Un altro anello nel vallone degli Invincibili

Data 24/05/2013 | Categoria: Escursionismo

Un altro anello nel vallone degli Invincibili

Località di partenza: Monumento ai Battaglioni Alpini sulla via XXV Aprile, poco oltre il ponte sul rio Subiasco, all’inizio dell’abitato di Bobbio Pellice mt. 720
Dislivello complessivo: mt. 800
Tempo complessivo: 5 ore e 30 minuti c.ca.
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

Partendo da fondovalle, da Bobbio Pellice, questo itinerario, guadagnata la borgata montana di Serre Sarsenà s’addentra poi in profondità all’interno della valle dove scorre il rio Subiasco e toccando la sommità della Rocha Chabert raggiunge l’alpeggio di Barma d’Aut. Si torna poi per la singolare traccia “andina” che porta alla borgata Bessè percorrendo il “Vallone degli Invincibili”. Traversando ci si chiede come sia stato possibile concepire e tracciare un percorso così ardito in questo aspro, selvaggio, dirupato vallone affrontando e risolvendo genialmente difficoltà all’apparenza insuperabili. Pur essendo solo a tratti segnata, ma sempre evidente, la traccia, da Serre Sarsenà a Barma d’Aut sino a Bessè, è stata di recente risistemata a dovere e lo svolgersi dell’intero anello non presenta alcuna difficoltà.
Si attraversano luoghi spettacolari, insoliti, racchiusi da una cerchia di monti dove tra tutti emerge il Cornour, da questa parte inaccessibile.

Giunti in val Pellice, superata Villar si prosegue in direzione di Bobbio. Appena superato il ponte sul rio Subiasco, all’inizio dell’abitato si prende a destra la via XXV Aprile subito lasciando l’auto nei pressi del monumento eretto a ricordo dei Battaglioni Alpini.
Percorso un tratto di strada, che oltre il cimitero diventa lo sterrato che traversa a monte dell’abitato di Bobbio, si trova più avanti l’indicazione per il “Monumento Sibaud”. Qui parte un sentiero che subito sale ripido nel castagneto raggiungendo una successiva indicazione presso un bivio. Volendolo si può lasciare per un momento la traccia ed in breve si perviene al grande prato alla borgata Sibaud dove, al termine del loro “Glorioso Rimpatrio”, i valdesi fecero uno storico giuramento. Una modesta stele, posta nell’anniversario dei duecento anni, ricorda tale avvenimento. Ritornati al bivio si riprende la traccia, sempre ben segnata, che subito s’alza nel bosco costeggiando i soliti terrazzamenti da tempo in abbandono. Alcune ravvicinate svolte in ripida ascesa consentono di raggiungere la borgata Posette e poi, subito sopra, la strada dove dalla parte opposta riparte il sentiero che riprende a salire passando per quelli che una volta erano pascoli tra i castagneti raggiungendo così i prati e poi l’insediamento di Sarsenà Inferiore dove spicca una bella fontana. Ci si inoltra tra le case e sempre salendo a margine dei prati si guadagna la borgata di Sarsenà Superiore dove si ritrova la strada sterrata che si percorre per un tratto sino al segnalato bivio che segue. Qui giunti, lasciata la traccia di sinistra per Serre Cruel, si prende a destra seguendo l’indicazione per Serre Sarsenà. Lo stradello riprende a salire con alcune svolte terminando alla borgata più elevata di Bobbio, appunto Serre Sarsenà, posta sulla dorsale tra il versante di valle e quello del rio Subiasco, dove accanto case ristrutturate, molte altre sono in abbandono. Oltre una stazione meteo, accanto alla fontana si trova l’indicazione per l’alpeggio di Barma D’Aut nel vallone degli Invincibili, segnalato ad un’ora e quarantacinque minuti.
1 ora e 45 minuti da Bobbio.
Proseguendo lungo l’evidente traccia che s’inoltra a monte delle case costeggiando da una parte i muretti e dall’altra i ripidi pendii prativi che degradano a valle avendo già in vista questo selvaggio, aspro, quasi impenetrabile vallone, dalla parte opposta spicca la traccia che si percorrerà per scendere, più su la notevole mole della Gran Guglia. Tagliando lungamente il pendio, sempre salendo, si affrontano tratti impervi, comunque percorribili, raggiungendo a metà dell’attraversamento un colletto sulla dorsale e poi la sommità della Rocha Chabert individuata da un’indicazione. Ora la visuale s’apre sulla cresta di monti che vanno dalla Punta Pisset alla Punta Vergia passando per il monte Cornour il re del vallone, come detto da questa parte inaccessibile. Oltre questo punto, il più elevato dell’anello, si scende per un tratto subito raggiungendo una successiva dorsale dove, dalla parte opposta, già s’ intravede l’alpeggio di Barma D’Aut che si dovrà raggiungere. Proseguendo lungamente quasi in piano, salendo o scendendo di poco, guadati degli incassati rii, la traccia traversa nella chiusa faggeta spingendosi sempre più all’interno del vallone giungendo infine al rio Subiasco il cui guado potrebbe risultare impegnativo al disgelo o dopo forti piogge anche per le viscide rocce del greto assai scivolose. Oltre si risale una valletta e dopo l’attraversamento di un altro rio un tratto in ripida ascesa porta alla sommità del pendio sul poggio dove sorge l’alpeggio di Barma D’Aut mt. 1508 posto in un aperto punto assai panoramico sui monti e sulla valle. Dalla parte opposta vista spettacolare sulla cerchia di monti che vanno dal Frioland al Granero passando per il Monviso.
1 ora e 45 minuti dalla borgata di Serre Sarsenà.
Per tornare a valle si percorrerà quello che è certamente il tratto più interessante dell’intero anello e la scoperta di questo singolare sentiero si farà via via scendendo. Si transita per vallette, si attraversano rii, si raggiungono promontori rocciosi in un’alternanza di ambienti che rendono unica questa singolare, a tratti audace traccia dalle caratteristiche andine. Lasciato l’alpeggio, ampia e sempre ben evidente, s’addentra nella faggeta raggiungendo un primo promontorio roccioso oltre il quale si scende ripidi verso un’asciutta valletta al fondo della quale sgorga una sorgente superando poi un tratto franato con un scendi-sali che porta al successivo promontorio, dove si transita tra le rocce, e dove è segnata l’altitudine: mt. 1440. Poi si riprende a scendere, ora lungo un’ampia cengia che transita sotto un’estesa parete rocciosa dove alcuni muretti sono stati rinforzati. Fatte due svolte ravvicinate si scende all’incassato rio che si attraversa su una passerella di legno a cui segue un lungo tratto in falsopiano che porta ad un terzo promontorio roccioso, mt. 1350, oltre il quale si trova l’indicazione per portarsi al rifugio degli Invincibili percorrendo un sentiero segnalato come EE, mentre, dalla parte opposta del vallone, ora giganteggia la spettacolare parete rocciosa della Rocha Chabert. Il superamento di un modesto promontorio ed uno successivo, più aperto, portano al punto in cui si scende repentinamente a valle percorrendo le ripetute, ravvicinate svolte sotto la guglia della Rubinella, raggiungendo al fondo ancora un rio che si guada. Riprende la traccia, per un tratto in piano, o scendendo di poco, che affronta le ultime svolte che portano al segnalato bivio per il rifugio “Degli Invincibili”. Aggirata una dorsale, guadato un terzo rio, la traccia facendosi pianeggiante rasenta una graziosa casa isolata poco oltre la quale la si lascia per il sentiero per Bobbio, che si stacca sulla destra, indicazione segnata a terra su una roccia. Di poco più avanti transita la strada che da fondovalle sale all’alpe Caugis passando per la borgata Bessè nel punto in cui sorge la bacheca con le piazzole per il parcheggio poste di lato. Preso il sentiero per Bobbio, che inizialmente scende a svolte nel castagneto, rasentati dei prati a margine dei quali s’intravede un rudere, un lungo traverso discendente nel bosco consentirà di uscire sulla strada a monte della borgata Subisasco. Sempre ben segnata, una traccia traversa all’interno del chiuso vallone del rio Subiasco, che di sotto si sente mormorare, alternando tratti in piano ad altri dove si scende, raggiungendo al fondo la strada, sulla quale ci s’immette percorrendo poi il lungo rettilineo che porta prima alla case della borgata Subiasco, poi alla provinciale, infine al monumento ai Battaglioni Alpini che si raggiunge attraversato il torrente Subiasco nel punto in cui questo anello si chiude.
2 ore c.ca dall’alpeggio di Barma d’Aut.

