Zora ci ha condotti alla bellissima Santanel

Data 13/04/2013 | Categoria: SciAlpinismo

L'idea era una tra il Rospo, il 2.900 sopra la Borra o la spalla della Rosa dei Banchi, ma in partenza vedendo sci e scarponi in macchina Zora ha piantato su un casino infernale ed allora appena aperto il baule si è infilata. Arrivati a Campiglia, incrociando la campagnola con su scritto Parco del Gran Paradiso abbiamo pensato 'siamo fregati!'. Consultiamo il guardaparco che ci dice perentorio 'non si può', ma gentilissimo ci suggerisce 'state appena al di fuori!' e ci fa vedere sulla cartina della bacheca dove potremmo andare senza problemi. Si parte sempre da Campiglia; dopo un pò di incertezza orientativa mi ritorna in mente la zona che avevo percorso in estate con la traversata del Marzo dalle Oche al Lago Morto. Nella prima parte lungo il sentiero gta delle Oche un pò di metti e togli, poi prima del Giassetto attraversiamo per entrare nel vallone del Santanel e dal valico ci siamo detti 'pure anch'oj j l'uma tacaje' infatti la vista ci offre un vallone immacolato tutto bello bianco.
Non saliamo dalla Grangia Marmotta perchè temiamo che il sole la rinvenga troppo, ma ci teniamo a destra nel vallone sotto il Marzo. Pensavo anche al Marzo ma non ero certo delle condizioni dei due passaggi obbligati, allora via verso la Santanel.
Bellissimi il toboga, il passaggio al Lago, il pendio verso la selletta e la cresta finale; unico neo il Superphénix, ma siccome ci piacciono le comodità dobbiamo accettare. Il Monte Nero che poteva essere un obiettivo alternativo ci pare discontinuo sull'ultimo pendio con rocce affioranti. Dalla vetta panorama felicissimo: Bianco, Cervino, Rosa, la pianura, Viso e non siamo certi ma avevamo l'impressione di vedere il Musiné.
La discesa è stata da antologia, come mangiare delicatamente una torta sulla quale c'è una pasticciera deliziosa che i nostri sci ondeggianti spalmano per gustarla meglio, il tutto sotto l'attenta sorveglianza di una Zora entusiasta ed allegra.
Sotto gli alpeggi andiamo a prendere la gola tra le cascate e scendiamo senza troppi problemi a piedi il tratto di sentiero disastrato ed in breve siamo sulla pista dell'acquedotto lungo il quale e poi sui prati con un bel pò di 'brrle di cravun' con alcuni gava e buta siamo alla piazza della chiesa. Al 'Bar Bù' sulla piazza, volevamo il solito panino ma la signora ci fa: il panino??? non gradite un bel tagliere di salumi e formaggi? E' stato una cosa deliziosa che abbiamo spazzolato fino all'ultima fetta.
Grande giornata da ricordare.
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