Un anello nel parco dell'Orsiera - Salita alla Punta Pian Paris

Data 31/08/2011 | Categoria: Escursionismo

Un anello nel parco dell’Orsiera. Salita alla punta Pian Paris

Località di partenza: Cortavetto mt.1259
Dislivello: mt. 1500
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore e 15 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 3 Val Susa – Val Cenischia - Rocciamelone – Val Chisone Fraternali Editore

L’anello proposto, certamente tra i più belli tra quelli che si possono effettuare all’interno del parco Orsiera – Rocciavrè, area protetta a cavallo delle valli di Susa, Chisone e Sangone, è vario e interessante perché tocca, nel suo procedere ambienti diversi e sempre mutevoli. Grandi boschi di conifere si alternano a conche, radure, alpeggi, corsi d’acqua, ambienti d’alta quota e cime e non è difficile scorgere animali come il cervo ed il camoscio qui particolarmente numeroso.
Avendo un notevole sviluppo il altezza ed essendo assai lungo, è possibile suddividerlo in due parti pernottamento al rifugio Selleries in val Chisone, salendo il primo giorno alla facile vetta della punta Pian Paris mt. 2742 o alla Rocca Nera mt. 2852, mentre il giorno seguente si potranno affrontare la bella cima Cristalliera mt. 2802 e la Punta Malanotte mt. 2739 per scendere poi a valle attraverso il colle superiore di Malanotte o colletto Cristalliera.

