Un anello per i Picchi del Pagliaio e il colle del Vento del Forno - Salita alla Rocca Rossa

Data 29/07/2011 | Categoria: Escursionismo

Un anello per i Picchi del Pagliaio e il colle del Vento del Forno. Salita alla Rocca Rossa

Località di partenza: Borgata Ruata mt. 1095
Dislivello: mt. 1300
Tempo di salita: 4 ore c.ca
Tempo di discesa: 3 ore c.ca.
Difficoltà: E/EE
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 6 Pinerolese - Val Sangone Fraternali Editore

Questo itinerario si svolge tutto all’interno del vallone del Ricciavrè, spoglio, aspro, desolato e selvaggio. Fa persin specie pensare che una valle alpina così configurata possa trovarsi a due passi da Torino. Partendo quasi da fondovalle, dalla borgata Ruata di Forno di Coazze in val Sangone, si percorre lungamente l’interminabile traccia che taglia in quota, sempre in costante ascesa, il pendio appena sotto i Picchi del Pagliaio raggiungendo infine l’ampia insellatura del colle del Vento del Forno che separa la Rossa Rossa, di cui si guadagna facilmente la cima, dal Monte Pian Real, assai impegnativo visto da questa parte. Raggiunta la conca posta sotto questo monte, si ridiscende poi a valle percorrendo tutto il vallone dove occorre prestare attenzione a seguire sempre i riferimenti che aiutano non poco a raggiungere il fondo.
Poiché nei mesi estivi la presenza di nebbie in questa valle è una costante, questo itinerario si presta meglio ad essere effettuato d’autunno prima della neve oppure nella tarda primavera.

Giunti alla rotonda posta davanti alla parrocchiale di Giaveno si prosegue in direzione Coazze. Tralasciando la successive diramazioni per Pontepietra, Coazze e Selvaggio, mantenendosi sempre sul fondovalle, direzione Forno, si raggiunge il ponte sul torrente Sangonetto, che si supera, per continuare lungo la strada che s’incunea nella valle non lontana dal torrente verso le borgate di Forno di Coazze. Raggiunte delle prime case, nei pressi di un ristorante-pizzeria si volta a destra seguendo l’indicazione per le borgate Dragone, Oliva e altre. Oltre la chiesa di Ferria, la strada alzandosi con alcune svolte supera prima il bivio per Rolando, poi le borgate Dragone e Oliva raggiungendo infine Ruata. Dove termina si lascia l’auto.
Salendo alle case subito si trova un bivio dove partono tre tracce. Si prende quella di sinistra che alzandosi traversa tra le praterie rasentando una stazioncina meteorologica. Aggirata la dorsale, costeggiati antichi terrazzamenti, presto si raggiunge il colletto Ruata dove, nei pressi di un pilone, troviamo alcune indicazioni e i ruderi di un insediamento. Di qui si passerà ritornando. Per intanto si segue quella per il Giargiur e i Picchi del Pagliaio. L’ampia segnata traccia s’inoltra nel bosco inizialmente con un lungo traverso ascendente a cui ne seguono altri più brevi. Lasciata ad un bivio la traccia per la cava di Calce, percorse le svolte ravvicinate terminali, si esce, più sopra, alle Prese del Ciargiur del Forno poste in una bella, panoramica posizione, insediamento purtroppo abbandonato da tempo qui non arrivando la strada. Proseguendo, sempre salendo, si superano due case isolate che anticipano l’indicazione per l’alpe Palè e poi, subito dopo, quella per i Picchi del Pagliaio. Portandosi ai pascoli superiori la traccia prende ad inerpicarsi ripida così guadagnando la dorsale che separa la valle del Ricciavrè da quella del Sangonetto. Per un lungo tratto si percorre in ascesa il crinale, detto Costa del Pagliaio, rimanendo quasi sempre sul filo di cresta. Guadagnata quota, la traccia si porta poi sul versante della valle del Ricciavrè. L’interminabile traverso che segue taglia lungamente il desolato pendio degradante verso il fondo, dove tratti in piano si alternano ad altri dove si sale, lasciando di sopra i superiori Picchi del Pagliaio con le vie d’arrampicata passando così sotto la rocciosa, frastagliata cresta che separa questa valle da quella del Sangonetto. Sempre continuando si raggiunge una provvidenziale piccola sorgente a cui fa seguito un tratto assai ripido. Al termine del lungo attraversamento un ultimo tratto in piano permette finalmente si raggiunge il colle del Vento del Forno mt. 2336, depressione tra la Rocca Rossa ed il Monte Pian Real.
4 ore c.ca dalla borgata Ruata.
La lunga traccia percorsa per raggiungere il colle è sempre ben evidente e segnata da vecchi tratti giallorossi e da altri biancorossi che la identificano e che occorre avere sempre come riferimento nel procedere restando peraltro sempre evidente. Percorrendo il roccioso filo di cresta dal colle si sale alla vicina cima della Rocca Rossa mt. 2391, punto più elevato dell’anello. Se si vogliono evitare le difficoltà iniziali, ci si porta, sul versante Ricciavrè, verso un canalino che si risale; poi tutto diventa più facile. Dal colle si raggiunge la cima in una ventina di minuti e si scende in un quarto d’ora superando così un ulteriore dislivello di 55 mt.

