Longue promenade... Villanova Mondovì-Sant'Anna di Vinadio

Data 16/07/2011 | Categoria: Escursionismo

Buongiorno a tutti!
La gita di cui voglio narrare questa volta non è una cima, non ha creste, non ha tratti esposti, non parla di difficoltà alpinistiche di nessun genere, ma è assolutamente dura e ardua, in cui la stanchezza, la fatica e i dolori muscolari ed articolari, sono opposti alla caparbietà e alla resistenza fisica.
Eccomi quindi a narrare di una lunga passeggiata che va da Villanova Mondovì sino a Sant’Anna di Vinadio. Poco meno di 70km di marcia in cui davvero bisogna stringere i denti e pensare di andare avanti sempre.
Questa impresa, di cui non sono neofita avendola già fatta con successo altre 2 volte, è ancora una volta lanciata dal mio amico Tino, e trova la partecipazione dei miei amici Danilo (8+) e Gianfranco (Jean). Purtroppo non è della partita Elena (la camoscia) che avrebbe dato un tocco di rosa alla gita, che è costretta al forfait all’ultimo minuto.
La partenza è fissata come al solito alle 16.30 di sabato pomeriggio. Esco di casa con un “Ciao io vado” proprio come se dovessi andare a fare una passeggiata, ma mia moglie mi schiocca un bel bacio beneaugurante lo stesso.
Il percorso prevede: Branzola, località Fenogli, lago di Pianfei, Fonti Abrau, Chiusa Pesio, Peveragno, Boves, Fontanelle, Borgo S.D., Beguda, Festiona, Pratolungo e Sant’Anna di Vinadio appunto.
Il ritmo di marcia è piuttosto intenso da subito in modo da bruciare più strada possibile quando si è ancora freschi. La presenza dello zaino sulla schiena (e poi anche il buon senso) non ci consente di correre per cui il modo migliore per fare più strada è quella di camminare spediti. Il tempo è anche clemente per l’occasione: niente caldo asfissiante, ma un po’ di nuvole a raffreddare l’asfalto che potrebbe cuocerci i piedi. Secondo il Garmin di Tino, nei pressi di Chiusa Pesio viaggiamo a 6,7 km/h, che sono davvero tanto per me, che, ultimo della fila, fatico a tenere.
Solita birretta all’Après Bar di Chiusa Pesio, giusto per non guastare le buone abitudini e si riparte. Pranzo al sacco in marcia per tutti per non perdere il ritmo che rimane comunque alto.
Purtroppo l’asfalto e la marcia cominciano a provocare i primi danni. Io ho un leggero fastidio dietro alle ginocchia, mentre, forse perché non ha digerito la cena-viaggiante, Jean ha dei crampi ai polpacci. E non siamo ancora a Borgo a cui arriviamo alle 21.30, mezz’ora prima della tabella di marcia prestabilita.
Prendiamo un caffè al bar, jean ne approfitta per un po’ di crema sui malanni e ripartiamo. Ora le cose vanno decisamente meglio e l’umore è decisamente alto.
La compagnia, molto eterogenea, è allegra e vivace, e la strada viene divorata facilmente e con scioltezza.
Simona e Claudia, compagne mia e di Tino, ci raggiungono a beguda che ormai è notte, per rifocillarci e incoraggiarci, scopo, tra l’altro, ampiamente raggiunto. Sono le 22.30 passate, ora davanti a noi solo strada, buio e pochi punti di riferimento.
Ci fa invece compagnia una splendida luna piena, che facendo capolino tra le nubi, ci rischiara la via tanto che spesso spegniamo il frontalino. Il morale è alto e anche il passo è ancora buono nonostante le diverse ore di cammino.
Ma la lunga marcia è insidiosa… molto insidiosa. La stanchezza che proviene dalla notte comincia a far capolino e gli acciacchi si fanno sempre più insidiosi… l’asfalto è terreno assai duro e tenere lo stesso ritmo per ore provoca più di un indolenzimento articolare. Le anche, i piedi, le ginocchia e le caviglie sono messe a dura prova.
