Mongioia 3340 m

Data 08/12/2011 | Categoria: Escursionismo

Buongiorno a tutti!
La tentazione in questo giorno di festa patronale di andare in montagna era davvero tanta e siccome le condizione meteo lo consentivano, con il mio fedele compagno di vette 8+ alias Danilo, decidiamo di riprendere a salire. Le vette sono tante, le possibilità molteplici, ma entrambi siamo attratti dal Mongioia.. e Mongioia sia. È un bel po’ di tempo che questa montagna mi attrae, vuoi per l’altezza, vuoi perché la Val Varaita non è da me molto conosciuta, vuoi per la vicinanza con il Monviso, ma questa è la volta buona per salirlo.
La partenza è fissata per le 5 del mattino da Villanova. Si parte presto, si sale presto, questo è un po’ il nostro motto.
La sveglia del mattino è un po’ complicata, anche perché la sveglia si rifiuta di suonare e per fortuna mi sveglio da solo che sono le 4:44… ma riesco comunque a fare tutto…. anche perché era davvero tutto pronto. Mi manca solo un caffè, ma spero di prenderlo per strada… un bar aperto ci sarà no?
E così ci facciamo tutta la piana e svoltiamo per la val Varaita, ma di bar aperti manco l’ombra. Mi sa che oggi il caffè mattutino salta….
Partiamo dalla macchina che sono le 6:40.
Si percorre un primo tratto su strada bianca e poi si seguono le indicazioni per il bivacco Boerio. Davanti a noi appare davvero impressionante la Rocca Seghi. È davvero spettacolare e maestosa. Sembra un immenso boulder per arrampicare.. infatti c’è anche una via ferrata. Il sentiero nel frattempo comincia a farsi un filino più erto e scopro mio malgrado che oggi le gambe non girano proprio benissimo. Resisto comunque e vado avanti del mio passo.
Dopo circa 1 ora siamo alla prima casupola di pietra dove finalmente mi posso dissetare un po’.
Riprendiamo il viaggio e davanti a noi si apre il vallone del Rui, che con alcuni saliscendi percorriamo fino al fondo attraversando qualche malga. Lo scenario intorno a noi è davvero bello e significativo.
Quasi in fondo al vallone il sentiero (tra l’altro ottimamente segnalato con continue tacche rosse fatte di recente ) risale un risalto erboso facendosi più erto, e siccome le mie gambe non girano affatto, mi ritrovo spesso e volentieri a dover tirare il fiato.
Chissenefrega, non voglio farmi prendere dalla frustrazione della fatica rispetto all’ambiente che mi circonda e alla meta che mi sono prefissato.
Quindi faccio tutte le pause del caso e salgo. Danilo davanti a me invece sale che è una bellezza e prima di me arriva al passo Mongioia, dove ad attenderci è un vento freddo e sferzante e ovviamente il bivacco Boerio tutto per noi.
Sarà la vista intorno a noi, sarà l’arrivo al bivacco, ma riprendo coraggio e decidiamo di fare una piccola pausa dentro prima di riprendere la salita.
Sono le circa le 9.15. Nonostante tutto siamo in 2 ore e mezza al bivacco contro le 4 segnate dal cartello.
Il piccolo rifugio è davvero caratteristico. Secondo me sarebbe davvero il luogo ideale per passarci almeno una notte… chissà che spettacolo da qui.
Però la nostra metà odierna non è qui. Per cui dopo una breve pausa decidiamo di riprendere il cammino e salire ancora.
Ripartiamo quindi seguendo il sentiero del versante che si affaccia sul lago. Il sentiero è abbastanza segnalato e molto vario. A mio giudizio ci sono davvero molte vie per salire, visto che ogni tanto ci sono ometti in più direzioni. Quella che abbiamo fatto noi ha spinto un po’ più a destra guardando al montagna, e ci ha costretto a salire un piccolo risalto di roccia e ci ha fatto arrivare sulla cresta finale…. Dove il comitato di benvenuto era un ventaccio francese davvero freddo! Però che spettacolo da qui! Finalmente il Mongioia! Ecco finalmente un’altra cima del libro del Parodi letto e riletto mille volte che posso dire di aver conquistato!.
Ovviamente può far ridere questa mia espressione, perché le conquiste sono ben altre, ma quando compero un libro di cime, mi immagino sempre la salita e poi la cima e guardando le foto fantastico come un bambino sugli scenari che si aprono… e l’essere “live” nelle foto che tanto ho immaginato, mi da la sensazione come se si fosse esaudito un mio desiderio.
Il dolore alle gambe c’è e si sente (e magari la prossima volta che decido di andare in montagna evito di andare a correre e giocare a tennis il giorno prima…. .) ma l’allegria ha preso il sopravvento. Ci divertiamo un po’ con la macchina fotografica e ci godiamo finalmente un panorama davvero eccezionale. E riconosciamo le montagne a noi più vicine…. La Bisalta, il Clapier, la Maledia, l’Argentera… davvero spettacolare.. e dietro di noi, il Re, il Pic d’Asti, il Pan di Zucchero.
Dopo circa 40 minuti in vetta decidiamo di tornare sui nostri passi e scendiamo, ma stavolta non facciamo più la via di cresta ma scendiamo lungo una traccia che scende dritta per dritta, che troviamo più semplice della via di salita. In breve siamo quindi al bivacco che salutiamo da lontano: oramai la nostra meta è la valle.
La discesa è stranamente bella e non noiosa come altre anche perché essendo molto varia, ti permette di cambiare spesso il passo. Percorriamo quindi il vallone del Rui completamente al sole e arriviamo alle 12.40 dalla macchina. In 6 ore siamo andati e tornati. Poco.. tanto.. troppo veloci… troppo precipitosi nell’andare via… a noi va bene così. Felici della salita e di tutto quanto.

Buone gite a tutti!

Quota partenza (m): 1882
Quota vetta (m): 3340
Dislivello complessivo (m): 1458
difficoltà: EE (ultimo tratto forse F- a seconda della via)




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