Un anello da Pra Piano-Forte S. Chiara a Bar Cenisio

Data 07/06/2013 | Categoria: Escursionismo

Un anello da Pra Piano – Forte S. Chiara a Bar Cenisio

Località di partenza: Pra Piano – Forte S. Chiara mt. 1519
Dislivello: mt. 600 c.ca considerando alcune risalite
Tempo complessivo: 5 ore c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia –Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

I pendii attraversati dalla statale n° 25 del Moncenisio che degradano a valle verso Venaus e Novalesa, nella parte bassa ripidi e ricoperti da fitti boschi, verso l’alto, dove la pendenza si attenua, si aprono agli estesi pascoli costellati dalle costruzioni degli alpeggi.
Questo itinerario, partendo già in quota, da Pra Piano dove è presente il forte di S. Chiara, traversando tocca da prima gli alpeggi più elevati, quelli fuori dalla copertura arborea, superati che si hanno si scende a Bar Cenisio percorrendo lungamente una mulattiera militare. Si ritorna infine a Pra Piano lungo una mutevole traccia che traversando tocca ora gli alpeggi posti più in basso a cui segue un lungo spostamento nel bosco fatto di saliscendi, mai troppo faticoso considerando che Barcenisio e Pra Piano mediamente si trovano alla stessa altitudine. Sulla strada del ritorno si attraversa anche la condotta forzata che alimenta la centrale di Venaus: un manufatto veramente impressionante.
Se si esclude il primo tratto, quello che salendo ripido porta alla bergeria Martina dove parte il sentiero per il rifugio Avanzà tagliando in quota i pendii della val Clarea, questo itinerario può considerarsi a tutti gli effetti una lunga ma piacevole escursione.

