Un anello per il monte Meidassa dal rifugio Barbara Lowrie

Data 13/09/2013 | Categoria: Escursionismo

Un anello per il monte Meidassa dal rifugio Barbara Lowrie

Località di partenza: Rifugio Barbara Lowrie alle Grange del Pis mt.1756
Dislivello complessivo: mt. 1500 comprese alcune risalite
Tempo di salita: 5 ore e 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E. EE I tratti discendenti dal passo Luisas e dal col Manzol
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

Il monte Meidassa si trova sulla cresta spartiacque tra la valle del Po e quella del Pellice. La vetta è un detritico panettone tondeggiante di facile accesso che garantisce un’ottima vista sia sulle cime dell’alta valle Po e del gruppo del Monviso, sia su quelle della val Pellice. Il nome deriva da un toponimo locale: meidassa significa infatti pascolo cattivo e si riferirebbe alla zona sottostante la montagna che era invece chiamata Granero Mozzo (Graniè Mout).
Questo lungo, impegnativo anello raggiunge la vetta della montagna partendo dal rifugio Barbara Lowrie nel vallone dei Carbonieri in val Pellice. Percorso l’interminabile, incantevole vallone del Pis, giunti al colle Armoine (Dar Moine) si scende alla parte superiore del Pian Mait di Viso in valle Po risalendo poi ai ruderi della caserma dove parte il sentiero per il colle Luisas. Da questo l’accesso alla tondeggiante cima, avendo dirimpetto l’impegnativa salita al monte Granero, è cosa semplice ed elementare. Invece la discesa dal colle Luisas verso il lago Gelato ed il lago Nero è assai impegnativa, riservata ad escursionisti esperti, sviluppandosi il percorso lungamente su ripida, instabile pietraia. Giunti al fondo si risale al colle Manzol scendendo poi l’impegnativo canalino sulla traccia che ritorna nel vallone del Pis che ripercorso riporta al rifugio Barbara Lowrie.

Giunti in val Pellice, superato l’abitato di Villar, si prosegue per poco in direzione di Bobbio sino al bivio segnalato per il rifugio Barbara e il vallone dei Carbonieri. Lasciata la provinciale e superato il ponte sul torrente Pellice si piega a destra subito salendo all’interno della valle dove scorre il rio Guicciard. Sempre asfaltata, ripida e stretta la strada addentrandosi guadagna progressivamente quota superando nel procedere alcuni casolari, più su alcuni alpeggi, terminando all’incantevole pianeggiante conca delle Grange del Pis dove sorge il rifugio Barbara Lowrie nei pressi del quale si lascia l’auto.
Dovendo superare inizialmente la cerchia rocciosa che chiude la conca, lasciate sulla destra le vecchie costruzioni dell’alpeggio, si attraversano i pascoli oltre il rio dove, man mano si procede, la traccia diventa più evidente e segnata. Progressivamente alzandosi il sentiero si porta in direzione di un canalino, che si risale, e le svolte sempre più ravvicinate che seguono consentono di raggiungere un colletto dove la traccia piega decisamente verso sinistra da qui intraprendendo il lunghissimo traverso nel vallone del Pis che porta al colle Armoine. Alternando lunghi tratti quasi in piano ad altri dove si sale, superati nel procedere un paio di scavati rii, si giunge, di molto più avanti, al bivio segnalato per il colle Manzol avendo già in vista il ripido canalino che si percorrerà tornando. Proseguendo stando su una dorsale, rasentato il lago Arbancie, minuscolo specchio d’acqua, la traccia si porta sempre più verso il fondo del vallone. Un lungo tratto quasi in piano consente di raggiungere un altro lago, a stagione avanzata ridotto a pozza, il lago di Piena Sia, affrontando poi le ultime svolte sul pendio che permettono di uscire al colle Armoine mt. 2690 dove improvvisamente la vista s’apre sul Monviso e sulle cime dell’alta valle Po avendo sovrastante l’incombente l’estesa mole rocciosa del monte Meidassa che si dovrà raggiungere.
3 ore c.ca dal rifugio Barbara.
Scendendo per un breve tratto dalla parte opposta si lascia poi la traccia che prosegue per il Pian del Re per quella che taglia inizialmente l’erboso pendio. Il sentiero che ora si percorre, recentemente sistemato, dopo un primo tratto quasi in piano prende poi a salire affrontando un impegnativo canalino dove occorre porre un minimo di attenzione. Raggiunto uno sperone roccioso la traccia scende con ampie svolte verso i piani superiori del Mait di Viso perdendo all’incirca 100 mt. di dislivello. Giunti al fondo ci si immette sulla più ampia traccia che sale dal Pian del Re e, superato un primo tratto per rocce affioranti, si affrontano poi le successive svolte che consentono di raggiungere la caserma abbandonata dove si divide. Lasciata quella di sinistra per il colle delle Traversette, si prende quella segnalata per il passo Luisas già in vista. Sempre ben evidenziato da segnature gialle, il sentiero subito s’inoltra nella pietraia e le numerose svolte che seguono consentono di uscire di sopra al passo mt. 3019 dov’è incombente il monte Granero con l’impegnativa cresta est che lo raggiunge. Invece ci si porta dalla parte opposta e facilmente, in una ventina di minuti, si raggiunge la cima del monte Meidassa mt. 3107 con spettacolare vista sulle cime del gruppo del Monviso da una parte, e su quella della val Pellice dall’altra, spingendosi lo sguardo ben oltre sino al lontano gruppo del Rosa dove, alla sua sinistra, emerge evidente il Cervino.
2 ore e 15 minuti c.ca dal colle Armoine.
Scesi al passo occorre ora affrontare la parte più impegnativa del percorso: la discesa al Lago Gelato ed al Lago Nero e subito s’intuisce cosa si troverà scendendo. Sebbene siano sempre presenti le segnature biancorosse, da non perdere che individuano il cammino, non c’è traccia di sentiero perché questo lungo tratto discendente si svolge totalmente su pietraia. Ci si abbassa, sempre ripidi, facendo attenzione a dove si mettono i piedi per l’instabilità delle rocce che alternandosi a friabile ghiaietto rendono la discesa assai impegnativa. Visto poi da valle ci si chiede come si sia potuto scendere un pendio roccioso così configurato. Raggiunto al fondo il Lago Gelato, ancora si scende sino al successivo Lago Nero dove si intercetta il sentiero che sale dal rifugio Monte Granero, sul quale ci s’immette. Le diagonali ascendenti che seguono, in ripida ascesa, consentono di uscire al col Manzol mt. 2694 che faticosamente si raggiunge. Il sentiero transita di poco sopra del punto di massima depressione ed il primo tratto discendente è un canalino un tantino impegnativo, specie con neve o ghiaccio. Alcune catene fisse opportunamente predisposte facilitano il transito. Superato questo tratto, si scende a svolte ripetute, perdendo quota, portandosi la traccia alla base del pendio, dove si prosegue per detriti e rocce rotte e affioranti, così giungendo al bivio per il colle Armoine dove questo anello si chiude. Non resta che fare a ritroso la strada già fatta salendo ripercorrendo il lunghissimo vallone del Pis con le svolte discendenti il canalino che portano a raggiungere al fondo il grande piano dove sorge il rifugio Barbara Lowrie.
3 ore e 30 minuti c.ca dalla vetta del monte Meidassa.

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