CURIOSITA’. Come già detto in altra occasione, il “Vallone degli Invincibili”, per l’ambiente suggestivo, aspro e selvaggio che ancora oggi offre, è da considerarsi uno dei siti più interessanti della Val Pellice. In esso trovarono rifugio e difesa numerosi valdesi che si rifiutarono di abiurare allo loro fede a seguito della revoca dell’editto di Nantes. La disperata e mai piegata resistenza degli scampati ai massacri e l’intervento deciso delle nazioni protestanti, consentì a tutti i valdesi sopravvissuti nelle carceri piemontesi di riparare in esilio in Svizzera e Germania.
Questi luoghi furono nuovamente utilizzati dai valdesi a loro difesa dopo il “Glorioso Rimpatrio” nell’autunno del 1689 prima del definitivo trasferimento alla Balsiglia nel vallone di Massello.

NOTA FINALE: un’escursione più breve, alla scoperta di questo singolare vallone, potrebbe articolarsi nel seguente modo.
Prima del ponte sul torrente Subiasco si lascia la provinciale seguendo l’indicazione pe Bessè ed il vallone degli Invincibili. La strada sale ripida ed i tornanti in ascesa permettono di raggiungere il poggio e poi le piazzole, dove si può lasciare l’auto, poste accanto alla bacheca dove inizia il sentiero 128 per Barma D’Aut.
Si sale sulla straordinaria traccia sino all’alpeggio in c.ca 2 ore superando un dislivello di c.ca 500 mt. Si ritorna poi al punto di partenza in 1 ora e 15 minuti c.ca.

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