Raggiunta Susa si prosegue oltre sulla statale n° 25 del Moncenisio sino a superare Giaglione. Dopo questo abitato, effettuati alcuni tornanti, al bivio per la val Clarea – S. Chiara si lascia la statale prendendo a sinistra la strada che inoltrandosi nel castagneto raggiunge più avanti i prati e poi le case poste nei pressi di un successivo bivio dove si tralascia l’indicazione per la val Clarea proseguendo diritti per S. Chiara. La strada sale da subito ripida e con numerose svolte ascendenti nel bosco giunge a Pra Piano, pochi casolari posti a lato di un grande pianoro, ove emerge il vecchio forte di S. Chiara. Come la strada asfaltata termina ed inizia lo sterrato, presso uno slargo, si lascia l’auto.
Per lo stradello che prosegue verso le condotte si tornerà, pertanto si prende a sinistra il sentiero segnalato per il rifugio Avanzà che subito sale ripido nel boschetto di faggi. Sempre ben segnata dalle solite tacche biancorosse, la traccia sale lungamente una dorsale sino a che, usciti dal bosco, si incontrano i primi pascoli in abbandono e poi un modesto rio. Le svolte che seguono, in forte ascesa, portano al punto in cui si vede il alto la costruzione dell’alpeggio della bergeria Martina che si raggiunge al termine di un lungo tratto ascendente traversando per i pascoli posti sotto la costruzione. Oltre la fontana, fatta la svolta, si lascia la traccia che prosegue verso la val Clarea ed il rifugio Avanzà per continuare sullo stradello che s’inoltra lungo il pendio passando a monte della bergeria Mabert superata che si ha ci si immette sulla più ampia traccia che termina presso una strana costruzione che altro non è che il pozzo piezometrico della condotta forzata che alimenta la centrale di Venaus. Infatti, di poco più a valle, appare evidente il punto in cui questa fuoriesce. Proseguendo lo stradello si restringe e percorso un tratto dove si sale di poco, si raggiungono le grange Marzo, punto più elevato dell’anello mt. 2015, dove sorgono numerose indicazioni.
1 ora e 45 minuti c.ca da Pra Piano.
Per i ruderi di questo alpeggio transita il sentiero 582 che verso monte conduce al rifugio Avanzà passando per le grange ed il vallone della Vecchia, verso valle scende a Bar Cenisio che si dovrà raggiungere. Da questo punto, sino al ritorno a Pra Piano, è stata di recente posizionata una nuova cartellonistica segnalante mete e tempi di percorrenza che sarà di prezioso aiuto soprattutto nella parte finale del percorso. Quella che ora si percorrerà è una notevole traccia che all’origine era certamente una mulattiera militare. Infatti scende il pendio con le svolte nel lariceto che si ripetono ad intervalli regolari per poi, oltre un passaggio tra delle rocce e l’attraversamento di un rio, raggiungere uno slargo protetto da un muraglione dove un ingresso in caverna è interdetto da un cancello. Ora la traccia si amplia e dopo alcune svolte si fa più pianeggiante ed acciottolata. Si prosegue, quasi in piano o scendendo di poco, lungamente, sino all’attraversamento del rio Berta, che si guada. Poco oltre, lasciato lo stradello, che comunque terminerà ugualmente sulla statale, si prende un sentiero che parte sulla destra che inoltrandosi costeggia i prati stretto dai soliti muretti. Più avanti si raggiungono le prime case di Bar Cenisio e poi la statale sulla quale si sta per un breve tratto superando nuovamente il rio Berta qui oggetto di ingenti interventi di consolidamento dopo una recente alluvione. Subito dopo si trovano le indicazione per Pian Suffì e Pra Piano e, come detto, queste si ripresenteranno puntuali sino al punto di ritorno.
1 ora e 15 minuti c.ca dalle Grange Marzo.
Sino a Pra Piano si percorrerà ora un lungo tratto del “Sentiero dei Monaci”, estesissima traccia che partendo da Giaglione termina a Foresto dopo aver attraversato per monti tutta la val Cenischia ed un buon tratto della val di Susa. Lasciata la statale si prende lo stradello bitumato per poi, alla svolta, proseguire diritti traversando nel bosco su sentiero. Si termina così sulla strada asfaltata sulla quale si sta per un breve tratto, sino al ponte sul rio Clanero, oltre il quale si trasforma in sterrato. Subito dopo, lasciata quella verso valle, si prosegue in piano seguendo l’indicazione per l’alpe Pravareno. La singolare ampia, pianeggiante traccia s’inoltra lungamente nella pineta sino al successivo bivio dove si lascia quella che continua verso monte, per l’alpeggio, per quella che prosegue in piano e che superata più avanti una casa tra i prati raggiunge la Grangia l’Adrè dove termina. Qui giunti ci si addentra tra le case proseguendo sul “Sentiero dei Monaci”, sempre ben segnato e segnalato dalle indicazioni che d’ora in avanti saranno di prezioso aiuto. Proseguendo nel bosco, subito attraversato un rio, si raggiunge Pian Suffì, poche case poste in un’incantevole posizione. L’indicazione suggerisce di trascurare lo stradello che giunge da valle per il sentiero che inizialmente sale verso monte diventando più evidente una volta rientrati nel bosco. Il breve tratto nella faggeta che segue porta a raggiungere il punto in cui transita la condotta forzata che alimenta la centrale di Venaus che si attraversa su di un ponte in ferro con tavolato in legno sorretto da spallette di calcestruzzo. Veramente un’opera impressionante: ad occhio e croce la tubazione dovrebbe avere un diametro di c.ca due metri. Superato questo manufatto si riprende a traversare lungamente nel bosco con modesti, continui saliscendi. Oltre una pietraia e aggirato un ammasso roccioso, superati due rii, alcune svolte discendenti portano al punto in cui il sentiero termina ad uno slargo su di uno stradello, sul quale ci si immette, che si percorrerà lungamente sino a Pra Piano. Dopo un primo tratto nella faggeta, quello che segue attraversa una zona brulla, con molti alberi abbattuti, probabilmente attraversata a suo tempo dalla valanga. Lungamente continuando più avanti si termina sulla strada che porta al punto d’uscita della condotta forzata, sulla quale si sta per un breve tratto, subito raggiungendo lo slargo a Pra Piano, nei pressi del forte S. Chiara, dove questo anello si chiude.
1 ora e 45 minuti c.ca da Bar Cenisio.

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