Il Palavas:magicamente bella! un pò meno invisibile e dimenticata...2 ottobre-2011

Data 02/10/2011 | Categoria: Escursionismo

Si! Il Palavas è proprio una bella montagna,anzi magica direi!ma ora un pò meno invisibile e dimentica. Salire le vette minori e meno frequentate mi affascina, innanzi tutto perché sono molto meno frequentate,quindi ben lungi dalle resse sulle vette,ci si può restare a lungo lassù immobili a contemplare, ammirare, pensare…magari sorseggiamo un buon bicchiere e una sigaretta, e il pensiero va… Ho una metafora quando invito i miei amici ad uscire dall’idea di andare sulle vette classiche per salire su vette meno note,dico loro che esse sono come quelle donne offuscate dalla bellezza di una prima donna più appariscente e corteggiata,ma più delle volte ella consapevole della propria beltà diviene superba ed antipatica. Invece se si corteggia chi sta più appartata,non da sfoggio delle proprie qualità, si intusce una bellezza interiore, appena ci si avvicina ad essa poco per volta ella rivela un grande temperamento,è più simpatica non si da della arie e soprattutto si lascia “conquistare” molto più facilmente…

Leggendo che Beppe ultimante ha salito il Palavas,mi è venuta una gran voglia di andarci anch’io!In verità non è un vetta nuova per me, ma sono passati tanti anni, la mia memoria è latente quindi non mi ricordo più bene, e… ritorna nuova! Essa è invisibile quasi da per tutto ma c’è un luogo dalla pianura pinerolese in un breve tratto presso Osasco,che non può sfuggire all’occhio esperto, la si vede troneggiare possente lassù sulla testata del val Pellice,inconfondibile la sua forma tozza e massiccia,pare incutere timore al suo rivale Bric Bucie,che timidetto se ne sta appartato su un fianco della valle, spaventato, pare essere incline fuggire in val Germanasca.

L’altro giorno questa montagna mi è apparsa in tutta la sua magnificenza; facendo la curva nella rotonda di Osasco,una mano al volante e l’occhio rivolto a monte, quasi senza accorgermi ho fatto tre volte la rotonda prima di infilare la strada per Pinerolo ,poi ho esclamato a Carla,che stava già per strapparmi il volante da in mano:domani vado lassù! “fate furb! fulatun!” mi ha apostrofato... Io accetto volentieri questo “complimento”è un modo per dirmi che mi vuole ancora bene,ma dopo oltre quarant’anni non si osa più esprimersi come una ragazzina allora ricorre a questi modi un pò rudi…

Quindi in questo pazzo autunno dove l’estate ha lasciato posto ad una nuova calda primavera,eccomi con il Gianfri nel parcheggio prima del divieto poco sopra Villanova. Divieto per modo di dire, perché è sufficiente pagare una “gabella” che si può tranquillamente continuare in auto. Ma andare al pian del Prà in vettura, oltre a sprecare l’euro si spreca anche la gita,come si potrebbe ammirare la grandiosa cascata del Pis,ma soprattutto leggere la bella poesia di Nino Costa vergata su una roccia sottostante? Già la lettura di questi versi vale la gita!

Oltre il Pian del Prà incontro un gregge in recinto,esso è custodito da uno di quei bei cagnoni dalla fama di essere aggressivi, oltre ad essere molto ligi al proprio dovere mal sopportano l’ignaro escursionista. Sarà perché era oltre la rete,sarà che comunque li ho cominciato parlare in modo suadente come faccio con Jolie,alla fine mi faceva delle feste,e quasi, quasi si lasciava accarezzare, tuttavia non ho osato tanto,non si sa mai…

Decidiamo di fare colazione al Funtanun,però mamma mia! non arrivava mai,e quando finalmente arriviamo facciamo una “culassiun disnoira” Non rimangono che 600 metri di dislivello,continuiamo verso il colle dell’Urina,anche perché abbiamo il recondito desiderio di passare in territorio francese e scendere dal Soardi. Poco sotto il colle seguiamo una labile traccia con qualche ometto che sale verso un canalino con una strozzatura,mi ricordo che passai da lì,ma sarà che nel frattempo sono avvenuti smottamenti,sarà che ora ho molti anni in più,adesso mi è sembrato,non difficile, ma pericoloso, tanto più che è bastato scendere brevemente,e sulla sinistra siamo saliti per una facile traccia che ci ha portato sulla pietraia superiore.

Da qui è solo più questione di fatica,moltissimi ometti ci indicano la via,e in un’oretta siamo in vetta. Che giornata! Fantastico il panorama sulla valle del Guil,come verso il torinese. La fame è tanta e anche la sete,ho con me una “burnija” di peperoncini alla puttanesca, che non placano la fame ,ma aumentano la sete…dopo una vita non ho ancora imparato cosa si deve portare in montagna da mangiare!

Dopo oltre un’ora decidiamo di scendere,ma da che parte? Abbiamo puntato la dorsale francese della Crète de Peyra Plata,dall’alto pare meno pietrosa,appena scendiamo un po’valutiamo che ci sono altrettante pietraie come da dove siamo saliti, quindi pietre per pietre, pestiamo quelli nazionali. Arriviamo al colle dell’Urina che sono quasi le quattro,troppo tardi per fare il giro dal Soardi, comunque scendiamo per il panoramico e ben tenuto sentiero che passa alle grange Crosenna,ancora poco e arriviamo sulla strada dove incrociamo moltissima gente che scende dal pian del Prà. Giungiamo all’auto che è quasi notte, concludendo così questa giornata di questo anomalo autunno,che pare primavera, vedo la gente contenta anzi euforica per questo sole e questo caldo fuori stagione. Io e il mio amico scuotiamo la testa, passa un signore del posto, anche lui è sconcertato per questo interminabile bel tempo esclamando: “mala-parà! mala-parà!” (mala tempora) come dicevano i latini…

data:2-ottobre-2011
località partenza:parcheggio un pò sopra Villanova
quota partenza:1400 c.
quota vetta:2929 mt.
dislivello:1600 mt
difficoltà EE

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