Dal colle del Vento del Forno si prende la traccia che abbassandosi taglia il l’erboso pendio degradante dalla cima del Pian Real raggiungendo al fondo l’estesa radura posta alla sommità del vallone, dove troviamo delle indicazioni, scegliendo quella per l’alpe Ricciavrè.
Se nel lungo tratto percorso per raggiungere il colle del Vento del Forno si sono rivelati utili, ma non indispensabili i riferimenti, da qui in avanti saranno provvidenziali; mai perderli di vista se non ci si vuole cacciare in seri guai dato il percorso assai accidentato che occorre fare per scendere a fondovalle. In aggiunta alle solite tacche di vernice sono di grande aiuto anche degli ometti che segnano via via il cammino. Ad un iniziale lungo tratto, dove ci si abbassa di poco, ne segue un altro dove si scende il ripido pendio con alcune svolte che portano ad una dorsale che si percorre sino a che si perviene all’abbandonata alpe Ricciavrè. Poi si riprende decisamente a scendere, sempre con ripetute svolte, raggiungendo più sotto il letto di un rio, spesso il secca, dove ci si abbassa seguendone per un tratto il corso. Più a valle lo si attraversa portandosi dall’altra parte dove troviamo il primo albero, un salice, nei pressi di un roccione. Proseguendo di poco presto si raggiunge una zona ricca di sorgenti che sono quelle che danno origine al ruscello di valle che si attraversa su un piccolo ponticello di pietra. Sempre continuando si rasenta poi ad un enorme masso trovando ancora, poco prima, altre sorgenti e distese di ottimi mirtilli. Percorrendo lungamente la parte superiore di una scoscesa ripa, si attraversano più sotto degli aperti pascoli incontrando un’altra zona sorgiva. Si scende di radura in radura oltrepassando alcune pietraie che anticipano di poco la prima borgata, Baisa, in totale abbandono che si raggiunge al termine di un tratto pianeggiante tra le praterie. Scesi alle case poste più in basso, Roce, presto si raggiungono quelle di Garida oltre le quali troviamo delle indicazioni. Lasciata la traccia sulla destra per Flizzo e Molè, preso il sentiero 416a, questo subito passando nei prati si porta verso un punto di presa, con annessa area di sosta, oltre il quale, superato il rio su un nuovo ponticello, la traccia riprende a salire traversando in moderata ascesa nel bosco raggiungendo al culmine il colletto Ruata dove questo lungo anello si chiude. Ripercorrendo la strada fatta, aggirata la dorsale, in breve si ritorna alla borgata Ruata.
3 ore c.ca dal colle del vento del Forno.

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