PUNTA CASSANA PIZA DA RIN CON GIPETO

Data 07/09/2013 | Categoria: Alpinismo

Veloce incursione in zona extradoganale nella bellissima valle di Livigno.
Giusto il tempo di regolare il conto in sospeso con due cimette ai margini del parco Nazionale dello Stelvio e del parco Nazionale Svizzero, in ambiente paesaggisticamente straordinario, con le rocce rosse delle montagne,o bianche abbaglianti come nel deserto, contrastanti con il blu del magnifico lago, il verde dei prati e dei lariceti, il bianco del gruppo Bernina e naturalmente se c'è il cielo limpido di settembre.Le cime in questione sono la Punta Cassana o punta del Salient Alto, più ad est e più anonima anche se più alta e la cima Cassana o meglio chimata Piza da Rin dai locali, un bianco dente acuminato che domina la parte nordest della valle con sagoma inconfondibile.
Le due puntine sono collegate da una esile, dirupata e franosa crestina di terra e fine pietrame nel quale è intagliato il colle del Salient che può essere salito dal versante italiano e da quello svizzero.
Lo scorso anno pervenendo dal versante svizzero, previo transito dal Passo Cassana mi ero arenato a 300 mt dal colle stesso dovendo tagliare il ripidissimo ghiaione sotto la Piza da Rin con le scarpe da MTB, su un esilissima traccia che si perdeva proprio sotto il passo e non sembrava troppo salutare procedere.
Tre anni prima mi ero arreso su altro traverso di un ghiaione misto terra dura dentro il vallone sospeso della valle Salient, lato Livigno, anche il quel caso con prudente ritirata per evitare tratti di precario equilibrio e possibili ruzzoloni in area completamente dimenticata da esseri umani e non avendo tempo per ricercare migliori zone di passaggio.
La meteo odierna è spettacolare senza una nuvola.
Alle 9,00 parto risalendo la ripida costiera di larici sopra la val Federia fino a sbucare nei radi prati sottostanti i ghiaioni basali del lato sud della cresta che discende da Piza de Rin cercando di seguire il sentiero nr 174 che viene indicato su alcune carte.
Il problema la scarsa e scarna segnaletica costituita da qualche bandiera biancorossa su rocce o paletti che spesso fanno venire molti dubbi sulla correttezza del percorso. Un lungo traverso sotto i ghiaioni porta alla base della valle sospesa del Salient, dove si deve attraversare un bianca striscia di calcare che vista da Livigno sembra una cascata, al centro di un canalone con due passaggi esposti. Giunti sul lato orientale del canalone la traccia diventa molto vaga e si risale a caso uno speroncino erboso per circa 100 mt sul fianco del canalone stesso dato che dall'altra parte il ridipo solco del rio Salient propone un salto di circa 70-100 mt Il sentiero ricompare più marcato sotto forma di esile traccia terrosa che oltrepassata una spalla con roccette si avvicina al torrente proponendo sempre inquietanti canali vertiginosi senza possibilità di appigli. La cosa più conveniente dopo la spalla di roccette è risalire un tratto della soprastante ripida costiera erbosa mista a piccole roccette calcaree in fase di disgregamento che riempie il pendio di fine detrito scivoloso che richiede molta molta attenzione soprattutto in discesa. Mentre effettuo la risalita appoggiando le mani, una rasoiata nell'aria, sopra la mia testa a circa 1-2 mt un bellissimo gipeto mi viene a ricevere o forse voleva aggredirmi boh. Riesco a prendere la Nikon mentre il grande volatile effettua 2 volteggi sulle mie orecchie, poi misteriosamente arrivano circa 40 corvi che interrompono il volo e costringono il rapace a fuggire. Spettacolo. Sopra il pendio si rivede in alto nuovamente un segnalino e raggiuntolo si prosegue ora su traccia più marcata fino al ghiaione terroso che propone un infido traverso su traccia di circa 15 cm nel mezzo del pendio di pietre.
