Un anello sui monti di Mompantero. Dalle grange Sevine, all'alpe Arcella, al Tour

Data 21/06/2013 | Categoria: Escursionismo

Un anello sui monti di Mompantero. Dalle grange Sevine, all’alpe Arcella, al Tour.

Località di partenza: Borgata Chiamberlando mt. 1260
Dislivello: mt. 900
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

Partendo già in quota, dalla borgata Chiamberlando non lontana dalla monte Molaras, questo itinerario nel primo tratto, oltre Sollietto, si inerpica ripido raggiungendo l’insediamento da tempo abbandonato e diruto di Servel da dove si scende a guadare il rio Rocciamelone. Si risale poi l’opposto versante sino alle storiche grange Sevine oltre le quali si ancora procedere verso l’alpe Arcella. Raggiunta la strada di sevizio all’alpeggio, coincidente con il GTA, la si percorre lungamente sino all’alpe Costa Rossa e poi al Tour per poi tornare a Chiamberlando per altra via.
Vario ed interessante, questo anello alle pendici del Rocciamelone transita per le grange Sevine dove nell’agosto 1944 i partigiani dello Stellina riportarono una brillante vittoria sui nazifascisti. Si sviluppa nella prima parte nel vallone del rio Rocciamelone, aspro e dirupato, dove l’attraversamento del torrente, allo sciogliersi delle nevi, potrebbe risultare assai impegnativo, per non dire proibitivo: pertanto questo itinerario sarebbe meglio effettuarlo a stagione avanzata. Dal Tour a Chiamberlando si scende a valle su un sentiero oggi poco frequentato che percorre lungamente una dorsale attraversando luoghi dove emergono degli spettacolari torrioni rocciosi.

