Ancora un anello dalle borgate di Coazze al col Bione

Data 10/04/2015 | Categoria: Escursionismo

Ancora un anello dalle borgate di Coazze al col Bione

Località di partenza: Borgata Rosa mt. 910
Dislivello complessivo: mt. 550 mt.
Tempo di salita: 2 ore c.ca
Tempo di discesa: 2 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle Susa – Musinè - Val Sangone - Collina di Rivoli Fraternali Editore

Gli insediamenti più elevati delle valli del Sangone oggi non hanno più alcun residente fisso specie quelli dove la strada non arriva. Spesso abbandonati e lasciati all’incuria, con molte case in rovina, sono i testimoni solitari di un passato trascorso. Un tempo non era così: come il bosco s’apriva ed il pendio s’addolciva, coltivi e prati consentivano al montanaro di sviluppare un’agricoltura quasi di pura sopravvivenza integrata con l’allevamento di qualche animale. A volte c’era il reddito derivante dalla vendita a valle di un bene a suo tempo ricercato: il carbone di legna. Dove invece il pendio si fa più ripido la realizzazione di estesi terrazzamenti consentiva coltivi altrimenti impossibili. E dove non arrivava l’uomo provvedeva la Fede nella Provvidenza, nella Vergine e nei Santi. Ogni borgata aveva la sua chiesetta o un pilone votivo, vero e proprio edificio di culto e di incontro devozionale utilizzato esclusivamente dagli abitanti della borgata.
Partendo dalla chiesetta della borgata Rosa, passando per borgate dove l’abbandono è tanto, questo itinerario raggiunge il crinale divisorio tra la valli del Sangone e di Susa al col Bione, modesta sella dove sorge una cappella dedicata alla Madonna della Neve ed un’estesa area di sosta. Lasciato questo colle, raggiunto da numerosi sentieri, passando per la panoramica Roccia Corba e i Tre Roc, giunti al colle Remondetto si scende a valle percorrendo un breve tratto del sentiero “Ugo Campagna “ che si lascia subito dopo la fontana Biaviri per la traccia che riporta a Rosa passando per le dirute Prese Tessa, a suo tempo base di un distaccamento partigiano, dove sorge uno dei più bei piloni votivi della val Sangone datato 1832.

