Un anello per sentieri e borgate nella valle del Sangonetto sino al col Bione

Data 06/02/2013 | Categoria: Escursionismo

Un anello per sentieri e borgate nella valle del Sangonetto sino al col Bione

Località di partenza: Borgata Sartorera nel vallone dell’Indiritto mt. 1002
Dislivello: mt. 428
Tempo complessivo: 4 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa val di Susa – Musinè - Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

Un tempo le tante piccole borgate all’Indiritto, nel vallone del Sangonetto, erano molto abitate e numerosi sentieri salivano ad esse da fondovalle e le collegavano. Ora la strada arriva dappertutto e pertanto i sentieri, specie quelli marginali, non più percorsi e frequentati, sono in stato di abbandono, a volte quasi impercorribili. Di solito l’escursionista, per quelli più battuti, raggiunge le mete più significative della valle come il col Bione o percorre la lunga cresta che prosegue per il colle del Vento passando per il colle Bè Mulè ed il piano dell’Orso, oppure si porta verso l’alpe Palè e di Giaveno sino al lago Blu e ancora oltre.
Questo itinerario, di proposito, raggiunge numerosi piccoli insediamenti e abbandonati alpeggi di questo assolato versante utilizzando sentieri poco frequentati comunque percorribili: lunghi tratti in piano si alternano ad altri dove si sale, raggiungendo infine il col Bione, piccola sella che comunica con la valle di Susa, dov’è presente una cappella dedicata alla Madonna della Neve.
Adatto ad ogni stagione, perché la neve poco si ferma su questi soleggiati pendii, questo panoramico itinerario ben si presta per tutti coloro che amano percorrere sentieri e mulattiere con l’unico scopo di praticare una sana camminata in montagna alla scoperta di minuscole borgate e sentieri sconosciuti che poi sono i piccoli gioielli della valle.


