Un anello per il monte Molaras. Ritorno sul Sentiero dei Monaci

Data 07/11/2012 | Categoria: Escursionismo

Un anello per il monte Molaras. Ritorno sul Sentiero dei Monaci

Località di partenza: Chiesetta della Madonna dell’Ecova mt. 710
Dislivello: mt. 617
Tempo di salita: 2 ore 15 minuti c.ca
Tempo di discesa: 2 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia –Rocciamelone - Val Chisone Fraternali Editore

Il monte Molaras è un modesto, panoramico rilievo che si erge a nord ovest dell’abitato di Foresto, frazione di Bussoleno in bassa val di Susa e di solito si sale sulla cima, dove al posto della classica croce troviamo un gigantesco traliccio della linea di alta tensione, percorrendo il sentiero 560 che parte dove inizia l’orrido che s’incunea a monte di questa borgata.
Al versante sud, roccioso e dirupato, e a quelli est e nord ripidissimi, si contrappone quello ovest con i dolci pendii che declinano a valle dall’abitato di Chiamberlando, bella borgata completamente ristrutturata, perché raggiunta dalla strada che sale da fondovalle.
Ideale dall’Autunno alla Primavera, quando questi assolati pendii presto si liberano dalla neve, questo itinerario, partendo dalla chiesetta della Madonna dell’Ecova, sopra Susa, percorre lungamente il versante di valle al di sopra della Rocca del Chiodo, per poi immettersi sul sentiero che sale da Foresto, raggiungendo infine la sommità della montagna al termine di un ripido tratto. Passando poi per Chiamberlando, volendolo, si può scendere a valle rapidamente per il sentiero che parte appena fuori l’abitato. Meglio ancora proseguire lungo l’altrettanto piacevole “Sentiero dei Monaci” che aggira lungamente il pendio sin quasi Mompantero Vecchio scendendo poi al rio Giandula e da questo alle borgate poste di poco a monte della Chiesetta della Madonna dell’Ecova sulla strada che da Susa sale verso il Rocciamelone.