Cerco un alternativa che trovo scendendo circa 30 mt di quota e attravesrando il ghiaione dove è più stabile fino al punto in cui il pendio diviene convesso e si avvicina a un isolotta rocciosa con crestina di massi che aiuta a superare il rognoso tratto. Sopra il pendio spiana e si risale la valletta sospesa in ambiente che assume contorni desertici costellato di detriti piccoli e grandi senza un filo d'erba.
Dopo un secondo ripiano alcuni piccoli camosci si allontanano sulla destra al fianco della mamma a due a due, spettacolo fantastico, e poco più in alto un gruppo di 18 stambecchi si smuove ma non troppo alla mia vista. Che faranno qui boh. Trovo una palina con doppia indicazione per Piza da Rin e proseguo nel centro del vallone fino sotto al colle transitando nei pressi dello smeraldo costituito dal laghetto del Saliente. La risalita al colle negli ultimi 20 metri è alquanto problematica non essendo visibile alcuna traccia nell'immensa distesa di piccoli massi e terra. Giunti in cresta un ometto di pietra indica il colle . Uno sguardo in Svizzera conferma la notevole difficoltà a risalire il ripidissimo pendio terroso detritico. Seguendo verso dx si prosegue verso la Punta Cassana sull'esile traccia di cresta parecchio esposta su entrambi i versanti. Procedendo con prudenza in 2h 20 dalla partenza sono in vetta . Il panorama oggi è spaziale sul Bernina, sull'Ortles e su tutte le cime della valle di Livigno e del vicino parco Svizzero e naturalmemte sulla vicina Piza da Rin.
Scendo la cresta con molta cautela in quanto un capitombolo è molto sconsigliabile non essendoci alcun appiglio e giunto al passo provo a risalire la cresta verso la Piza Da Rin. Il dislivello sarebbe poco, 70-80 mt, ma a 200 mt dal castello di vetta la cresta si assottiglia e propone un tratto molto delicato e poco proteggibile con gendarmi di pietra e terra ripidissimi ed esposti.
Da solo preferisco ritornare sui miei passi fino al colle e ridiscenderlo non senza qualche problema vista la ripidità del pendio. Dopo aver perso 300 mt di quota e fatto spostare il branco di stambecchi imbocco a quota 2650 mt circa la traccia per la cresta sud della Piza da Rinn che si inerpica per un ennesimo ripido ghiaione con qualche tratto infido soprattutto nell'uscita( che p....) . La cresta superiore invece è molto larga e terrosa e permette di risalire velocemente in direzione del castello di vetta dove l'ennesimo ripido e duro pendio terroso pone qualche problema nella percorribilità. Giunti sotto la vetta rimane il breve tratto di arrampicata, circa 30 mt per raggiungere la crocina . Il panorama è fantastico potendo vedere anche Livigno ed il suo lago. Rimango poco in vetta e ridiscendo le roccette, e il ripdo pendio terroso e poi velocemente fino al ripido ghiaione di accesso alla cresta che nei primi 10 mt costringe a disarrampicare.
Giunti nel vallone si procede veloci fino al secondo ghiaione dove decido di seguire l'esile traccia, ma giunto a metà ho la conferma nuovamente della pessima scelta quando 10-15mt di dura terra cercano di far perdere l'aderenza ai miei scarponi. Con due tre salti passo il punto critico e arrrivo sull'erba.Rimane da scendere il ripdio pendio erboso con ghiaia dove disarrampico usando anche la piccozza che mi ero portato dietro per cautela.
Ripasso il canalone con cascatella ed esco sui prati per un veloce rientro alle 13,45 all'auto in tempo per un bello spiedone della casa alla baita Federia.
Dislivello complessivo 1500 mt
Ambiente spettacolare e ricco di fauna selvatica
Peccato la scarsità di segnaletica che rende avventuroso il percorso già di suo difficile per la natura del terreno e la scarsa frequentazione

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