Raggiunta Susa si segue l’indicazione per il Rocciamelone prendendo la strada che oltre Mompantero subito sale restringendosi. Toccando per via borgate e case sparse, con alcuni tornanti si rasenta la chiesetta della Madonna dell’Ecova dove ancora si prosegue lungamente sino alla borgata Braida. Di poco più avanti si lascia la strada principale seguendo l’indicazione per Chiamberlando e Mompantero Vecchio. Le svolte che seguono, numerose ed in forte ascesa, consentono alla strada di raggiungere il successivo bivio dove si prosegue per Chiamberlando. Qui l’asfalto si trasforma in sterrato, sempre in discrete condizioni perché ben mantenuto, raggiungendo un colletto oltre il quale si giunge in vista della borgata. Si può lasciare l’auto allo slargo all’inizio dell’abitato dove, poco sopra, troneggia un enorme traliccio elettrico.
Ci si inoltra tra le case, quasi tutte ristrutturate, superando le fontane sino alla superiore dove, poco sotto, è stato realizzato un grazioso plastico in miniatura di un villaggio di montagna. Proseguendo sul “Sentiero dei Monaci” si esce dalla borgata, prima per prati, poi nella pineta sino alla vasca dove sulla sinistra si stacca il sentiero che si percorrerà tornando. Giunti nuovamente alla strada e lasciato il “Sentiero dei Monaci” che scende a Foresto, si continua su questa subito raggiungendo Sollietto, con le case tutte rimesse a posto, oltre il quale ancora si prosegue rimanendo sempre sullo stradello. Al successivo bivio si segue la traccia verso monte, interdetta ai mezzi non autorizzati, subito trovando una prima indicazione per le grange Sevine, Arcella ed il colle della Croce di Ferro, che si prende. Si sale ripidi nel bosco presto uscendo più su sullo stesso stradello dove dalla parte opposta riprende il sentiero. Si percorrerà ora un lungo tratto del sentiero 560 che unisce l’abitato di Foresto al colle della Croce di Ferro, transitando per le grange Sevine e l’alpe Arcella. Si sale il ripido pendio, faticosamente, stando sulla traccia selciata che permetteva un tempo alle mandrie di salire agli alpeggi. Superato un tratto protetto la pendenza si attenua aprendosi la vista sul dirupato vallone dove in basso scorre impetuoso il rio Rocciamelone e sull’estesa parete delle rocce di Carcavel che emerge dall’altra parte. Riprendendo a salire subito si raggiunge l’insediamento da tempo in abbandono e diruto di Servel e poi una dorsale oltre la quale si comincia a scendere nella faggeta raggiungendo al fondo prima un pilone e poi il rio Rocciamelone che si attraversa risultando il guado impegnativo allo sciogliersi delle nevi. Si risale poi l’apposto versante, ancora nella faggeta e poi nel rado lariceto, praticando le svolte sull’erboso pendio che permettono di uscire più sopra alle storiche grange Sevine poste al centro di un’ampia conca pascolativa. Tralasciata l’indicazione del “Sentiero del Partigiano”, che porta più a monte, si prosegue sempre seguendo le onnipresenti segnature biancorosse. Traversando lungamente, quasi in piano, si passa sotto una parete rocciosa, avendo in vista, giù al fondo, il guado sul torrente attraversato. Superato un modesto rio, si raggiungono gli estesi pascoli sotto l’alpe Arcella, già in vista. Per raggiungerla si risale un’erbosa dorsale, faticosamente, stando su una traccia segnata ora dai paletti con gli anelli e le svolte che seguono permettono infine di raggiungere uno stradello e poi l’alpe Arcella mt. 2008, punto più elevato del percorso, dove il sentiero 560 prosegue verso la Capanna Sociale Aurelio Ravetto ed il colle della Croce di Ferro segnalati ad un’ora e quaranta minuti.
2 ore e 15 minuti c.ca da Chiamberlando.
Occorre ora raggiungere il Tour e questo lo si fa percorrendo per un tratto il GTA che coincide con lo stradello di servizio all’alpeggio. La traccia riprende quasi in piano, o scendendo, sempre di poco, incontrando nel procedere tre incassati, corposi rii che unendosi più a valle danno vita al rio Rocciamelone, chiusi da gole dove, specie ad inizio stagione, ancora permangono lingue di neve compattata. Poi l’ambiente si addolcisce quando si entra nel lariceto così raggiungendo il colletto con la teleferica e poi la piccola spianata dove sorge un modesto monumento posto dai partigiani dello Stellina in ricordo di Aldo Laghi, alias Giulio Bolaffi, loro comandante e, su una roccia, una targa in ricordo dei 60 anni della nostra Costituzione. Proseguendo si supera l’ampia costruzione dell’Alpe Costa Rossa e poi, poco dopo, si raggiunge il bivio dove si lascia la strada che prosegue verso il Trucco e Susa, prendendo a sinistra per il Tour. Rasentato e superato ancora un alpeggio, si scende tra le case tutte raggruppate attorno alla fontana e alla chiesetta.
1 ora c.ca dall’alpe Arcella.
Si riprende poi la strada che porta alle ultime case, quelle poste più in basso. Dopo l’ultima svolta, sulla sinistra, si stacca il sentiero 559 segnalato alla partenza da un ometto e segnato, sino a Chiamberlando, dalle solite sbiadite tacche biancorosse. Sempre evidente, sino alla meta, non si discosta nello scendere, dalla dorsale che separa il versante di valle da quello dove scorre il rio Rocciamelone, portandosi alternativamente da una parte o dall’altra. Raggiunta una spettacolare prima zona, dove, nella rada vegetazione emergono pinnacoli e rocce, si entra poi nel bosco alternandosi i pini silvestri ai faggi oppure i maggiociondoli a seconda del versante percorso. Lunghi tratti dove si scende, si sostituiscono ad altri più in piano, sempre proseguendo sulla piacevole traccia a margine della dorsale. Alcune svolte e poi un ripido tratto finale portano sullo stradello per Sollietto, già percorso salendo, nel punto in cui questo anello si chiude. Per il sentiero che scende nella pineta si ritorna poi a Chiamberlando. In alternativa, volendolo, si può proseguire sulla strada e, superata la fontana ed il monumento partigiano, lasciato il “Sentiero dei Monaci” che scende a Foresto, si può salire per ultimo in vetta al vicino monte Molaras dove, al posto della croce emerge un enorme traliccio elettrico. Poi, sempre per strada, in un momento si torna alla borgata.
1 ora e 15 minuti c.ca da Tour.

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