Maometto e le macine di Roca Furà

Data 02/01/2015 | Categoria: Escursionismo

Breve ma interessante escursione nei boschi della Bassa Valle Susa dove la presenza dell'uomo è attestata dai numerosi ritrovamenti di epoca antica e anche più recente
Partenza dal Maometto, uno strano dio pagano nascosto nella selva; l'incisione è piuttosto deteriorata a causa degli agenti atmosferici ma mostra chiaramente un piccolo tempio all'interno del quale si trova un personaggio con un mantello sulle spalle e con le braccia levate al cielo; i valligiani lo hanno sempre chiamato Maometto ravvisandovi il profeta; per alcuni pare invece, si tratti di Annibale che durante una sosta arringava le sue truppe, torreggiando sull'alto masso.
L'opinione più attendibile è però quella che vede in questa scultura Giove Dolicheno, un dio venerato dai militi romani, nel I° e II° secolo d.C.; proprio attorno all'attuale Borgone, sorgeva il confine tra l'Impero romano e il Regno di Re Cozio, sulla via che portava alle Gallie; grossi contingenti di soldati mercenari che provenivano dalla città di Doliche in Siria, adoravano per l'appunto Dolicheno, divinità ittita, il cui culto si fuse con quello del romano Giove.
Proseguiamo poi la salita passando dalle borgate Ronchi e Chiampano fino a prendere la bella mulattiera che conduce alla base della Roca Fourà, uno dei contrafforti rocciosi che si innalzano a gradinata alle spalle dell'abitato di Borgone e che rappresentano la potente azione modellatrice e levigatrice esercitata dal grande ghiacciaio quaternario della Valle di Susa.
Questi contrafforti presentano una sommità marcatamente arrotondata, con i fianchi esposti a Sud ripidi e levigati, mentre quelli esposti a Nord si raccordano a fertili ripiani.
Queste falesie sono state in più punti intaccate dall'apertura di cave per lo sfruttamento del pregiato metagranito di Borgone che ha costituito per lungo tempo una primaria fonte di ricchezza per l'economia locale, fiorente attività cessò negli anni '70.
Leggermente più antica la produzione di macine (o mole) da mulino, attività ben visibile sul contrafforte di Roca Furà. Dalle testimonianze delle 'impronte' sulla pareti e sulla volta della Roccafurà è possibile riconoscere le varie fasi di lavorazione adottate per isolare le macine. La cava penetra all'interno dell'ammasso roccioso per una lunghezza di circa 20 m ed una larghezza media di 10 m, sfruttando un livello produttivo di spessore pari a circa 3-4 m.
L'accesso alla cava richiede attenzione, una prima parte è caratterizzata da una scala verticale di 3 metri per poi proseguire su una liscia placconata dove sono stati intagliati gradini nella roccia. Infine un ripidissimo sentiero immette nella cava dove lo spettacolo è assicurato.
Per la discesa percorriamo il bel sentiero che conduce alla bella borgata Achit, dove è possibile visitare un antico forno, poi la borgata Toto e infine chiudiamo l'anello.
Un bel posto...


Data: 02/01/2015
Quota max: 650 m
Partenza da: Borgone di Susa
Quota partenza: 400 m
Dislivello: 250 m
Zona: Valle di Susa
Difficoltà: EE

Album Foto


Notizia proveniente da ..:: LaFiocaVenMola ::..
http://www.lafiocavenmola.it

L'URL della notizia è:
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=7767