Giunti alla rotonda davanti la parrocchiale di Giaveno si prosegue in direzione Coazze e tralasciando tutte le successive diramazioni ci si mantiene sul fondovalle raggiungendo, più avanti, il ponte sul torrente Sangonetto, che non si oltrepassa, perché qui giunti si piega a destra prendendo la strada asfaltata che salendo parallela al corso d’acqua subito s’inoltra all’interno del vallone. Al rettilineo iniziale seguono le svolte che in ripida ascesa consentono di guadagnare progressivamente quota superando per via i bivi per alcune borgate. Poco oltre quello per Marone, dove spicca la bella chiesetta, a quello successivo per Sartorera si può lasciare l’auto presso lo slargo prima delle case oppure a margine della strada.
Attraversato l’insediamento, al fondo, presso un artistico pilone, partono due tracce: per quella che sale verso monte si tornerà, pertanto si prende l’altra che, piegando a destra e costeggiando la recinzione di una casa e poi i soliti muretti dei terrazzamenti, s’ inoltra lungamente in piano nel castagneto. Superato un modesto rio ancora si procede, sempre quasi in piano, terminando più avanti alle case Brunetti dove si scende alla strada nei pressi del pilone dedicato alla Vergine col Bambino ed ai santi Martino e Pancrazio. Rimanendo per un tratto sulla la strada si prosegue a monte delle case sino al successivo tornante dove si trova la fontana Ciaudan. Poco prima, sulla destra, si stacca un’ampia traccia che addentrandosi si trasforma in sentiero riprendendo a traversare lungamente nel bosco, sempre quasi in piano. Superata per via una panoramica dorsale, si raggiungono i ruderi della borgata Beria dove ci s’immette sullo sterrato che sale dalla borgata Mattonera di Coazze prendendolo verso monte. Fatta la svolta si esce sul piano dov’è posta la Grangia Melia subito trovando delle indicazioni. Per salire al col Bione ci sono tre possibilità: due sono oggetto delle varianti di cui al fondo. Quella scelta, come detto, percorre un sentiero oggi poco conosciuto e praticato, ma valido. Lasciata la traccia per Pianiermo e le Prese Brunetti, sul retro della grande casa ne parte un’altra priva di indicazioni. Subito dopo dei segni gialli e un cartello segnalano la possibilità di prendere il sentiero che s’inoltra ripido affrontando il pendio. Invece si prosegue diritti rimanendo sull’ampia traccia che inoltrandosi raggiunge delle case in abbandono, la Grangia Beria, superata che si ha si trasforma in sentiero aggirando una panoramica dorsale. Proseguendo ci si porta alla base di un caratteristico frantumato ammasso roccioso raggiungendo poi quelli che erano dei prati, oggi abbandonati e, subito dopo, dei ruderi dove opportuni ometti segnano la via. Rientrati nel bosco la traccia si fa più evidente e sempre traversando si raggiunge di sopra il punto in cui ci si immette su una più ampia, il GTA – Val Sangone Quota Mille, nei pressi di un altro notevole roccione. Un breve tratto e subito si giunge alle poche case della borgata Mura dove termina uno sterrato che sale sin qui da fondovalle. Ora non resta che individuare il sentiero che sale al col Bione e la traccia in questione parte alla base della dorsale dove si trova una casa isolata. Il sentiero che si prende non è segnalato. Si percorre da prima il crinale, poi un boscoso versante alternando tratti dove si sale di poco ad altri più ripidi. Più avanti ci si inerpica e alcune svolte consentono di superare delle asperità così raggiungendo un ultimo insediamento avente in basso una sorgente. Ancora un tratto in salita nella chiusa faggeta e finalmente si giunge in vista della cappella del col Bione mt. 1430 uscendo esattamente nel punto in cui si trova la bacheca. La chiesetta, minuscolo, caratteristico gioiello, si trova sulla modesta sella che permette un’ampia visuale sui monti della val Sangone da una parte, e su quelli opposti della bassa val di Susa, dall’altra.
2 ore e 30 minuti c.ca dalla borgata Sartorera.
Sempre alla ricerca di sentieri e luoghi inconsueti occorre ora individuare la traccia per le Prese Merlo che inizia al termine dell’estesa area di sosta dove una provvidenziale indicazione rassicura. Percorrendo un lungo tratto in piano una piacevole traccia s’inoltra per i magri pascoli posti al di sopra di estesi ammassi rocciosi sino a che si comincia a scendere subito raggiungendo i ruderi delle Prese Merlo oltre le quali ancora si procede sino a quelli successivi di Girodera. Qui giunti si può decidere di scendere subito al sottostante stradello prendendo il sentiero che s’abbassa ripido con le ripetute svolte sul pendio. Di poco sotto si prende a destra ed alcuni scalini, nella parte terminale, consentono di uscire sullo sterrato. Oppure, visto che si vuole percorrere i sentieri che passano per le borgate, a Girodera si prosegue sulla traccia in piano oltre le case e sempre traversando nel bosco, continuando poi di lato perché il sentiero a tratti non è più percorribile, si finisce alla borgata Bustera ora abbandonata. Raggiunta da un disastrato stradello che si prende verso valle, fatte le svolte sotto lo spettacolare roccione del Roc du Preve, al fondo si piega a sinistra e rasentando i ruderi di Grangetta ci si immette sullo sterrato che sale dalla borgata Merlo, prendendolo verso monte, trovando poi per via i gradini di cui s’è detto. Questa soluzione richiede un tempo aggiuntivo di c.ca un quarto d’ora. Superato un rio lo stradello diventa sentiero terminando sulla strada bitumata nei pressi di un’ampia casa isolata. Poiché verso monte si andrebbe alla borgata Mura, già incrociata salendo, si scende, invece, verso valle e le svolte che seguono consentono di raggiungere i ruderi di un altro insediamento abbandonato da tempo, i Pianas, chiusi dalla vegetazione. Qui giunti si può decidere di proseguire per la borgata Picco dalla quale si scende alle Case Brunetti per poi ritornare a Sartorera per il sentiero già percorso. Altrimenti, ai Pianas, si abbandona lo stradello per il sentiero che parte a sinistra delle case come suggeriscono delle frecce gialle dipinte su di un muro. Quello che segue è l’unico tratto nel quale occorre porre un briciolo di attenzione, solo per non andare fuori strada. Un traverso per prati tornati ad essere bosco porta ad una dorsale dove si piega a sinistra trascurando la traccia verso monte. Si scende ripidi e quando si raggiunge una casa diruta si piega a destra ancora scendendo, ma di poco, perché subito dopo si abbandona la traccia più evidente che scende per quella, sulla destra, che traversando quasi in piano subito raggiunge un rio. Come si risale dalla parte opposta si perviene ad uno slargo dove si amplia. Il lungo tratto in piano che segue termina alle case della borgata Rosseria dove ci si immette sulla strada che si percorre però per pochi metri sino al punto in cui, sulla sinistra, parte il sentiero che scendendo rapidamente raggiunge al fondo il pilone della borgata Sartorera dove questo anello si chiude.
1 ora e 45 minuti c.ca col Bione.

VARIANTI PER IL COL BIONE: Giunti alla Grangia Melia vi sono altre due possibilità per salire al col Bione, oltre quella indicata. Nello specifico: la prima soluzione è quella di prendere l’indicazione per Pianiermo e le Prese Brunetti rimanendo sul sentiero 425. Raggiunta la prima borgata, indicazioni e altro conducono facilmente alla meta. Questa è la soluzione generalmente adottata da quasi tutti. Altrimenti alla Grangia Melia si prende la traccia che s’inoltra sul retro della grande casa lasciandola, di poco più avanti, per un sentiero che da subito risale un ripido pendio segnato da frecce e indicazioni di colore giallo. Superato il ripidissimo primo tratto, il sentiero percorre lungamente una rocciosa dorsale alternando tratti ripidi ad altri quasi in piano trovando, più avanti, delle indicazioni nel punto in cui si incrociano cinque sentieri, tra cui quello che sale da Pianiermo. Qui giunti si può salire direttamente al col Bione oppure prendere la traccia di sinistra, GTA-Val Sangone quota mille, che ugualmente porta al col Bione passando per la borgata Mura.


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