Trail pian Marchisa-Ventimiglia

Data 28/06/2012 | Categoria: Escursionismo

Buongiorno a tutti!
Rieccomi dopo una lunga assenza da lafiocanvenmola a raccontarvi di un’impresa idealizzata, concettualizzata, programmata e vissuta intensamente.
L’idea era quella di fare un trail, andando verso il mare, ma siccome era una cosa che avevo già fatto, dovevo farla necessariamente in modo diverso. E così con il fedele compagno, organizziamo il tutto. il percorso scelto è molto lungo ma panoramico, da fare magari in due giorni, viaggiando veloci e leggeri. Ma l’idea balzana è quella di farla in un giorno solo.
Così dopo i necessari preparativi logistici e pratici, partiamo giovedì 28 giugno al pomeriggio da Pian Marchisa, destinazione rifugio Don Barbera al Colle dei signori. Il tempo non è dei migliori perché ci sono un po’ di nubi basse, ma capiamo ben presto che sono solo nuvolaglie passeggere tant’è che si apre.
Procediamo spediti se non fosse che mi capita un piccolo problema, che però è anche un grande problema: le pule ai piedi . Le scarpe nuove hanno qualche piccolo intoppo e mi creano un fastidioso logorio al piede e al colle del pas, sono già li alle prese con cerotti vari. L’umore scende decisamente, forse grazie a sta cosa tutto salta, sarebbe davvero una beffa dopo tanti pensieri sulla traversata.
Eppure nonostante tutto arriviamo al rifugio che inevitabilemente ritrovo il buon umore. In qualche modo spero di curarmi la ferita al piede e di punto in bianco non penso più che la traversata possa saltare. In un modo o nell’altro giù si andrà.
La serata in rifugio è davvero all’insegna del buon umore: sarà anche merito dell’ottima ospitalità e cucina dei gestori, o forse anche dei due grappini di pino mugo, ma tant’è che andiamo a dormire belli elettrizzati. Dalla finestra della camera filtra la meravigliosa luce bianca della luna. Tutto sereno. Domani nulla potrà andare male.
La sveglia impietosa è puntata per le 3.30. La colazione è pronta ad aspettarci, ci si prepara con cura, nastro telato e compeed sulla vescica e di parte alla luce della frontalina di otto che sono appena le 4.35.
Il primo tratto prevede subito salita per scavalcare un montagna e arrivare diretto al passo delle selle vecchie. Tutto procede per il meglio. Il passo è buono, nessun problema dal piede e si intravedono le prime luci del nuovo giorno.
Arriviamo al colle, e molliamo alcuni vestiti, tanto la temperatura comincia ad aumentare. Di qui scegliamo di fare tutto il percorso di cresta fino al Maccarello e scopriamo che questo tratto è davvero superlativo. Le prime luci del giorno, sentiero bellissimo in cresta, venticello fresco, immense fioriture di rododendri, fanno si che passato il monte Bertrand non resistiamo ed iniziamo una lunga fase di corsetta, che è fantastica. Nessuno degli oltre 800 km percorsi in allenamento valgono 10 metri dello scenario che sto correndo adesso.
Così facendo arriviamo al Maccarello che non sono ancora le 8 del mattino. Pausa colazione e si riparte sull’Alta via dei Monti Liguri. Il percorso inizia subito a scendere prima su sentiero e poi su stradina sino al passo di Collardente. Anche qui si corre, oltretutto all’ombra della montagna. Il percorso poi comincia a farsi un po’ più vario, con continui saliscendi per la Bassa di Sanson. Ma il passo è buono anche in salita e ci avviciniamo sempre di più a quello che per noi è il punto di non ritorno, ovvero lo stacco del sentiero per il rifugio Allavena presso il colle della Melosa. Di qui in giù nessun rifugio. O ci si ferma e se riparla l’indomani, oppure si va. Sono le 10.30 del mattino… a Ventimiglia mancano 40 km.. noi ne abbiamo già percorsi circa 30-32… dopo una giusta riflessione mi lascio convincere (facilemente) da Danilo che sente l’odore del mare come un segugio bracca la sua preda.
