Un anello sui monti di Coazze per il col Bione, il colle del Termine e Pian Aschiero

Data 31/03/2011 | Categoria: Escursionismo

Un anello sui monti di Coazze per il col Bione, il colle del Termine e Pian Aschiero

Località di partenza: Bivio presso le case Taddei.
Dislivello: 615 mt.
Tempo complessivo: 4 ore e 30 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e Stradale 1:25.000 n° 4 Bassa Valle di Susa – Musinè - Val
Sangone – Collina di Rivoli Fraternali Editore

La montagna di Coazze è stata sino a non molto tempo fa intensamente popolata e le numerose borgate abbandonate sui soleggiati pendii testimoniamo una passata presenza umana segnata di fatiche e di duro lavoro. Questo itinerario, nel suo procedere, ne tocca alcune. Poi si porta verso il col Bione, modesta depressione tra la val Sangone e la valle di Susa, raggiungendo di seguito il colle del Termine, dove si lascia lo spartiacque, per scendere verso il Pian Aschiero e da qui a fondovalle percorrendo il bosco dedicato a Ugo Campagna.

Giunti alla rotonda di Giaveno posta dinanzi alla parrocchiale, si prosegue in direzione Avigliana sino alla successiva dove si segue l’indicazione per Selvaggio e Coazze uscendo la strada dal centro abitato costeggiando un tratto del rio Ollasio. Attraversando in ascesa borgate e case sparse si giunge in vista della notevole costruzione del Santuario del Selvaggio. Proseguendo oltre, dopo aver superato il rio Ollasio, al primo bivio si abbandona la strada per Coazze prendendo a destra per Villagrande, Trucetto e altre borgate, raggiungendo un successivo bivio dove ancora si prende a destra. Subito la strada si alza portandosi ancora ad un terzo bivio dove ora si tiene la sinistra per Ruadamonte e altre località. Il lungo tratto di strada in salita termina ad un ultimo bivio dove, presso l’area ecologica delle case Taddei, si lascia l’auto.
Si prosegue sulla strada seguendo l’indicazione per Tiglietto, perché per la quella sulla destra si ritornerà. Salendo per un breve tratto ancora sull’asfalto, al bivio per questa borgata si continua lungo lo stradello che s’inoltra nel bosco e che porta, più avanti, ad attraversare un rio su un caratteristico ponticello in muratura. Oltre inizia la mulattiera, contrassegnata sempre di giallo, che subito sale un erto pendio, con ripetute svolte nel bosco, oramai in totale abbandono, sino a raggiungere più su l’immancabile pilone votivo, che precede la borgata Brando, sopra uscendo sulla strada che arriva sin qui da fondovalle. Si sale tra le case oltre le quali si rientra nel bosco dove la traccia prosegue assai ripida raggiungendo, più sopra, prima una dorsale e poi una casa isolata, la Grangia di Gianas dove s’immette sulla nostra una traccia proveniente dalla borgata Re. Continuando in costante ascesa, alla fine si esce al fondo degli estesi prati posti sotto la borgata Pianiermo, insediamento non servito da alcuna strada, che si risalgono raggiungendo le case poste alla loro sommità. Alcune sono state recentemente ristrutturate, altre sono in totale rovina. Qui giunge anche il sentiero 425, che sale da Coazze passando per Mattonera, che seguiremo sino al col Bione, sul quale ci si immette. Alle case, avendo sempre come riferimento i segni gialli, si piega a destra subito trovando un primo bivio e poi, più avanti, un secondo, presso un colletto, dove si segue sempre l’indicazione per il col Bione. Si continua, ora in moderata ascesa, nel bosco di betulle, raggiungendo ancora un segnalato bivio e poi una aperta dorsale dove, scendendo di poco alle vicine rocce, si ha una bella vista sulle borgate della valle del Sangonetto e sulle cime che vanno dalla Rocca Rossa, al Villano passando per la Cristalliera, il Malanotte ed il Pian Paris. Segue un lungo tratto in piano che precede di poco il raggiungimento del col Bione mt. 1430, incrocio di molti sentieri, dove troviamo la chiesetta della Madonna della Neve, un cippo in ricordo di partigiani caduti e un’estesa area di sosta. Bella vista sui monti della media e bassa valle Susa, dal Rocciamelone al Civrari e su quelli della val Sangone.
2 ore c.ca dalle case Taddei.
Il colle del Termine, modestissima depressione sulla via che scende al colle Braida, può essere raggiunto in due modi: percorrendo fedelmente, con alcuni saliscendi, il sentiero posto sul crinale tra i due versanti che, transitando per la Cima Piana, raggiunge la località i Tre Roc passando vicino alla Roccia Corba, oppure transitando per le Prese Brunetti. In questo secondo caso si ritorna sui propri passi, lungo il sentiero già percorso, sino a superare di poco la dorsale con le vicine panoramiche rocce. Poco oltre, lasciata la traccia che scende a valle, si continua su quella che prosegue in piano nel punto in cui troviamo l’indicazione per il Bosco Ugo Campagna, Pian Aschiero ed il colle Braida. Il lungo traverso che segue permette di raggiungere gli aperti, estesi piani pascolativi sottostanti la Cima Piana, che precedono di poco l’alpeggio delle Prese Brunetti, di poco in basso, oltre il quale ci si immette su uno sterrato che, più avanti, raggiunge la località i Tre Roc. Qui, come presso le Prese Brunetti, troviamo una bacheca esplicativa. Si prosegue ora, per un buon tratto, lungo la strada che percorre fedelmente la cresta divisoria tra le due valli, sino al successivo colle del Termine dove troviamo un’altra bacheca. Lasciata la strada che prosegue per il colle Braida, si prende ora a destra seguendo l’indicazione per le Prese delle Rose, traccia che transiterà per il bosco Ugo Campagna. Scesi ad un sottostante bivio, si continua sulla sinistra subito raggiungendo la modesta fontana Biaviri oltre la quale una piacevole traccia attraversa il bosco Ugo Campagna con un lunghissimo tratto quasi pianeggiante. Oltrepassato il bivio per le Prese Tessa e Giaconera e un caratteristico roccione, si giunge infine un incrocio di strade nei pressi di un artistico pilone votivo dedicato alla Madonna con Bambino. Qui giunti si piega a destra scendendo verso Pian Aschiero percorrendo l’ampia traccia che s’abbassa nel bosco dove predominano i pini strobi, frutto di un rimboschimento degli anni 70. Presto si raggiunge Pian Aschiero dove, a margine della radura, troviamo su un roccione un elevato pilone votivo. Ritornati indietro, si continua scendendo le svolte nel bosco che permettono di perdere rapidamente quota. Oltre un tornante sulla destra, sulla sinistra si stacca una traccia, che si tralascia, mentre si prende la successiva trascurando quella principale che prosegue verso Valsinera. L’ampio sentiero preso, dopo un lungo traverso quasi in piano, scende poi ripido, con alcune svolte, terminando sulla strada asfaltata che sale alla borgata Valsinera. Si scende verso valle sino a che, oltre il rio, si raggiunge il bivio sulla destra per la borgata Gianmartini superato un ultimo pilone votivo. Qui giunti si lascia la strada per salire verso questa borgata, sino alla svolta, dove si prosegue diritti lungo lo stradello che si inoltra nel bosco e che raggiunge alla sommità la strada per le borgate Marini e Rosa presso un tornante. Si prende ora questa strada scendendo ad attraversare un ruscello per proseguire oltre per poco, subito raggiungendo il bivio presso le case Taddei dove l’anello si chiude.
2 ore e 30 minuti c.ca dal col Bione.


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