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sono andato a sant’Anna di Bellino consapevole ieri c’erano più di 100 auto, calcolate quanti sciatori…ma il mio autolesiosmo non finisce qui sono partito tardi,in modo da parcheggiare l’auto quasi a ponte Pelvo,ma ero nel pieno delle mie capacità mentali, 
Però il bello di queste gite quando si parte come se fosse una marcialonga,si vede il serpentone che va solo nella stessa direzione,in questo caso la Marquisa e dintorni,la strada sembra una pista da bob,ma per poco perché grazie ad una “soffiata”appena possibile abbiamo abbandonato la traccia per andare verso i ripidi pendii del Rasis. 
Usciamo così dal seminato,si! c’è ancora una traccia di forse una decina di passaggi ma è nulla a confronto di prima,e poi sono sicuro che resterà solo il segno di due o tre passaggi. 
Quando arriviamo sotto i ripidi pendii c’è solo più una traccia di salita e alcune di discesa. Ma la vista di tutta quella montagna ripida e innevata di una splendida farina mi fa snobbare anche questa ultima possibilità di rimanere nella civiltà e senza esitare mi tuffo,anzi mi lancio nel bel pendio canale e con infiniti lacet, 
un pò a ciascuno ci disegniamo il percorso. Si perché che battere la traccia ci da molta soddisfazione con queste pendenze e questa neve si capisce meglio il percorso più sicuro. Poi quando si arriva sul plateau finale sembra di essere su un 4000… 
In vetta gli unici a ristoraci eravamo io Vanni e naturalmente l’insaziabile Jolie gli altri erano ancora in piena digestione per la cena di ieri..La discesa? Non ci sono parole,con questa neve sicura anche nel ripido cercavamo i posti più ripidi, 
alla fine siamo scesi sopra la ripida costa rocciosa cosa che non mi avrei mai sognato di fare,tutto merito di questa favolosa neve che bastava solo muovere le orecchie che si girava… 
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