Ultimo giorno in Africa, salita sul Vulcano Ol Doinyo Lengai

Data 31/08/2007 | Categoria: Viaggi

Ultima giornata vera dell'avventura africana. E sarà molto piena.

Finalmente si torna a camminare un po' dopo 5 giorni di vita sedentaria sulla Jeep. Sveglia a mezzanotte e dopo un breve trasferimento in auto eccoci alla bsse dell'Ol Doinyo Lengai, che tradotto dallo Swahili significa 'montagna di Dio'. Si tratta di un vulcano ancora attivo che solo lo scorso anno è stato protagonista di una notevole eruzione ben visibile.
Il cielo è stellato come non mai, si vedono miriadi di stelle e molte cadenti (siamo nei giorni ideali); all'inizio il sentiero alle luci delle frontali è comodo e largo, ma sarà un'illusione che durerà poco. Infatti ben presto si inizia a salire sul ripido, in un sentiero con un fondo di 5 cm di polvere che rendono l'aria irrespirabile, ci si deve proteggere naso e bocca. Il sentiero è scavato tra erba secca e vecchie colate laviche, è molto faticoso e sembra di non salire mai. Inoltre fa piuttosto caldo e il sudore misto polvere fa un mix terribile.
Dopo circa 4 ore di camminata molto monotona e faticosa, si è in vista del bordo del cratere, e qui ci sono le uniche difficoltà tecniche, cioè una rampa di roccia piuttosto ripida ma per fortuna ben solida. Qui la polvere lascia il posto ad una puzza di zolfo piuttosto nauseante. Ma finalmente sbuchiamo sul cratere, attendiamo perchè è ancora buio pesto. L'umore non è stato dei migliori lungo la salita, per tanti fattori tra cui la polvere, la fatica e il non vedere nulla..se non fosse successo qualcosa sarebbe stata una gita da dimenticare... invece...
Appena il cielo si schiarisce scendiamo nel cratere camminando su lava più o meno recente, fa molta impressione anche per i rumori che produce, se poi si pensa che sotto potrebbe essere vuoto.. Figuriamoci che sono io ad aprire la fila con una certa incoscienza...
Sembra tutto normale, ci godiamo l'alba, finchè non si sente un bel botto... Dopo qualche minuto ci accorgiamo che da una specie di cupola vicina esce della sostanza nera : LAVA!
Coda tra le gambe e via, (le guide erano rimaste a fare un pisolino al bordo del cratere) ce la stiamo facendo addosso per dirla palesemente.
Vorremmo scendere ma le guide ci rassicurano e ci conducono a vedere la lava da vicino (PAZZI). Sentendoci sollevati ci avviciniamo per edere questo spettacolo decisamente insolito e credo irripetibile. I fumi del vulcano tra i colori dell'alba completano l'atmosfera. Ci aggiriamo tra pinnacoli fumanti e colate laviche, ne sta uscendo davvero tanta!
Poi verso le 7.30 inizia la discesa, molto diretta, ma ancora più polverosa della salita; inoltre la polvere copre le rocce lisce quindi le scivolate sono all'ordine del giorno. La stanchezza del non aver dormito si fa sentire, arriviamo alle jeep alle 11 circa, distrutti e sporchissimi.

Ma la giornata è ancora intensa. Dopo un buon pranzo e piccolo riposino, si parte per andare a vedere le vicine cascate Ngara Sero , sembra incredibile che a 2 passi dal deserto ci sia così tanta acqua che scende, davvero notevoli. Si può anche fare tranquillamente il bagno dentro.

Di ritorno ci facciamo portare in riva al Lago Natron, per vedere i fenicotteri che però sono molto lontani, essendo la stagione secca l'acuqa si trova molto lontana. Mentre gli latri si accontentano di vederli da lontano, io salto 3 o 4 corsi d'acqua (meno male che ero bravo nel salto in lungo) e mi avvicino alla riva del lago, dal quale si gode di uno spettacolo non indifferente su questi splendidi animali. Peccato che ho dovuto camminare per mezzora per poterli raggiungere, ma ne è valsa la pena!

Ritorno al campeggio dove assistiamo all'ultimo vero tramonto africano, qui termina effettivamente l'avventura, perchè l'indomani ci aspetta il lungo ritorno ad Arusha e il giorno dopo la partenza verso l'Italia.

Data: 14 agosto 2007
Quota max: 2890
Partenza da: Lago Natron
Quota partenza: Base del vulcano
Dislivello: 1400
Zona: Tanzania Africa Centrale
Difficoltà: F

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