Percorrendo con l’auto la valle di Susa sulla statale n° 24 del Monginevro che transita per S. Giorio, giunti a questo abitato si piega a sinistra seguendo le indicazioni per Città – Parco Orsiera.
Salendo, la strada con numerose svolte alternate a lunghi traversi guadagna progressivamente quota superando nel procedere alcune borgate così raggiungendo il bivio che precede Città. Anziché proseguire diritti, si prende a destra e con due svolte si giunge a Cortavetto dove allo slargo nei pressi della fontana si può lasciare l’auto.
Seguendo le indicazioni per i rifugi Amprimo e Toesca si prende la comoda traccia che scende costeggiando due laghetti inoltrandosi poi nel bosco con una lunga diagonale in falsopiano raggiungendo infine la bella radura dove sorge la costruzione del rifugio Amprimo.
45 minuti c.ca da Cortavetto.
Anziché continuare lungo la valletta a lato del rifugio, come suggeriscono le indicazioni, si consiglia di salire sino alla sommità del costolone erboso-boschivo posto di fronte al rifugio stesso percorrendo un breve tratto del SF. (Sentiero dei Franchi). In pochi minuti la traccia raggiunge la sommità della dorsale morenica dove si può ammirare il grande piano sottostante, i monti della media e bassa valle e della lontana Vanoise, sino alla grande anfiteatro che chiude la prospettiva verso monte. Senza scendere si prosegue sulla cresta del costolone costeggiando appresso una canaletta spesso in secca raggiungendo, più avanti, la grande aperta conca dove è posto l’alpeggio della Balmetta. Saliti all’edificio si piega verso sinistra ritrovando subito la traccia del sentiero che riprende. Poco dopo, superato un primo bivio per il colle Aciano ed il monte Cormetto, si prosegue sempre verso monte attraversando due successive ampie zone boscoso- prative alla sommità delle quali una diagonale porta all’interno di un valloncello spesso battuto dalla valanga. Attraversato il rio subito ci si alza e, con alcune svolte ravvicinate in ripida ascesa, si esce al pian del Roc dove sorge la costruzione del rifugio Toesca o Balmetta.
1 ora c.ca dal rifugio Amprimo.
Dal rifugio si segue l’indicazione per il colle del Sabbione percorrendo il sentiero 510 sempre ben segnalato dalle solite tacche biancorosse. Alzandosi nel bosco di larici e attraversato un rio si incrocia subito dopo il bivio per la porta del Chiot e le bergerie dell’Orsiera che precede un caratteristico pilastrino di pietre su un roccione e una croce in legno posta in ricordo di persone cadute in montagna. Il sentiero sale ora ripido guadagnando un’ultima conca prativa affrontando poi il tratto che segue dove la presenza di ontani nani e rododendri è invadente. Continuando, con alcune svolte si perviene infine alla dorsale posta al termine della vegetazione arborea ancora incrociando ad un bivio un altro sentiero segnalato per il colle Aciano e poi, appresso, quello per la porta del Villano segnato direttamente sulla roccia. Dove il sentiero sembra perdersi aiutano non poco i soliti ometti e i numerosi paletti con gli anelli conficcati nel terreno. L’attraversamento di alcuni valloncelli e un lungo traverso verso destra precedono di poco la bergeria abbandonata del Balmerotto che infine si raggiunge. Questa si trova nell’ampia e bella radura che va dalla punta del Villano sulla sinistra a l’incombente guglia del Becco dell’Aquila posta a nascondere la Rocca Nera. Proseguendo ci si porta sul fondo dove subito ricompaiono i soliti riferimenti che segneranno il cammino sino al sovrastante colle del Sabbione. La traccia, appena evidente all’inizio, salendo di fa via via sempre più ripida attraversando di seguito un canalino. Poco più avanti diventa più evidente e, con numerose e continue svolte ravvicinate, guadagna rapidamente quota per uscire alla sommità al colle del Sabbione mt. 2560.
2 ore e 15 minuti c.ca dal rifugio Toesca.
La prospettiva che d’improvviso s’apre sulla punta Malanotte, sulla retrostante cima Cristalliera e sui monti della val Chisone, è davvero notevole. Dal colle una traccia (sentiero 338) traversando lungamente a mezza costa si porta progressivamente verso l’evidente insellatura del colle inferiore di Malanotte. Poco prima di valicare si sale l’erto e facile pendio erboso che conduce alla sovrastante punta Pian Paris mt. 2742, assai panoramica e punto più elevato del percorso.
1 ora c.ca dal colle del Sabbione.
Scesi al colle inferiore di Malanotte ci si abbassa subito ripidi seguendo una traccia appena evidente e sommariamente segnata raggiungendo al fondo un canalino che si percorre. Subito dopo la conca si apre e, sempre mantenendosi sul fianco sinistro del pendio, si scende ancora pervenendo nei pressi della bella sorgente che precede l’ampio pianoro posto ai margini dell’imponente bastionata rocciosa di Cassafrera. Superato il bivio segnalato per il colle superiore di Malanotte o colletto Cristalliera, il sentiero appena dopo sembra perdersi. Si devono raggiungere di seguito tre belle radure intervallate da ripidi tratti tra gli ontani e i rododendri dove il sentiero è assai rovinato. Alla prima, poco più in basso, si perviene con un paio di svolte discendenti a cui segue la seconda, il Pian delle Cavalle con le bergerie diroccate, che si raggiunge incrociando sul posto il bivio per la porta del Villano. Superata questa seconda radura si scende ancora tra i cespugli con un paio di traversi che lasciano a destra l’ultimo bivio per il colle del Vento e il colle delle Vallette così raggiungendo l’ultimo sottostante piano nel quale si trova il lago Rosso.
1 ora e 30 minuti c.ca dal colle inferiore di Malanotte.
Dal piano dove è posto il lago Rosso si prosegue verso valle percorrendo l’evidente traccia che con continue svolte scende nel boschetto di ontani perdendo sempre più quota per pascoli aperti avendo in vista l’alpe Mustione che si raggiunge dopo aver attraversato il ruscello su un ponte di legno. Proseguendo oltre si scende superando il rio Coscia di Donna restando poi per un lungo tratto quasi paralleli al torrente attualmente assai ingombro di residui valangosi. Più avanti, dopo aver incrociato il bivio per il colle Aciano, la traccia raggiunge infine il rifugio del Gravio posto in una bella radura.
Facendosi la traccia assai ampia si prosegue con un lungo traverso discendente sino alle abbandonate case Passet giungendo nei pressi di un bivio. Lasciata quella che scende ad Adret, ci si mantiene lungo la piacevole traccia che prosegue in piano e che nell’ordine supera i ruderi di Pois e Arbrun pervenendo al termine alle case di Travers a Mont che si attraversano. Oltre la bella chiesetta dedicata a S. Lorenzo lo stradello, fatta l’ampia svolta, scende infine allo slargo di Cortavetto dove questo lungo anello si chiude.
1 ora e 45 minuti c.ca dal lago Rosso.

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