Gran Tour della Valle Ellero...

Data 12/06/2011 | Categoria: Escursionismo

Buongiorno a tutti!
La storia di questa gita, come spesso succede, parte da lontano, da quando ad esempio uno guarda fuori dalla propria finestra, in un giorno di sollazzo e guardando lo skyline immagina di poter attraversare le varie cime che si succedono, divorandole come fossero cioccolatini, annullando le distanze, che dalla propria finestra appaiono sempre così prossime.
E così un bel giorno, il mio buon amico 8+ mi sottopone questa gran fondo, che io ribattezzo “gran tour della valle Ellero, che li per li non mi entusiasma ma, ma poi comincia a rosicchiarmi dentro come un tarlo, e alla fine mi ritrovo a sperare che le condizioni del tempo reggano per consentirci questo gitone.
Il Giro prevede: partenza da S.Anna di Prea, saluta al Pigna, cima la Guardiola, Cima Cars, Rocche Serpentera e cima della Madonna, Porta Sestrera, Colle del Pas, Cima Ballaur, discesa nel vallone delle Masche, canalino delle Masche, rifugio Mondovì, Rastello.
Dopo l’ultimo bollettino meteo del sabato sera decidiamo. Si parte.
Partenza prestissimo: alle 4.45 siamo a prendere il caffè al bar Reale di Villanova e poi si va.
Abbandonate le due macchine una a Rastello e l’altra a S.Anna di Prea, si parte. Sono le 5.20 e tutto intorno a noi è nebbia e foschia. Decidiamo di partire lenti, visto che tanto la giornata è lunga. Saliamo bene nonostante il tempo e dopo circa 35 minuti siamo a Pian del Lupo e di qui ci dirigiamo verso il Monte Pigna.
L’erba bagnata fradicia ci riduce ben presto gli scarponi ad una pozzanghera d’acqua, cosa che purtroppo ci accompagnerà tutto il giorno.
Poco sotto la salita al Pigna però una cosa spettacolare…. Esce il sole.. e le nuvole restano basse. Dietro di noi solo un mare di nuvole e davanti a noi il sole. Allietati da questo spettacolo, saliamo bene anche sul Pigna che è comunque ripida e faticosa. Di qui lo spettacolo è davvero emozionante. La Bisalta sembra ergersi sul cotone e davanti a noi si stagliano le nostre mete che in effetti appaiono così vicine fra loro..
Proseguiamo tranquillamente ma decisi verso la vicina cima la guardiola dove facciamo una breve sosta e per poi ripartire per la prima vera cima della giornata: Cima Cars.
Arriviamo agevolmente al casino del Cars e iniziamo la risalita lungo il sentiero segnalato, che però dopo essere entrati nell’incavo perdiamo vista la presenza di neve. Così iniziamo a salire un po’ così a sentimento di qua e di la non senza difficoltà… i rododendri ci complicano la vita e l’erba così fradicia mi fanno volare un paio di volte. Ma poco sotto il crinale ecco che appare di nuovo il sentiero… finalmente abbiamo una traccia su dove andare, visto che da sotto non si capiva più un granchè.
Arriviamo alla prima croce ma…. Ce ne sono un sacco di croci… così, senza preoccuparci troppo su quale sia quella di vetta ci fermiamo per la colazione. Ne avevo proprio bisogno. Ma iniziano i problemi: si alza la nebbia. Cerchiamo di guardare verso le rocche Serpentera un passaggio, ma niente da fare. Ormai non si vede più nulla. Tocca tornare indietro. Per proseguire nel nostro viaggio dobbiamo fare una deviazione consistente almeno fino al rifugio Garelli. Torniamo quindi nell’incavo del Cars e troviamo il sentiero che va verso i gias di Serpentera. La visibilità è pessima. In alcuni momenti non supera i 50 m. Ma si alza appena in tempo per consentirci di vedere un branco di camosci. Che spettacolo, saranno almeno 30 esemplari!
Proseguiamo con andatura spedita, visto che il sentiero è abbastanza pianeggiante ma ben presto ci rendiamo conto che quel tratto di sentiero è poco battuto… e poco segnalato, tanto che dobbiamo fare anche un po’ di orienteerig… Ma perché le tacche non vengono fatte in corrispondenza di un incrocio? Così siamo costretti a tornare due volte sui nostri passi e a scendere di quota così un po’ a stim per ritrovare il sentiero, che finalmente troviamo. Siamo al gias soprano di Serpentera… e scendiamo ancora sino al gias sottano a quota 1650 m. Rispetto al Cars abbiamo perso 550 m e il Ballaur e più in alto di quasi 1000 m.. Ok lo ammetto… sono un po’ demoralizzato ma prendiamo a salire per il rifugio Garelli. La palina indicativa ci dice che il