Io, che per indole sono molto prudente, tergiverso, ma il desiderio di fare quello che per noi è pura sfida, ha la meglio. E così ci rimettiamo in marcia. Speriamo di non dovercene pentire.
La temperatura inizia ad aumentare e aggirato il Toraggio all’ombra, piombiamo in pieno sud e scendiamo in direzione del passo del Moratone. L’altitudine ancora elevata ci concede un po’ di frescura, ma il caldo di riverbero dalle rocce a volte è quasi mozzafiato. Ma reggiamo ancora e si corre appena si può, per bruciare quanta più strada si riesce. Mi ripeto spesso…. Se vuoi arrivare prima, non ti resta che correre. I paletti dell’Alta Via sono dei continui countdown… 37-36, e sono proprio i km che mancano.
Piano piano scaliamo i numeri, ma comincia ad affiorare un piccolo problema: l’acqua.
La siccità di questo periodo ha prosciugato tutto e le casette disseminate lungo il percorso sono tutte chiuse sprangate. Nessun rubinetto aperto, l’acqua comincia a scarseggiare anche nelle nostre bottiglie e il caldo comincia a farsi più afoso. Il percorso fortunatamente passa spesso sotto alberature, ma il temuto “Caronte”, ci accompagna volentieri.
Nel nostro camminare ci capita pure di sbagliare sentiero, tanto che perdiamo circa 1 ora tra anda e venanda per riprendere il sentiero. Il morale comincia a scivolare sotto le scarpe. Fa caldo, siamo quasi senz’acqua, la stiamo razionando da un po’, e mancano si e no 25 km all’arrivo, ovvero circa 5 ore di cammino.
Non si parla quasi più, ora è tempo di soffrire, quando in quello che forse il buon signore è il suo personale regalo e sostegno: un minuscolo rivolo d’acqua.
Siamo un po’ dubbiosi… poca acqua corrente, ma la sete è troppa e dopo qualche titubanza, ne assaporiamo la sua freschezza. Ci vogliono 10 minuti per riempire la borraccia e appena pochi secondi per svuotarla. Mai bevuto acqua tanto buona e fresca!
L’acqua bevuta ha lo stesso effetto della pozione magica per obelix e asterix, tanto che riprendiamo a camminare di buona lena, anzi adesso corriamo di nuovo. Che bello sentire l’acqua che scrolla nello zaino! Musica celestiale.
Ritrovato l’ottimismo tutto scivola meglio, anche se i dolorini alle gambe si fanno sempre un po’ più intensi.
Il percorso scelto, è davvero bello, ma è decisamente frustrante. Gli ultimi km sono tutti un saliscendi continui con i Sali che sono dei veri e proprio strappi. La marcia è decisamente più lenta e ormai siamo quasi al tramonto. ma a tre km, eccola: Ventimiglia. Ormai ci siamo. Siamo praticamente arrivati.
Sono le 21.45 quando percorriamo in modo un po’ dinoccolato la spiaggia di sassi di Ventimiglia, sporchi, arrossati dal sole, con zaino e racchette, in mezzo ai villeggianti che ci guardano un po’ come alieni.
Abbiamo compiuto la nostra piccola impresa e siamo davvero contenti, distrutti nel fisico, ma contenti.
Non ci resta che farci venire a prendere e sbranare pizza e birra ghiacciata che per tutto il giorno ci siamo sognati.
Un ringraziamento particolare va al mio amico 8+, alias Danilo, che con le sue cure e il suo incitamento ha permesso che realizzassi questo mio pallino, e un ringraziamento alla mia metà del cielo, che ancora una volta asseconda le mie “imprese” raccogliendone spesso e volentieri i cocci.

Buone gite a tutti!!!


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