Monte Tibert, cima e Anello “Arzilli Vecchietti”

Data 18/06/2007 | Categoria: MTB

Una settimana di pioggia e due libri bruttissimi mi avevano condotto alla più nera depressione. Ne stavo faticosamente uscendo, quando la citazione “Arzilli Vecchietti” fatta dal webmaster mi ci ha fatto ripiombare. Ho deciso allora di suicidarmi sul Monte Tibert, con l’aiuto di 10 barrette di gelatina alla frutta della decatlon.
Parto da Valgrana con i due grandi del clan dei Pinerolesi, i quali, benché abbiano la mia età, sembrano però due giovincelli.
Arrivo a Castelmagno arrancando dietro di loro che ogni tanto mi aspettano 10 minuti.
Mi sorpassa persino un ripidista famosissimo che con la bici da corsa si sta allenando per la “Rampignado” e mi dice anche che è cotto. Arvetze!!
Da lì in su, per il vallone del Sibolet, sterrata fino alle Grange… e poi non li vedo più.
Butto giù una dopo l’altra 5 barrette di gelatina e la mtb a spalle per un’ora.
Praticamente arrivo in cima al Tibert (2650m) mezz’ora dopo di loro; io sono praticamente in coma.
Lassù mettiamo al fresco nel nevaietto una bottiglia di Gewurtz Traminer, mangio mezzo panino pesantissimo e mi metto brillo.
Do l’addio ai miei due soci perplessi che tornano giù per di dove siamo saliti e mi butto giù al di là del colle Intersile, verso le Grange Tibert per un bel sentiero che si vede finire nella nebbia.
Arrivo con breve risalita alle Basse di Narbona.
Vorrei buttarmi per cresta, attraversare Rocca Cernauda, Rocca Albert ed il M.Plum, e raggiungere il colle di Margherita e il M.Chialmo, per poi scendere sempre in ripida cresta il Gerbido, ma c’è un po’ da arrampicare e poi questa nebbia avvolge tutto e non vedo un acca.
Butto giù allora le altre 5 barrette letali della decatlon e mi fiondo sul sentiero che passa sotto Rocca Cernauda dalla parte della Val Maira.
Ma al colle di Margherita non rinuncio: sulla cartina, da q. 1800, parte un sentiero tratteggiato che fa un lungo traverso discendente verso il lago delle Rane e poi risale pericolosamente al colle di Margherita.
Arrivo dopo un’ora a vedere laggiù il lago, lontanissimo: il sentiero è sempre più peggio e dopo un po’ finisce nel nulla, tra le ortiche, l’erba alta ed i rovi.
Le 10 barrette, anziché uccidermi, non mi hanno neanche procurato un leggero maldipancia, anzi mi sento più in forma di prima, forse ho solo delle allucinazioni.
Infatti, 20 metri sotto di me vedo un cane che cammina guardingo di traverso nell’erba, con un coniglio in bocca.
Gli faccio un fischio: si volta verso di me con aria interrogativa. Si ferma perplesso e poi prende giù dritto verso valle per il ripido pendio, come a dirmi: il coniglio l’ho preso io e me lo mangio io.

Poi penso che il cane era un lupo ed il coniglio una lepre. Confermato dal pastore un’ora e mezza dopo.
Naturalmente, come tutte le volte che incontro un lupo od un cinghiale, di alberi nessuno nel raggio di 500 metri. E’ la legge di Murphy.
Allora mi butto giù anch’io, fuoripista, sulle tracce del lupo, lo saprà lui dove si arriva giù di qua.
Riesco addirittura a fare dei tratti in sella, non vorrei sorpassare il lupo, quindi rallento e faccio un po’ di casino, che, si sa, ai lupi non piace per niente.
Arrivo dopo un’oretta ad una sterrata, tra guadi, rocche, ortiche e rovi che proprio non ve la consiglio.
Neppure al webmaster.
Quella sterrata, a destra in salita, porta al lago delle rane, ma io ne ho abbastanza e scendo a destra, arrivo sopra Paglieres; due tornanti in discesa: sarebbe intelligente scendere a valle, Dronero, Caraglio, Valgrana. Lunga sì, ma tranquilla.
Ma io che tutto sono tranne che intelligente e tranquillo, prendo la prima sterrata a destra, in salita, attratto dal bellissimo traversone nel bosco di faggi che passa sopra Moschieres e raggiunge in un’altra oretta il colle di S.Margherita(non il colle di Margherita!!).
Lì sono deciso a scendere a Dronero, perché, dalla cartina giudico che per raggiungere il colle del Gerbido(per poi scendere a Valgrana) ci metterei, truc e branca, almeno un’ora e mezza.

Incontro il pastore coll’orecchino, e, sicuro come sempre che mi dirà che il sentiero è brutto e che ci metterò più di 2 ore, glielo chiedo.
Lui mi squadra da capo a fondo, squadra la mia bici, e dopo avermi detto che il cane era un lupo e il coniglio una lepre, mi dice che ci metterò 20 minuti.
Allora ci vado!!
Dopo mezz’ora incontro una pastorella col figliolo che vanno a riprendersi le mucche al pascolo: chiedo un parere anche a lei: mi dice che se non conosco il posto mi perderò senz’altro, che il sentiero è brutto e che ci metterò 2 ore per il colle, se non mi perdo.
Mi dà un sacco di informazioni, alla fine delle quali non capisco più niente, poi mi accompagnano un pezzo: al primo bivio piglio a destra: mi dicono: nooooooooo, è a sinistra.
Siamo a cavallo.
Dopo una mezz’oretta di saliscendi finalmente un cartello: colle del Gerbido: 1h40’ !!!
Siamo a cavallo!!!
Ma qui il sentiero è bello, pianeggiante, falsopiano, discesa: recupererò tantissimo.
Infatti dopo un’altra mezz’oretta sono già sotto il colle, senza esserci passato. Boh!
Totale, ci ho messo un’ora e mezza.
E in un’altra mezz’oretta sono a Valgrana.
Dove, sul tergicristallo dell’auto, c’era scritto: bentornato, vecchietto arzillo.
Neanche loro mi avevano preso sul serio.
Tornando a casa, per non perdere tempo, sono passato dal mio psicologo, confessandogli il mio tentativo di suicidio con le barrette della decatlon.
Mi ha consigliato di suicidarmi la prossima volta con costine, salame e barbera, che secondo lui, specie se fosse fatto in compagnia di derelitti ad un raduno a Pramollo, sarebbe molto più riuscito.
Gli ho detto anche che il mio super-io rifiuta qualsiasi classificazione dovuta per esempio alla mia età, che conosco peraltro benissimo, ma anche qualsiasi altra classificazione.
Lui mi ha detto che gli risulta che non mi diano così tanto fastidio le classificazioni tipo “mito, grande, forte” ed il loro relativi superlativi assoluti.
Ma io, ed il mio super-io non siamo d’accordo.
Forse sarà il mio ego ipertrofico, non gliel’ho chiesto.


Data: 14/06/2006
Partenza: Valgrana, m.650
Zona: Valli Grana e Maira
Topquote: M.Tibert, 2650m
Lunghezza: 68km, non sono sicuro
Dislivello posit. Cumul: 2745m
Tempo indic.: 10 ore (9 evitando fuoripista)
Ciclabilità: 85%(2h a piedi); evitando fuoripista: 95%(1h a piedi)

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