Un anello dalla conca dei 13 laghi al rifugio del lago Verde

Data 03/08/2011 | Categoria: Escursionismo

Un anello dalla Conca dei 13 laghi al rifugio del Lago Verde

Località di partenza: Stazione d'arrivo del 2do tratto di seggiovia al Bric Rond mt. 2480
Dislivello: 700 mt.
Tempo di salita: 5 ore c.ca
Tempo di discesa : 2 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1.25.000 n° 5 Val Germanasca – Val Chisone Fraternali Editore

Questo lungo anello è una tra le più belle escursioni che si possono fare in montagna. La traccia mette in comunicazione la conca dei 13 laghi con quella del rifugio del lago Verde percorrendo lungamente una mulattiera militare, a tratti ancora ben conservata, dove tratti in piano si alternano ad altri dove si sale e si scende, dove si guadagnano colli e si superano barriere rocciose raggiungendo facili cime. Si ha così modo di ammirare le montagne che cingono la conca di Prali e oltre, anche se, per alcuni tratti, l’itinerario passa sul versante della val Pellice. Lungo il percorso si innestano diverse mulattiere che consentono di scendere rapidamente a valle e di interrompere l’anello in caso di necessità.
Data la lunghezza, per effettuare l’intero percorso in una sola giornata è indispensabile utilizzare, per la salita alla conca dei 13 laghi, i due tratti di seggiovia. Altrimenti lo si può suddividere in due giorni, pernottando al rifugio del lago Verde o al vicino bivacco Soardi effettuando, il giorno seguente, un’escursione su una vetta della conca prima di ridiscendere a valle.
Poco prima del colletto della Gran Guglia, al termine di un lungo tratto ascendente, si incrocia il traliccio che regge la campana dedicata ai caduti della montagna.
Dal rifugio del lago Verde si può scendere a valle utilizzando il sentiero tradizionale, che tutti percorrono, oppure quello che s’abbassa sul lato opposto della valle; tutte e due conducono prima a Bout du Col e poi più in basso al parcheggio della seggiovia.
Infine, volendo salire alla conca a piedi, è necessario percorrere il sentiero che sale nel vallone del rio dei 13 laghi. La notevole traccia, si stacca sulla sinistra, là dove termina la strada asfaltata, ben oltre il parcheggio della seggiovia.

Giunti a Prali in valle Germanasca, attraversato il ponte sul torrente, si prende per a destra lasciando l’auto nell’ampio parcheggio antistante gli impianti della seggiovia. Ora, dalla stazione di arrivo del secondo tratto di seggiovia al Bric Rond, giunti ad un punto panoramico, si sceglie il sentiero che s’abbassa verso la conca tralasciando quello che sale ad una casupola bianca. Scendendo inizialmente ripidi si raggiunge infine la conca e suoi laghi con un lungo traverso quasi pianeggiante.
Oltrepassati i notevoli baraccamenti militari risalenti alla fine dell’Ottocento e trascurato il sentiero che scende a fondovalle e quello che si addentra nella parte alta della conca, è necessario ora imboccare la larga, notevole mulattiera realizzata dai nostri soldati che subito si porta ad attraversare il rio dei 13 laghi. Subito dopo ci si alza sull’opposta sponda salendo con alcune svolte la panoramica Costa Belvedere così aggirando un costolone roccioso a cui fanno seguito alcuni comodi tornanti discendenti e poi un lungo traverso che permette di pervenire sul fondo del vallone Clapou culminante con il col Rousset. Prima possibilità di scendere a valle. La traccia pianeggiando si porta ora contro un’altra barriera rocciosa per superare, sempre con alcuni tornanti, l’accidentata dorsale discendente dal monte Peigrò. Giunti alla sommità si continua con un tratto in leggera salita guadagnando il valloncello al culmine del quale si tocca il col Giulian mt. 2457. Altra possibilità di scendere a valle.
Conquistato dai valdesi nel loro “Glorioso Rimpatrio”, il col Giulian collega la val Germanasca con la val Pellice e dal valico si ha una bella veduta sul Monviso e sui monti dell’alta Val Pellice. La traccia poi continua in leggera salita sul versante della Val Pellice passando vicino ai resti di alcune costruzioni militari procedendo poi per alcuni tratti quasi in piano. Al termine di un lungo traverso ad arco, dove sono ancora ben visibili i muretti a secco di contenimento e di protezione del manufatto, appena oltrepassata una parete strapiombante, occorre trascurare il tratto che seguita in piano per prendere quello che sale con alcune svolte in uno stretto valloncello uscendo al culmine ad un intaglio, un piccolo colle detto passo Dar Loup. In c.ca 5 minuti si raggiunge, volendolo, la vicina punta Chiarlea. Proseguendo oltre, sempre sull’evidente traccia, traversando a mezza costa per un buon tratto, si scavalca la cresta ritornando sul versante della val Germanasca in un punto a monte del passo di Brard mt. 2454 che si raggiunge con alcune svolte discendenti.
Qui giunti, tralasciata la traccia che va verso monte e che porta al passo di Fionira, si prosegue in piano sino a poco più avanti dove, presso una palina di legno, si stacca verso valle un sentiero che scende verso l’incantevole vallone delle Miniere, con un’ulteriore possibilità di abbreviare il percorso. Continuando invece sulla traccia militare, ora rovinata in più punti, percorso il lungo tratto quasi in piano posto alla testata di questo vallone, si scende poi con alcune svolte a superare due canalini, spesso ricolmi di neve sino a stagione inoltrata, al temine dei quali ricomincia la risalita. Con un’inversione a U si intraprende una lunga e ripida diagonale ascendente che porta a raggiungere, al culmine della faticosa ascesa, una caratteristica roccia. Poco oltre c’è un’altra possibilità di scendere a valle sino ai piani di Freibougio.
La traccia riprende nuovamente a salire per un piatto costolone portandosi brevemente ai piani di S. Giacomo. Attraversati questi piani ci si alza ancora con ampie serpentine in un valloncello incrociando, più avanti, la notevole mulattiera militare per punta Cerisisa, con i visibili baraccamenti diroccati di vetta, portandosi successivamente in vista del traliccio della campana degli alpini. Ad esso si perviene con alcune svolte ascendenti lasciando brevemente la traccia principale. Tornati sui propri passi si raggiunge ora il punto di massima elevazione dell’anello, cioè l’ampia depressione del Colletto della Gran Guglia mt 2790, vicino alla cima, poco oltre un vecchio ricovero militare . Dal Colletto della Gran Guglia sono ben visibili il sottostante rifugio e il lago Verde che si raggiungono scendendo da prima un ripido pendio di detriti e sfasciumi, poi percorrendo un più lungo tratto in moderata discesa rasentando due minuscoli laghetti.
5 ore c.ca dall’arrivo del secondo tratto di seggiovia.
Per comode tracce discendenti sino al rio, poi su un ampio stradello, dal rifugio del lago Verde si torna a Prali toccando al fondo marginalmente il vasto pianoro di Bout du Col, con accanto il nuovo alpeggio, dove normalmente si lascia l’auto per salire al rifugio e alle cime vicine. Qui inizia la carrozzabile a fondo naturale che scende verso Ribba con due tornanti per poi proseguire, per un lungo tratto, parallela al torrente sino al parcheggio della seggiovia dove questo lungo anello si chiude.
2 ore e 30 minuti c.ca dal rifugio del lago Verde.

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