Grande Aiguille Rousse III...come sarà andata a finire...
Data 11/06/2007 | Categoria: SciAlpinismo
| E' impressionante quante mail e telefonate ho ricevuto per sapere come era andata a finire la storia infinita della Grande Aiguille Rousse (o Grande Anguilla Russa come ormai tutti la chiamano). Sul posto abbiamo persino incrociato due simpatici scialpinisti che sono andati di persona a vedere se ci trovavano! Cosa dire è anadata a finire bene...o meglio sarebbe potuta finire molto peggio!!! Ma andiamo in ordine...
Come sempre tutto inizia nella giornata di sabato quando con il consueto giro di telefonate ed sms sento i vari soci. Le proposte sono parecchie ma la previsione di temperature molto alte ci scoraggia a pianificare grandi imprese in alta quota. E poi, in fondo in fondo, la disfatta delle settimane passate alla Grande Aiguille Rousse brucia e così ecco organizzata la terza spedizione a questa bella montagna. La squadra è sempre più ristretta ma non meno prestigiosa, siamo Marilena (ancheledonnefannoripido), Giorgio (sborderzena), Enzo (maestro Cardonatti), Lorenzo (Lurens l'appiedato) ed io (lafiocaègiàmola). Come ormai da copione il ritrovo è alla diga Serrù dove Marilù, Giorgio ed Enzo hanno passato la notte. Il meteo miracolosamente è ottimo, le temperature neanche troppo alte e il morale alto (solo io sono già cotto ancora prima di partire).....ma nessuno immagina le disavventure che ci attendono. La salita dal passo della Capra e poi il Colle d'Oin procede spedita e senza intoppi....ormai il percorso lo conosciamo bene. Al colle finalmente la visione sperata: la parete nord è lì davanti a noi in tutto il suo splendore. Da subito notiamo che le condizioni della parete non sono delle migliori, la parte medio-bassa è discretamente carica, mentre l'uscita presenta parecchie roccette scoperte, in parte è già slavinata. La salita non dovrebbe essere particolarmente impegnativa, l'orario è ideale e la temperatura non particolarmente alta....per la discesa si vedrà, al massimo c'è la via normale. Pronti via....si parte. Fino ad oltre la terminale (già parzialmente aperta) saliamo con gli sci poi proseguiamo che picca e ramponi. Marilena è in ottima forma (e quando mai ) e decisa parte a battere sul ripido pendio. La neve è parecchia, molto umida e pesante, ma la salita procede spedita. Seguiamo una linea pressochè verticale sotto la vetta a poca distanza dal settore già slavinato. Ad un bel punto il mio bastone-piccozza si rompe, la manopola Grivel Condor mi resta in mano e il bastone nella neve....non ci voleva! Che sia un segno.... Vabbè mi resta la picca. Giunti nel pressi delle rocce la cosa diventa più seria. La pendenza è sempre molto sostenuta (45°-50°) e sotto lo strato di neve inconsistente affiorano ghiaccio e pietre. Cosa fare? Valutiamo le varie possibilità di salita e prendiamo in considerazione anche l'ipotesi di scendere, ma tutto sommato (considerato il tipo di innevamento) riteniamo più sicuro forzare l'uscita in vetta il più velocemente possibile. Quando i giochi si fanno duri i duri entrano in azione e così il Cardonatti prende il comando. Con gran classe risolve il passaggio chiave (....solo dopo ci confessa che l'ha vista brutta... ) e in breve tutti usciamo in vetta. Grande via, non molto lunga ma discretamente impegnativa su pendenze di tutto rispetto sempre sui 45° con alcune rampe a 50°. In vetta si discute e valuta la sicurezza della discesa della nord....quando all'improvviso un enorme boato richiama la nostra attenzione. Ci affacciamo sulla parete nord e vediamo che sta andando giù tutto. In meno di un minuto tutto il settore sinistro della parete si è staccato! Il gelo scende tra di noi....sarebbe bastato ritardare di 10/15 minuti e per dirla alla Cardonatti sarebbe stato 'Game Over'! Riaquistata la calma siamo tutti concordi sul fatto di non sfidare ulteriormente la sorte...la parte alta di parete potrebbe ancora staccarsi, inoltre la neve non è delle migliori e la sciata sarebbe poco godibile. Così, terminati i preparativi iniziamo la discesa sul versante sud-ovest...neve dura come il marmo ....(ormai non si capisce più nulla...a nord è molle a sud dura...bhoooo). Scesi per 150 metri circa tagliamo tutto a destra in direzione della spalla ovest da dove si può facilmente entrare nella parte centrale della parete nord. In questo traverso nuovamente il 'panico' quando a Giorgio si sgancia il puntale di un attacco della tavola e inizia a scivolare. Sulla neve durissima e liscia prende subito velocità ma grazie alla sua gran padronanza della situazione riesce con la picca a fermare la scivolata e ristabilire il controllo. Tutto ok, sicuramente ci siamo spaventati più noi di lui! Entrati in parete, a tutta velocità scendiamo con il timore di nuovi crolli, la discesa è ripida il giusto e la sciata mai troppo impegnativa. Il resto della discesa prosegue, per fortuna, in modo tranquillo e divertente su neve trasformata ben sciabile. Attraversato il lungo plateau arriviamo al Passo della Vacca e da lì su pendii nuovamente più ripidi al Piano della Ballotta. Da qui il canalino della Ballotta (notevolmente più stretto di 3 settimane fà) ci regala ancora un paio di piacevoli curve saltate....talmente belle che Marilena ed io, in attesa di Lorenzo, lo scendiamo due volte. Ricordo che il Lurens sta scendendo a piedi senza ciaspole....un bel culo! Dal bivacco della Ballotta alla macchina naturalmente sci in spalle. Giunti alla macchina, un ultimo attimo di smarrimento ....da lontano vedo la portiera aperta! Ci mancano solo i ladruncoli d'alta quota!!!! Per fortuana è tutto ok......probabilmente abbiamo lasciato inavvertitamente la porta aperta già al mattino. Bhaaa...il buon giorno si vede dal mattino!
Meno male che nel kowalski di Enzo la birra non manca mai..... .....mai come questa volta la birra è particolarmente buona!!!!
Data: 10 Giugno 2007 Quota max: 3482 m Partenza da: Lago Serrù Quota partenza: 2200 m Dislivello: 1400 m Zona: Valle dell'Orco Difficoltà: 4.3/E2
Album Foto Tracciato GPS
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