Un anello per il lago Fauri, il colle Fauri sud ed il lago Nero dalla val Troncea

Data 07/09/2012 | Categoria: Escursionismo

Un anello per il lago Fauri, il colle Fauri sud ed il lago Nero dalla val Troncea

Località di partenza: parcheggio presso il ponte Daz Itrei mt. 1614 all’inizio della val Troncea
Dislivello: mt. 1300 comprese delle risalite
Tempo di salita: 4 ore e 30 minuti c.ca dal parcheggio al colle Fauri sud.
Tempo di discesa: 4 ore c.ca passando per il lago Nero. Altrimenti 3 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E Dal lago Nero al sentiero per il col Clapis: EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 2 Alta Val Susa – Alta Val Chisone Fraternali Editore

Questa è una delle più belle escursioni che si possano fare in val Troncea. Il vallone che termina con i colli e le cime Fauri, posto sotto le strapiombanti pareti dei monti Platasse e Giornalet, incassato e stretto a fondovalle, nella parte alta si apre a conche e radure trovando alla sommità due laghi, il lago Nero e lago Fauri, nel quale si specchia la cima Fauri Sud, che sono due autentici gioielli incastonati tra i monti, specie il secondo. Salendo la prospettiva s’apre poco per volta e sino all’ultimo non si capisce come questo splendido vallone terminerà. Poi tutto diventa chiaro. L’intenzione era quella di salire sulla cima Fauri Sud, perché la Nord da qui è inaccessibile, ma il notevole carico di neve caduta su queste cime nei giorni scorsi, con rilevanti importi, mi ha impedito di salire in vetta, affondando su alcune lingue sino al ginocchio. Pure interessante è anche la cima Innominata posta tra i due colli Fauri, quotata mt. 2924. Ritornando si può scendere a valle per l’itinerario di salita; meglio ancora passando dal lago Nero affrontando poi l’impegnativo tratto che scavalca scendendo alla grande conca posta sotto la cresta che va dalla cima Fauri Sud al monte Appenna. La strada di fondovalle, interdetta ai mezzi privati, richiede un lungo avvicinamento al sentiero che parte verso monte così che i tempi di percorrenza si allungano, anche di molto. E questo è l’unico limite quando si fa una gita in val Troncea, specie se si scelgono itinerari verso il fondo della valle, come questo per il colli e il lago Fauri.