rifugio è a 1ora e 40 di cammino. Mi sa che è ancora lunga oggi… in vista del rifugio iniziano anche le fastidiose mosche… però sta uscendo il sole, fra una nuvola e l’atra ovviamente. Arriviamo quindi al gias poco sotto il rifugio dopo un’ora dalla partenza dal sias sottano e in un altro quarto d’ora siamo finalmente al rifugio. Ce l’abbiamo fatta in un ora e un quarto. Siamo però piuttosto cotti. Sono circa 5.30 che siamo a zonzo e non siamo ancora in vista delle nostre mete. Questa deviazione ci h fatto fare una gran fatica, oltre a farci salire e scendere tantissimo. Il morale mio è piuttosto bassino e la tentazione di salire a porta Sestrera e deviare subito per il rifugio Mondovì è forte. Dopo esserci però ristorati a dovere riprendiamo il nostro cammino. Sono 6 ore che siamo in giro. Ripartiamo con passo più lento rispetto al mattino, ma saliamo comunque di buon passo, con poche pause. Il tarlo di deviare mi prende sempre di più fino a quando arrivo finalmente a porta Sestrera. Davanti a noi la nostra cima. L’ultima della giornata. Il cielo azzurro, e le nuvole alte. Danilo mi sprona a voler proseguire e in fine mi lascio convincere facilmente. Si va. La salita al Colle del Pas non è del tutto agevole visto che ci sono ancora un sacco di nevai, non sempre aggirabili. Arriviamo al Colle del Pas dopo un’ora dal rifugio. Io sono piuttosto provato, ma sono contento. Sotto di noi il lago Rataira e il Lago Biecai, che non avevo mai visto con l’acqua…
La Nostra cima è li sopra. Saliamo agevolmente senza sosta, lenti a dire il vero, ma ciò nonostante riprendiamo alcune persone che ci precedono. In cima cerchiamo una croce, che ci dica “Sei arrivato” ma niente.. decidiamo quindi arbitrariamente che siamo arrivati, tanto non si vede nulla (scopriamo dopo che non solo siamo arrivati in cima, ma siamo anche andati verso le anticime poste più a sud….) fine delle salite. Siamo saliti in circa 1.30 dal rifugio. Bravi noi. Ci concediamo pane e salame e un goccetto di amaro menta achillea mio, quale brindisi celebrativo.
Purtroppo la discesa prevista per il vallone delle masche ce lo dobbiamo dimenticare, perché la foschia e la nebbia non ci consentono di vedere bene e così decidiamo di tornare sui nostri passi e arrivare al rifugio per le rocche Bieacai. Scendiamo agevolmente fino al lago Rataira, dove prendiamo a destra dove dovrebbe esserci un sentiero… già dovrebbe… perché probabilmente è sommerso sotto la neve, e così ci tocca ancora faticare ben bene nella discesa. Dopo un po’ di complicazioni arriviamo finalmente e al lago Biecai. Che spettacolo! Bellissimo. Di qui saliamo alle rocche e poi giù fino al rifugio Mondovì, dove ci sogniamo una polenta con formaggio, che puntualmente troviamo. Onore e merito al piatto che abbiamo davanti. Abbondante e buonissimo. Ci aggiungiamo anche un bicchiere di vino e siamo in paradiso.
Riprendiamo il viaggio di ritorno quando iniziano nuove difficoltà…. La caviglia dolorante di Danilo e la pioggia. Il gps segna la bellezza di 11 ore in girula, ma soprattutto 35 km di marcia. Siamo piuttosto provati e la strada è ancora lunghissima. Ma la buona sorte ci arriva incontro…. San Mariolino del rifugio si ferma e ci riporta a Rastello, dove finalmente le fatiche terminano.
È grande in noi la soddisfazione del giro, della piccola impresa che abbiamo compiuto, sebbene su vette di non particolare importanza e difficoltà. Credo che la difficoltà principale sia stata quella di resistere, di andare avanti nonostante tutto. Nonostante la fatica, i piedi fradici, la nebbia, le mosche, il sole, la neve che ti raggela i piedi e le caviglie, nonostante le ammaccature. Insomma oggi un bravo va a me e a 8+. Me lo dico pure da solo. Oggi è stata una Giornata con la G maiuscola.
Peccato per le bizzarrie del tempo, ma credo che “maggiori sono le difficoltà, maggiore è la soddisfazione”.
Buone gite a tutti! Alla prossima

Partenza: S’Anna di Prea (1100 m)
Cime raggiunte: Cima la Guardiola (1870 m), cima Cars (2200 m) Cima Ballaur (2.600 m)
Rifugi: Rifugio Garelli (1979 m) Rifugio Mondovì (1870 m)
Dislivello complessivo: 2.300 m in positivo; 2.400 in negativo
Lunghezza itinerario: 32,50 km (sino all’inizio di pian Marchisa)

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