LA NOTTE DEI QUATTRO OCCHI

Data 24/11/2011 | Categoria: C'era una volta

Non ho paura del buio, non l’ho mai avuto, neanche da bambino : quando si giocava a nascondino andavo sampre a ficcarmi negli angoli piu’ bui delle cantine dei palazzi.

Mi e’ sempre piaciuto camminare al buio, posso parlare bisbigliando con me stesso come quando da piccolo mi facevo domanda-risposta-commento, senza insospettire o passare per stronato o farsi guardare dagli altri in quel modo un po’ cosi’…

Per queste e altre ragioni ancora adesso quando compio un’escursione mi piace partire presto, con la frontale, e non solo perche’ “partire presto paga” in termini di bel tempo e neanche perche’ l’escursione sia troppo lunga…potrei farcela benissimo anche partendo solo alle 8 o alle 9…

Lo faccio perche’ mi piace, da solo, camminare nel silenzio e sentire solo il rumore dei miei passi e del mio respiro piu’ o meno affannoso, scoprire alla luce della frontale ogni metro del percorso e non sapere neanche esattamente in che punto preciso della salita sono arrivato.

Poco tempo fa, durante la salita che da s. Anna di Valdieri porta verso il rifugio Dante Livio Bianco, ero in una di quelle camminate notturno-mattiniere e stavo come sempre fantasticando su cose varie ed ero felice. Il percorso lo conosco molto bene, non ci sarebbero stati problemi sicuramente.

Ma il brivido era li’ che mi aspettava, piu’ o meno nel tratto che il sentiero affronta prima di arrivare al gias del Prato, quasi fuori dal bosco.
Avevo letto da poco alcuni articoli riguardanti il problema dei cani bianchi e di conseguenza il problema dei lupi che andavano facendosi via via sempre piu’ intraprendenti. Anche nei dintorni di casa mia, a Magliano Alpi, grazie al collare-trasmettitore che ha al collo,e’ stato rilevato il passaggio di uno di questi splendidi animali.

Quella mattina di ottobre, erano circa le 6 (giornate gia’ corte) e come ho detto stavo per uscire dal bosco; sento un fruscio, un movimento. Un respiro di fianco al sentiero; istintivamente giro la testa con la frontale verso il rumore…Due paia di occhi rotondi mi osservano a pochissimi passi da me, forse due metri, vedo solo gli occhi brillare nel buio e nient’altro…

Ora so cosa vuol dire sentirsi gelare il sangue nelle vene e sentire la classica goccia di sudore freddo che scorre giu’ per la schiena.

A pensarci dopo, a mente fredda, viene anche da ridere, certo, ma sul momento mi sono sentito “perso”…mille pensieri in una frazione di secondo : scappo? Gli do una bastonata? Mi metto a urlare? Cos’altro?

Poi ho visto i denti, bellissimi, bianchi, due lunghe file di denti…sembrava che i due muli mi sorridessero mentre dicevano “L’AS STRENSU BIN LE CIAPE, NE’ ?…”


Continuero’ a camminare nel buio, sempre, ma quella notte mi sono sentito un po’ Cappuccetto Rosso…”che occhi grandi che hai, nonna!”…


Claudio





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