Il gruppo nel frattempo non è più così compatto come all’inizio, ma ci siamo tutti. Ogni tanto si rallenta per non perdersi di vista del tutto, ma alla fine è meglio così. Nel frattempo incontriamo altri pellegrini come noi che partono da diversi posti diversi: chi da Demonte chi da Festiona, chi da Moiola.
Arriviamo finalmente a Pratolungo che manca un quarto d’ora alle 4.00. camminare nel cuore della notte, è molto provante soprattutto mentalmente perché non siamo abituati a non dormire in quelle ore. Il caffè dei volontari del “Cammino di Sant’Anna” però ci rincuora e ci desta per il meglio. Sono 11 ore e mezza che camminiamo. Siamo stanchi, anchilosati e un po’ sbattuti… e ci restano circa 15 km di salita.
La marcia a Sant’Anna inizia qui. Tutto quello che hai percorso prima è ciò che prova il tuo fisico. Di qui restano la perseveranza e resistenza, proprio perché il fisico ti ha già parzialmente abbandonato.
Però stranamente alle prime accorciatoie il fisico risponde benissimo, sembra di volare sugli scalini, quasi aiutassero a sgranchire le gambe… ma appena si arriva di nuovo sull’asfalto e si deve cambiare ritmo, le gambe sembrano piantarsi. Ora non si parla più tanto come nei km precedenti, lo sguardo è più sulle punte dei piedi che sulla strada di fronte.
Jean rimane un po’ isolato indietro, ma alla fine è sempre li, a pochi metri da noi, che viaggiamo compatti. Meglio non perdersi di vista. Il fattore psicologico, quando il fisico non risponde più tanto, è assolutamente fondamentale.
Purtroppo le condizioni meteo stanno cambiando… L’aria calda di valle, sembrano presagire pioggia e infatti dopo poco le gocce fanno capolino. Poche per ora, ma significative.
Nel frattempo però arriva l’alba. È davvero uno spettacolo… davanti a noi la luna , luce della notte passata, e dietro l’alba, luce del nuovo giorno.
Siamo ai “Baracconi”. Tino davanti, Danilo in mezzo con i primi segni di insofferenza, io e Jean, che ne frattempo prosegue la sua marcia un po’ più lenta del gruppo ma costante.
Ma i momenti di crisi passano anche soprattutto se si riacquista fiducia… Il Santuario infatti comincia a fare capolino e tutti abbiamo un sussulto di vitalità, tanto che il gruppo si ricompatta. Il tempo però è diventato severo e minaccioso, tanto che ci prendiamo un primo “lacet” di pioggia, che per fortuna finisce in breve tempo.
La pioggia in questi casi può raggelare i muscoli e provocare crampi e mollare dopo tanti km di marcia può davvero essere frustrante.
Ma ormai ci siamo, l’ultima “scursa” ci consente di tagliare una buona fetta di strada, e arriviamo ben presto alla grande croce di legno. Siamo di nuovo sulla strada. Tino, io e Danilo. Jean ha rallentato nel tratto pianeggiante ma conoscendolo, non demorderà e lo vedremo alla metà. Io nel frattempo sto pagando la stanchezza e i continui cambi di ritmo . Sono davvero alla frutta e stavolta sono quelli vicino a me che mi confortano . Inizia a piovere… ma ormai ci siamo, ormai ci separa dalla nostra meta solo un breve tratto di strada. Sono le 7.08 del mattino. Siamo arrivati.
14 ore 30 di marcia… 3 ore per salire da Pratolungo. Siamo stati bravi e fortunati. Ma soprattutto siamo contenti e felici
Jean come previsto arriva poco dopo, e sembra addirittura quello meno provato del gruppo! Così siamo ancora più felici. Tutti al traguardo e tutti più o meno sani.
Un complimento speciale va ai neofiti Danilo e Jean , davvero in gamba, e alle nostre compagne che ci sostengono in queste iniziative con amorevole partecipazione e assistenza.



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