Giunti in val Chisone, superato l’abitato di Pragelato, si continua in direzione del colle del Sestriere sino alla rotonda posta subito dopo l’abitato di Traverses dov’è segnalato l’accesso alla val Troncea. Si prosegue sin quando, oltrepassati gli abitati di Plan e Pattemouche, la strada diventa uno sterrato, per parcheggiare l’auto allo slargo che precede il ponte Daz Itrei sul Chisone nei pressi del monumento dedicato ai minatori vittime della valanga del 1904.
Ci si deve ora portare quasi verso il fondovalle dove parte il sentiero 323 per il lago e i colli Fauri.
Poiché sono due le strade che s’inoltrano parallele al Chisone, si può scegliere quella di destra per l’andata, avendo l’accortezza di attraversare il torrente, quando termina, e quella di sinistra ritornando. Siamo in un parco e lungo la via si trovano numerose indicazioni per raggiungere le mete della valle, con i tempi di percorrenza molto affidabili. Quando la strada diventa unica, subito troviamo il bivio per salire a Troncea, alle miniere e al colle del Beth. Si prosegue invece sempre sulla strada di fondovalle che, quasi in piano, o salendo a tratti di poco, prosegue portandosi progressivamente verso il fondo. Così lungamente continuando, attraversato il Chisone subito si trova il bivio per l’alpe Lendeniere, diruta, con bella vista sul monte Barifreddo che domina la testata della valle. Attraversati alcuni corsi d’acqua, prima che la strada scenda al torrente per attraversarlo e salire alla bergeria del Mey, troviamo l’indicazione per il lago Nero, il lago Fauri ed il colle Fauri.
1 ora e 45 minuti c.ca dal parcheggio.
La traccia, all’inizio poco evidente quando sale a margine dei pascoli non lontana dal rio, è sempre ben segnata sino al colle dalle solite tacche biancorosse e dai paletti con gli anelli che ravvicinati rassicurano e indicano la via. Subito si raggiungono delle rocce che si superano grazie a dei cavi corrimano, e questo è l’unico tratto impervio, oltre le quali si sale ripidi nel bosco con le ravvicinate svolte che consentono di guadagnare rapidamente quota. La faticosa ascesa termina quando si esce sul colletto che dà sull’ampia conca sommitale dominata sulla destra dalle incombenti pareti rocciose dei monti Platasse e Giornalet. Proseguendo sulla traccia che risale le praterie, dove tratti dove si sale di poco si alternano ad altri più ripidi oppure quasi in piano, ci s’inoltra progressivamente nel vallone per raggiungerne il fondo. Guadato il rio si riprende a salire l’opposto pendio aprendosi la visuale sulla parte alta del vallone nel punto in cui è segnalato il bivio per il lago Nero, traccia che si potrà utilizzare per tornare. Ora è tutto più chiaro: davanti a noi appare evidente la cima Innominata, sulla destra di questa il colle Fauri Nord e poi ancora la cima Fauri Nord, mentre sulla sinistra spicca il colle Fauri Sud e poi il mammellone della cima Fauri Sud. Superate alcune colature, la traccia piega a sinistra salendo i dolci declivi oltre i quali già s’intuisce la presenza del lago che di sopra si raggiunge. La zona circostante è di una bellezza unica: come detto, un gioiello incastonato tra i monti. Qui si trova l’indicazione per il colle Fauri Sud, comunque evidente, che si raggiunge in una mezz’oretta salendo il facile pendio.
2 ore e 45 minuti c.ca da fondovalle.
Giunto al colle ho provato a seguire il crinale per raggiungere la cima Fauri Sud, ma ho dovuto desistere per troppa neve e perché non è così che si sale in vetta, ma alla cima ci si arriva più facilmente per le pietraie e gli sfasciumi che degradano verso il lago.
Si ritorna a fondovalle per l’itinerario di salita. Altrimenti c’è la possibilità di effettuare un anello passando per il lago Nero. Se così si decidesse di fare, si scende sino al punto in cui si trova l’indicazione per questo specchio d’acqua a cui si arriva seguendo i soliti paletti con gli anelli che indicano la via. Attraversata una grande, umida radura, forse un tempo un lago, un lungo traverso in piano porta ad un colletto oltre il quale si vede il sottostante lago Nero dove le indicazioni terminano. Per proseguire non bisogna lasciarsi tentare di prendere il valloncello che di qui discende perché il rischio di trovarsi nei guai è notevole. Occorre invece salire al colletto che già si vede dalla parte opposta del lago. La traccia, da qui sino alla grande conca posta a monte del vallone Clapis, non è segnata e a tratti non c’è, e questo è l’unico tratto nel quale bisogna mettere un po’ di attenzione. Saliti al colletto la vista s’apre sulla grande conca e sugli incombenti monti Appenna e Barifreddo. Sceso il ripido pendio, con un lungo traverso per detriti e colature, si raggiunge una successiva sella dove la discesa verso il fondo diventa più fattibile. Così continuando si raggiunge la traccia del sentiero 319 per il bivacco ed il col Clapis, ben segnato, sulla quale ci si immette scendendo verso valle. Al termine della conca si prende il valloncello di sinistra subito trovando una cospicua sorgente. Le svolte che seguono permettono di raggiungere il crinale che separa due valloni che si percorre lungamente sino al punto in cui si scende al rio, che si supera inoltrandosi poi nel bosco. Le successive svolte discendenti permettono di perdere quota prima di affrontarne altre dopo aver percorso un lungo tratto quasi in piano. Attraversati alcuni corsi d’acqua, si raggiungono al fondo le sponde del Chisone superata che si ha la diroccata alpe Benna, abbandonata perché spesso battuta dalla valanga. Per un tratto si sta vicini al torrente sino al punto in cui si termina sulla strada per l’alpe Mey presso il ponte sul Chisone. Salendo per poco lungo questa subito ci si ritrova al punto in cui parte il sentiero per i colli e le cime Fauri dove questo anello si chiude.
Non resta che percorrere a ritroso lungamente l’interminabile strada di valle già fatta salendo che riporta al parcheggio presso il ponte Daz Itrei sul Chisone.
4 ore c.ca dal colle Fauri Sud passando per il lago Nero. Altrimenti 3 ore e 15 minuti c.ca.



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