Uja di Mondrone mt.2965 per Labirinto Verticale e Lago del Mercurin 25-09-2012

Data 25/09/2012 | Categoria: Alpinismo

Bellissimo giro ad anello per la salita a quella che è chiamata il Cervino delle Valli di Lanzo: l'Uja di Mondrone.
Partiamo dal Piazzale Camussot di Balme, non troppo evidente la traccia che conduce al 'Labirinto Verticale', bellissimo sentiero che inerpicandosi fra aeree cenge e paretine porta al Lago Mercurin, qui è vietato sbagliare percorso ma per fortuna dal momento che il gioco si fa duro le segnalazioni diventano impeccabili.
Passando a Valle del Lago Mercurin, sempre spettacolare e selvaggio, saliamo lungo il versante Sud-Ovest, dapprima su sfasciumi e poi su per divertenti passaggi di II° fin sulla Cresta Sud, qui finiscono le difficoltà e in pochi minuti ci ritroviamo a suonare la campana di Vetta, sempre una soddisfazione giungere in cima a questa bellissima montagna...
Panorama relativamente limitato dalla nebbia che in ogni caso non infierisce più di tanto...
Discesa lungo la normale di Molera, più facile rispetto a quella di salita e ottimamente segnalata.
Giunti a Molette, per chiudere l'anello ci tocca ancora risalire per qualche km fino a Balme dove giungiamo all'auto prorio nel momento in cui inizia a piovere....




P.S. Per chi può essere interessato, giro una interessante descrizione del Labirinto Verticale che ho scaricato da Internet:
Il Labirinto verticale
(Balme - Lago Mercurii! m 2491 - Lago del Ru m 2570 - Balme)
dislivello: m 1100
ore di percorrenza: 4 (sola salita)
periodo consigliato: dalla tarda primavera all'inizio dell'autunno
cautele: l'itinerario non presenta difficoltà particolari ma si svolge su terreno molto ripido e su cenge talvolta aeree, con oggettive difficoltà di orientamento.
Pertanto è consigliabile soltanto a persone esperte e avvezze ad escursioni in alta montagna e fuori dai sentieri battuti.
In ogni caso va affrontato in condizioni di buona visibilità, in assenza di neve e di
ghiaccio.
Un aereo percorso per escursionisti esperti, sulle cenge che solcano la grande parete che sovrasta il villaggio di Balme, nelle Valli di Lanzo, tra incisioni preistoriche e palestre di roccia, tra stambecchi e iscrizioni tracciate dai pastori
'QUEST'OGGI TEMPO BELLO SONO A CERCARE SETTE PECORE PER QUESTE MONTAGNE DEL DIAVOLO'. E'una delle tante iscrizioni che si trovano incise sulle rocce a picco che sovrastano le case di Balme. Molte recano nomi e soprannomi, date, osservazioni sul tempo, sulle stagioni, sul lavoro, ma ci sono anche dichiarazione di fede religiosa o di filosofia di vita
'TUTTI ABBIAMO DI MORIRE', e ancora 'CIBRARIO TUNDU' GIUAN DOMENICO DEI COSTANTINI FIGLIO DI COSTANTINO DI UCEGLIO BUON PASTORE PER FARE PASCOLARE LE PECORE E VI SALUTO TUTTI IN PARADISO SE PROCUREREMO DI ANDARE, ALI 26 DI AGO 1865'.
'L'Ròtchess', le rocce, è il nome che i Balmesi danno alla grande parete che incombe sul loro villaggio e che sulle carte militari è indicata con il nome di Torrioni del Ru.
Una parete priva di vegetazione e solcata da cascate, che piomba per quasi mille metri di salto dalle vette della Punta Rossa e dell'Uja di Mondrone fino dietro ai magri campi e le vecchie case di pietra. Una parete che di lontano appare uniforme e compatta e che invece si articola in una miriade di anfratti, di canali, e di torrioni, che assumono reali proporzioni soltanto quando le nuvole s'insinuano nel rilievo delle creste e dei contrafforti o quando la neve si posa sulle cenge e sulle
terrazze, disegnando i contorni di un gigantesco labirinto verticale.
Un luogo certamente severo, ma non ostile e in fondo persino ospitale, dal momento che vi trovano una felice convivenza gruppi sempre più numerosi di arrampicatori e di stambecchi. I primi trascorrono le domeniche di sole andando su e giù per le grandi falesie della palestra di roccia del Ginevre, mentre gli altri hanno trovato un habitat ottimale sulle lisce pareti di roccia, non hanno
paura dell'uomo e scendono qualche volta persino a brucare l'insalata degli orti dietro le case.
L'una e l'altra sono presenze recenti. Per secoli e forse per millenni la parete ha conosciuto altri abitatori, che hanno popolato le cenge e le terrazze, traendovi di che vivere e lasciando tracce del proprio passaggio.
Generazioni di pastori balmesi hanno condotto su queste rocce il proprio gregge di pecore e di capre, non solo in estate, ma soprattutto nella cattiva stagione, quando il fondovalle è coperto di neve ed invece la grande parete riscaldata dal sole offre qua e là un pascolo magro ma libero dai ghiacci.
Era il lavoro dei ragazzini di ambo i sessi, che partivano la mattina di casa con una fetta di pane o di polenta in tasca e passavano la giornata lassù, con il gregge di capre che rappresentava una parte importante nel capitale della famiglia. Portavano con sé anche una scodella di legno, che usavano per dissetarsi con l'acqua delle cascate o più spesso con il latte dei propri animali.
Ma la scodella serviva anche come compasso per tracciare sulle rocce quei rosoni a spicchi, remoto simbolo solare che da millenni si ripeteva immutato nella decorazione degli oggetti di legno o di pietra, anche se ormai non era più compreso nel s

Data: 25-09-2012
Quota max: 2965
Partenza da: Balme
Quota partenza: 1470
Dislivello: 1650 complessivi
Zona: Valli di Lanzo
Difficoltà: F+

Album Foto


Notizia proveniente da ..:: LaFiocaVenMola ::..
http://www.lafiocavenmola.it

L'URL della notizia è:
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=6206