Alla scoperta della Gran Gorgia. Dall'alpe le Combe al pilone Gran Taia sino all'alpe Cruvin

Data 13/07/2012 | Categoria: Escursionismo

Alla scoperta della Gran Gorgia. Dall’Alpe Le Combe all’alpe Cruvin passando per il pilone Gran Taia

Località di partenza: Alpe Le Combe mt. 1596
Dislivello complessivo: 630 mt.
Tempo complessivo: 4 ore e 45 minuti c.ca.
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 4 Bassa valle di Susa – Musinè – Val Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

In bassa val Susa, a monte di Chianocco, sotto le pendici della Grand Uia si estende la Gran Gorgia, spettacolare incisione a “V” dovuta a processi di erosione svoltisi nei secoli passati. Secondo una fonte storica si sarebbe formata nel corso di un evento alluvionale risalente al XV secolo. In quella occasione si generò una voragine che portò a valle l’equivalente di 1.500.000 metri cubi di materiale. La Gran Gorgia, grande gola, presenta uno squarcio lungo c.ca 600 mt, largo 140 e profondo 70 mt. La sua forma ricorda quello di una gigantesca penna d’oca con le nervature laterali molto marcate; si trova nella parte alta dell’alveo del torrente Prebec, a margine della riserva dell’Orrido di Chianocco. Questo itinerario ne aggira i margini e la supera dal di sotto risalendo poi all’alpe Colone e al vicino pilone della Gran Taia bisognoso di restauro oltre il quale si prosegue sino ai ruderi dell’alpe Cruvin.

Giunti sin quasi a Bussoleno, in bassa valle di Susa, poco prima di questo abitato si prende a destra per Chianocco sottopassando il ponte della ferrovia raggiungendo così in breve questa località dove si prende a sinistra per Baritlera, Molè, Combe e altre borgate. La strada, incontrando per via alcune borgate, con lunghe diagonali e ripetuti tornanti sale un assolato arido pendio portandosi alla borgata Molè, che si rasenta, trovando subito dopo il bivio per Lorano, dove si continua diritti. Nel tratto che segue, sempre asfaltata anche se ristretta, la strada prosegue incontrando altri bivi e poi le poche case di Gottrus dove, di poco più avanti, parte lo stradello che porta a Margrit e al chouquè. Ancora qualche svolta in ripida ascesa e presto si raggiunge il successivo bivio per Strobietti dove la strada prosegue alternando tratti d’asfalto, i più ripidi, ad altri a fondo naturale. Continuando e traversando tra le praterie, si raggiunge alla sommità prima il bivio per l’alpe le Druge, infine le Combe dove si può lasciare l’auto a margine presso un’area di sosta poco prima si raggiungere l’alpeggio.
Proseguendo sullo stradello a monte delle case, giunti al terzo tornante lo si lascia per il breve tratto inerbito che al termine raggiunge il margine ovest della Gran Gorgia. All’inizio alcuni paletti nell’erba indicano come scendere poi, entrando nel bosco, la traccia si fa più marcata ed appaiono le solite segnature biancorosse. Si scende assai ripidi praticando brevi traversi e ripetute svolte e subito s’intuisce la fatica che si farà nel ritorno per risalire. Si perdono così all’incirca 120 mt di dislivello raggiungendo al fondo il rio Prebec, che si guada. Attraversando il corso d’acqua ci si stupisce pensando agli enormi guai prodotti da questo modesto rio nel tempo. Da qui la prospettiva che si apre sulla Gran Gorgia è imponente, ma la visuale nel suo complesso non è la migliore: più su la si potrà vedere meglio. Per intanto si risale l’opposto versante dove le segnature si dilatano anche se la traccia è sempre evidente. Risalendo prima nel bosco e poi dei più aperti pendii, attraversato un modesto rio, facendo attenzione a non perdere la traccia perché nella parte alta è meno evidente, tra gli ontani nani e poi tra i pini si raggiunge il bivio, ora segnalato con un ometto, dove sulla nostra s’immette la traccia che sale dall’alpe Gardinera. Le successive svolte nel bosco permettono di raggiungere i pascoli, alla sommità dei quali sorge l’alpe Colone. La traccia transita di sotto la linea elettrica accanto alla teleferica che congiungeva questo alpeggio con quello delle Combe. Salendo a questo alpeggio, usciti dal bosco, appena si raggiungono i pascoli, la visuale si apre e si ha modo di ammirare in tutta la sua ampiezza la profonda gola della Gran Gorgia. Giunti all’alpeggio, percorrendo il crinale in direzione sud, in un quarto d’ora c.ca si raggiunge il suo limite estremo prima che questo precipiti. Su un modesto rilievo si erge il pilone della Gran Taia, già visibile dall’alpe Colone, con l’affresco dedicato alla Madonna, ora purtroppo assai rovinato e bisognoso di restauro.
1 ora e 30 minuti dall’alpe le Combe.
Ritornati all’alpe Colone, volendolo, si può salire al colletto, stretto dagli ontani nani, dove transita ila traccia per l’alpe Cruvin. Oltre la superiore sella si percorre un buon tratto del piacevole sentiero balcone, panoramico sui monti e sulla valle, che traversa lungamente quasi in piano. Un tempo era segnato ed infatti, di tanto in tanto, con difficoltà si scorgono delle sbiadite segnature rosse sulle rocce. Superati alcuni rii si raggiunge il diruto alpeggio dell’alpe Cruvin mt. 1987 eventuale punto di partenza per salire alle sovrastanti Punte Nonna, Ujette e Cirel.
Più a valle emerge l’abitato di Pavaglione e sulla sinistra, in basso, l’alpe Prato Ferodo. Verso est spicca la Rocca Patanua.
1 ora c.ca dal pilone Gran Taia.
Il ritorno si fa ripercorrendo lo stesso itinerario. Scesi all’alpe Colone, ci si abbassa nella vegetazione sino al punto in cui l’ometto segnala che bisogna abbandonare la traccia che porta all’alpe Gardinera per quella che scende al fondo al rio Prebec. Risalito faticosamente l’opposto versante a margine della Gran Gorgia, raggiunto lo sterrato, lo si percorre sino all’alpe le Combe.
2 ore e 15 minuti c.ca dall’alpe Cruvin.

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