Giunti alle rotonde poste nel centro abitato di Giaveno si prosegue in direzione di Avigliana sino alla successiva dove si prende a sinistra per il Selvaggio e Coazze. La strada costeggiando inizialmente il rio Ollasio traversa lungamente in moderata ascesa per borghi e case isolate rasentando più avanti la notevole costruzione del Santuario del Selvaggio dove si prosegue oltre sempre verso Coazze. Appena superato il rio Ollasio si lascia la strada principale prendendo a destra per le borgate montane e la stessa cosa si fa al successivo stop. Quando si giunge al bivio che segue, alla borgata Raudamonte, si svolta a sinistra salendo il lungo rettilineo che porta ad un ultimo bivio dove si prende a destra per le borgate Rosa e Giaconera. Superato il rio, la strada prende a salire e alcune svolte ravvicinate in ripida ascesa consentono di raggiungere la borgata Rosa dove si può lasciare l’auto nello spiazzo a margine della chiesetta.
Continuando sulla strada subito si incontrano delle indicazioni. Qui giunti si prosegue diritti per Ré perché per la strada che sale a Giaconera si ritornerà. Sempre in discrete condizioni, la strada si inoltra nella valletta superando più avanti il rio con tre attraversamenti ravvicinati. Poi si fa più ripida e le numerose svolte che seguono portano a raggiungere le case della borgata Rè, alcune ristrutturate, molte in rovina. Dove sorge il cartello che identifica la borgata parte la traccia che s’addentra tra le case oltre le quali si fa sentiero. Proseguendo si costeggiano quelli che un tempo erano prati e coltivi e con un lungo traverso pianeggiante ci si porta a superare un rio. Così continuando si raggiunge il sentiero che sale da Coazze passando per Brando sul quale ci s’immette in prossimità di una grande casa isolata detta Grange di Gianas dove si sale ancora per un tratto, sempre restando sull’evidente traccia. Uscendo dalla vegetazione si guadagnano le ampie praterie sottostanti e poi la borgata Pianiermo con il bel pilone votivo eretto presso le case quasi tutte in rovina perché a questo insediamento la strada non arriva. Di qui transita il sentiero 425 che da Coazze sale al col Bione passando per Mattonera, che si prende piegando a destra lasciando le case. Un lungo traverso ascendente rasentando il margine superiore delle praterie porta ad un primo bivio per Prese Biancero e poi, più sopra, ad un colletto, crocevia di sentieri, dove si prosegue sempre seguendo l’indicazione per il col Bione. Traversando lungamente in moderata ascesa nel bosco, dove ora predominano le betulle, si raggiungono più sopra ancora delle indicazioni e poco dopo una dorsale dove lasciando per un momento la traccia ci si può portare a delle rocce assai panoramiche sulla valle, sulle borgate della valle del Sangonetto e sui monti che vanno dalla Rocca Rossa al Villano passando per il Pian Real, la Cristalliera, il Malanotte ed il Pian Paris. Un tratto terminale in piano consente infine a raggiungere la modesta sella del col Bione mt. 1430. Qui, dove si incrociano numerosi sentieri, sorge una chiesetta dedicata alla Madonna della Neve, un cippo partigiano ed una vasta area di sosta. Sull’altro versante la vista s’apre ampissima sui monti e sulle borgate della media e bassa val di Susa.
2 ore c.ca dalla borgata Rosa.
Per tornare si può utilizzare il sentiero pianeggiante che transita poco sopra le prese Brunetti rifacendo inizialmente un tratto già percorso sino alle prime indicazioni, oppure si può prendere il sentiero 435, “Dei Franchi” che subito sale alla Cima Piana percorrendo poi il panoramico, aperto lungo crinale che separa le due valli con un modesto saliscendi. Raggiunto l’ammasso roccioso della Roccia Corba il sentiero prende a scendere raggiungendo al fondo, in località Tre Roc, un ampio spiazzo dove, oltre le solite indicazioni, transita lo stradello per le Prese Brunetti, sul quale ci s’immette lasciando il sentiero dei Franchi che scende in val Susa. Rimanendo fedelmente sul crinale un lungo tratto in piano porta al successivo colle Remondetto dove si abbandona lo stradello prendendo a destra per le Prese delle Rose ed il bosco “Ugo Campagna”. Si scende sino ad un primo bivio dove piegando a sinistra subito si oltrepassa la fontana Biaviri raggiungendo poco più avanti un altro bivio. Qui giunti, abbandonata la traccia principale, si scende nel bosco seguendo l’indicazione per le Prese Tessa e la borgata Giaconera segnalata a mezz’ora c.ca. Il sentiero che si prende scende da subito una ripida dorsale piegando poi a destra come suggerito da delle indicazioni. Qui comincia il lungo traverso quasi pianeggiante che più avanti porta alle ravvicinate svolte che precedono l’insediamento abbandonato in rovina delle Prese Tessa, con il vicino pilone votivo, di recente restaurato, datato 1832. Oltre questo insediamento si prosegue allo stesso modo e sempre scendendo si raggiungono più avanti i ruderi delle Case Molere a cui segue ancora un tratto discendente che conduce alla borgata Giaconera. Allo spiazzo che s’apre dove sorge un serbatoio dell’acquedotto termina anche la strada che sale a questa borgata, con le case tutte ristrutturate, che si prende verso valle. Fatte un paio di svolte, in un quarto d’ora, si ritorna alla chiesetta della borgata Rosa dove questo anello si chiude.
2 ore c.ca dal col Bione.

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