08/09/07 Niblé (3365 m slm) - Giro ad anello.

Data 11/09/2007 | Categoria: Escursionismo

Partenza dal Rifugio Levi-Molinari (1849 m s.l.m.), che si trova nell'ampio Vallone di Galambra. Il Rifugio, immerso in un boschetto di larici, si raggiunge percorrendo la SS24 verso Bardonecchia e svoltando a destra poco dopo aver oltrepassato il paese di Exilles, in direzione Grange della Valle (indicazioni ben visibili).
Sulla sinistra idrografica del vallone, un centinaio di metri a destra del Rifugio, si trovano le indicazioni per il Bivacco Blais, Colle d'Ambin e Monte Niblé. Il sentiero è ben segnalato e procede in lieve pendenza lungo il fondovalle per le praterie del Pian delle Marmotte. Percorso il vallone il sentiero inizia a salire fino ad un grosso masso detto Roc del Colle (2371 m s.l.m.), presso cui vi è una sorgente, quindi continua fino ad attraversare alcuni lastroni di roccia (attrezzati con una corda fissa) ed infine con un ultimo tratto piuttosto ripido si giunge al Bivacco Blais (2 ore circa dal Rifugio). Dal Bivacco si prende la cresta a destra (rispetto alla direzione di salita) e seguendo tracce ed ometti si arriva alla base di un torrione roccioso che va aggirato sulla sinistra, seguendo ancora le tracce ed attraversando le eventuali lingue di neve. Non bisogna però farsi ingannare e continuare a seguire gli ometti, che portano alla base del ghiacciaio del Ferrand ma, appena possibile, occorre riportarsi a destra sulla cresta salendo per sfasciumi e roccette (attenzione all'eventuale ghiaccio sulle rocce, essendo il versante esposto a Nord), quindi seguire la traccia di sentiero fino all'ampia anticima e, aggirati alcuni lastroni, alla cima vera e propria, su cui campeggia una croce.

Questa è la teoria. Per non smentirci noi siamo arrivati alla base del ghiacciaio seguendo gli ometti e, calzati i ramponi, lo abbiamo risalito e parzialmente attraversato verso est fino al colletto a quota 3260 m circa sulla cresta verso la Punta Ferrand, per poi capire che da quel lato non si sale, perdere di nuovo un po' di quota, riattraversare il ghiacciaio verso Ovest alla base delle bastionate rocciose che costituiscono il versante Nord della punta del Niblé, riprendere le tracce di sentiero fra gli sfasciumi e raggiungere la vetta: il giochino ci ha fatto perdere quasi 2 ore, in cui però abbiamo continuato il test dei ramponi!

La vista dalla vetta è spettacolare, 360° di montagne senza una nuvola, e l'assenza di vento ci permette di godere del meritato pranzo a quota 3365 m s.l.m., anche in solitudine, visto che per oggi siamo i primi! Mentre scendiamo in direzione del ghiacciaio, questa volta consapevolmente, incontriamo altri che salgono, e che hanno fatto lo stesso nostro errore! La stupenda giornata e l'assenza di nebbia ci convincono a proseguire l'itinerario così come lo avevamo ideato, ossia scendere verso il Rifugio Vaccarone. Riattraversiamo allora il ghiacciaio tenendoci 'a mezzacosta' e puntando alla base della cresta che scende dalla Punta Ferrand in direzione Nord. Tra i detriti alcuni ometti, tra cui uno particolarmente visibile sulla cresta, indicano il passaggio attraverso il Colle dell'Agnello Sud (3160 m sl.m.). Dal Colle lo sguardo spazia ad Ovest verso il Lago Fond Ambin sormontato dal Somellier ed altre cime a noi sconsciute, ed a Est sull'ampio vallone che conduce al Lago dell'Agnello ed al Rifugio Vaccarone (già visibili dal Colle), il Giusalet, il Rocciamelone... Seguendo radi ometti si scende per la morena glaciale e si costeggia quel che rimane del ghiacciaio dell'Agnello Sud, il cui tratto terminale è ormai nascosto sotto il pietrame. Si incontrano però numerosi laghetti glaciali ed il paesaggio è molto particolare, fra sfasciumi e severi pinnacoli e creste, comode morene, rocce montonate e lembi di ghiacciaio. Percorso il vallone fino al bellissimo Lago dell'Agnello (seguendo o meno gli ometti, il percorso è comodo ma diventa comunque difficoltoso in caso di nebbia) ed al Rifugio Vaccarone (2743 m s.l.m., 1 ora e mezza circa dal Colle dell'Agnello) si svolta a destra per il battutissimo sentiero (Alta Via) che conduce quasi pianeggiante in circa 1 ora al Passo Clopaca (2750 m sl.m.). Da qui si inizia di nuovo a perdere quota, sfortunatamente molto lentamente perché il sentiero fa molti lunghi traversi, ma sicuramente in modo molto rilassato, fino ad arrivare ad una malga a pochi metri dal Rifugio Levi-Molinari. A scendere dalla Vetta del Niblé all'auto ci abbiamo messo quasi 5 ore, tra numerose soste per le fotografie e spuntini, ma ne è valsa la pena: il giro ad anello è lunghetto ma se non si perde tempo a giocare sul ghiacciaio si fa tranquillamente in un giorno, includendo anche la salita alla Punta Ferrand (3348 m s.l.m.).


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