio che decidiamo di affrontare dritto per dritto.
“Anche stavota pistuma fioca” dice Riccardo.
La neve comunque ci sostiene bene e saliamo in fretta. Di fronte a noi una balza morenica. Ritroviamo più avanti il sentiero che stavolta sale deciso, per cui la salita diventa decisamente più faticosa. Superata la prima balza…eccone un’altra… e anche questa è bella dritta!
Non ci resta che salire ovviamente e passett passett arriviam a scollinare. Ci si rifocilla un attimo per la parte più difficile e si parte. Indugiamo un attimo su quale sia il canale giusto poi una tacca rossa (ce ne sono a bizzeffe! Forse pure troppe) ci fa individuare la strada corretta. Il canalino sarà lungo 70-80 metri, ma è completamente innevato. Anche stavolta, ovviamente, i miei ramponi sono a casa che ronfano tranquillamente!
Faccio un tentativo e…la neve si lascia sfondare bene, quindi proviamo la salita, prima sulla sinistra e poi sulla destra cercando di smanigliare sulle rocce. Il Canale è bello ripido, ma si sale bene. In breve siamo fuori. Fantastico! Il breve tratto di canalino ci ha trasmesso una forte carica di adrenalina e siamo piuttosto euforici. Ora non ci resta che affrontare la salita finale alla vetta, che si dimostra ripida ma non difficile e segnalata a prova di badagu (che ci fossero troppi segno l’ho già detto?). Dopo circa 20 minuti dal colletto del Vallone siamo in vetta. Sono le 12.30. Ottimo….però che fame. Ecco comparire la tuma e il salame e la fatica se ne va, sciolta da un sole caldissimo che ci fa stare quasi a petto nudo a 2912 m… possiamo solo immaginare come si stia boccheggiando a valle.
Dopo una mezz’oretta però tocca scendere. Le lancette dell’orologio corrono!
Già ma un pensiero alberga ora nelle nostre menti…. E se facessimo un giro ad anello? Tornati al Passo del Vallone una scritta in rosso evidentissima su di una pietra indica il rifugio Zanotti. Si potrebbe fare…un’occhiata al canale di discesa… che appare ripido ma semplice, uno all’orologio…via si va. Scendiamo in fretta e ben presto siamo al laghetto Mongioie dove ci rinfreschiamo all’acqua del rigagnolo che ne fuoriesce. L’acqua è a dir poco gelida, ma oggi è davvero una giornata afosissima per cui tutto ciò che è fresco è ben accetto!
Scendiamo quindi il più in fretta possibile anche perché ora la calura è davvero accecante.. in sottofondo si sente solo lo scroscio dell’acqua del torrente e… le imprecazioni di Riccardo ad ogni tornante di questo interminabile sentiero!.
Finalmente giungiamo alla strada militare che collega il rifugio Zanotti al rifugio Talarico che sono le 14.30. Ci fermiamo un attimo per dissetarci e poi riprendiamo a salire verso il passo soprano delle Scolettas dove sorge un ex ricovero militare che qualcuno a ristrutturato ad abitazione.
Arrivati al passo di fronte a noi immensi pratoni pieni di fiori e finalmente anche un po’ di venticello fresco. Ad attenderci al passo anche una fontanella alla quale ci rinfreschiamo a dovere prima dell’ultima discesa.
Qualche foto di rito, anche perché la bellezza del luogo merita un po’ di attenzione ma poi si deve scendere, cosa che facciamo piuttosto in fretta anche senza correre. In circa un ora siamo di nuovo al punto in cui siamo partiti stamattina, ma con addosso la felicità di una salita molto varia e divertente, l’allegria che contraddistingue le nostre gite fuori porta e…il rossore dovuto a questo sole che oggi ha picchiato come un fabbro arrabbiato !
Un saluto al mio compagno di gita Riky e alla mia metà del cielo , che anche stavolta si è sorbita la sveglia presto quando dormiva della grossa.
Buone gite a tutti!

Difficoltà: F
quota partenza (m): 1750
quota vetta (m): 2912
dislivello complessivo (m): 1350 con il percorso ad anello, 1162 solo per la salita

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