Raggiunta Susa si segue l’indicazione per il Rocciamelone prendendo la strada che subito sale sorpassando Mompantero a cui seguono alcuni tornanti in forte ascesa che permettono di raggiungere, superato il rio Giandula e il bivio per Seghino, la chiesetta della Madonna dell’Ecova dove si può lasciare l’auto presso la solita bacheca posta a margine della strada.
L’ampia traccia che si prende, subito sale a monte dell’edificio sacro segnata da una freccia bianca e, rasentando alcuni ripetitori, esce più su sulla strada per la borgata Bianco. Dall’altra parte riparte il sentiero che presto raggiunge la chiesetta della borgata Braida, che si attraversa, fuori ritrovando la strada e ancora il sentiero che riprende dalla parte opposta subito raggiungendo un bivio. La traccia che prosegue diritta sale alla borgata Nicoletto portandosi poi a Chiamberlando, mentre quella di destra, che si prende, costeggiando i soliti muretti da una parte e prati in abbandono dall’altra, subito si porta sul versante di valle. Si percorrerà, da qui sino al punto in cui ci si immette su quello che sale da Foresto, un sentiero sempre evidente evidenziato da segni bianchi spesso sbiaditi. La panoramica, aperta traccia taglia lungamente l’assolato pendio sovrastante le rocce della Rocca del Chiodo, che precipitano a valle, sottostante la lunga cresta rocciosa che termina al monte Molaras, attraversando luoghi aspri e selvaggi dove, sia per l’esposizione che per la natura del terreno, la vegetazione è ridotta al minimo. Qualche ginepro coccolone, alcuni stentati roveri e pruni, rari cespugli di lavanda selvatica coprono lo spoglio pendio. Raggiunta una provvidenziale fontanina e lasciata una traccia che sale, si prosegue sempre in moderata ascesa, rasentando estesi terrazzamenti da tempo in abbandono, forse vecchie vigne, raggiungendo infine un poggio oltre il quale il sentiero per un tratto scende di poco riprendendo poi ad attraversare una valletta dominata da pareti rocciose. Man mano che si procede, sempre quasi in piano, la vegetazione si fa più folta raggiungendo così , più avanti, il punto in cui ci si immette sul sentiero 560 che sale da Foresto prendendolo verso monte. Si sale subito lungamente stando sulla ripida dorsale che separa il versante di valle da quello del rio Rocciamelone sino alla valletta terminale con già in vista il monte Molaras che si dovrà raggiungere. La lunga, faticosa salita termina quando si raggiunge un colletto e poi lo stradello che da Chiamberlando prosegue per Sollietto nel punto in cui sorgono delle indicazioni. In un attimo si raggiunge la cima del monte Molaras mt. 1327 segnata dalla presenza di un traliccio della linea ad alta tensione. Pur essendo un modesto rilievo la visuale che s’apre sulla valle e sui monti è davvero notevole.
2 ore e 15 minuti c.ca dalla Madonna dell’Ecova.
Scendendo lungo la strada, un paio di svolte permettono di raggiungere l’incantevole borgata di Chiamberlando, quasi tutta ristrutturata, con la caratteristica fontana e il plastico di un villaggio di montagna in miniatura. Si scende tra le case sino a punto in cui si trova l’indicazione del “Sentiero dei Monaci”. Tra questa e l’unica casa ancora da ristrutturare parte una traccia all’inizio poco evidente che traversando nei prati raggiunge il bosco facendosi poi più evidente. Da Chiamberlando sino alla borgata Cugno, dove transita la strada per il Rocciamelone, si percorrerà un lungo tratto del “Sentiero dei Monaci” Ogni tanto appaiono dei segni biancorossi che indicano il cammino e rassicurano. Una piacevole traccia s’inoltra sul boscoso pendio lungamente, quasi in piano, subito attraversando delle rocce attrezzate con cavi d’acciaio, mai pericolose, dove roveri e noccioli si alternano a pini silvestri e faggi, a seconda dell’esposizione. Al successivo bivio, sempre segnalato, si prosegue verso monte così raggiungendo le poche case abbandonate di Labru oltre le quali si attraversa un modesto rio su un ponticello di legno. Proseguendo si trovano altre case superate che si hanno si esce di sopra ad un tornante sulla strada sterrata che sale a Mompantero Vecchio, che si segue per poco verso monte, sino a che si ritrova ancora l’indicazione del “Sentiero dei Monaci”. Qui giunti sulla sinistra parte un sentiero, al solito all’inizio poco visibile, ma che si fa via via più evidente una volta entrati nel bosco. Sempre segnato da distanziate tacche bianco rosse, scende le ripetute, dolci svolte su di un pendio dove predominano faggi e pini silvestri, rasentando la fonte dei monaci, posta di poco a valle della traccia, trovando, di tanto in tanto, un cartello che ricorda che si sta percorrendo il “Sentiero dei Monaci”. Un tratto, questa volta più ripido, permette di raggiungere al fondo il rio Giandula. Fatta inversione, e continuando a scendere ripidi, lo si attraversa due volte riportandosi infine sulla sinistra orografica. La traccia proseguendo costeggia scendendo prati e campi in abbandono terminando ad una casa isolata non lontana dalla borgata Cugno. Un sentiero oltre le case, oppure un tratto di sterrato, permettono di scendere sulla strada per il Rocciamelone. Tornati alla borgata Braida si ritrova il sentiero che scende alla chiesetta della Madonna dell’Ecova dove questo anello si chiude.
2 ore e 15 minuti c.ca dalla vetta del monte Molaras.

VARIANTE : Volendo abbreviare, appena fuori la borgata di Chiamberlando un sentiero permette si scendere rapidamente a valle raggiungendo prima la borgata Nicoletto, poi la strada per il Rocciamelone ed infine la chiesetta della Madonna dell’Ecova. Tutto in c.ca in c.ca 45 minuti.


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