L'anello del Picchio da Villar Pellice - Salita sul Castellus

Data 28/03/2011 | Categoria: Escursionismo

LL’anello del Picchio da Villar Pellice – Salita sul Castluss

Località di partenza: Area ecologica all’ingresso di Villar Pellice mt. 660
Dislivello complessivo: mt. 750.
Tempo di salita: 2 ore e 30 minuti c.ca
Tempo di discesa: 1 ora e 45 minuti c.ca
Difficoltà: E
Riferimenti: Carta dei sentieri e stradale 1:25.000 n° 7 Val Pellice Fraternali Editore

Il Comune di Villar Pellice ha predisposto e segnalato alcuni sentieri. Quello del “Picchio”, partendo da fondovalle e transitando per la borgata Ciarmìs, raggiunge, più su, i modesti casolari di Serre e Gardetta sempre percorrendo uno sterrato in discrete condizioni di fondo, abbreviabile con qualche opportuna scorciatoia. Poi, superata la comba del rio Carofrate, si salgono le svolte di un’ampia traccia che conduce prima sul colletto, poi sulla cima del Castluss, (Castelluzzo) con bella vista sulla valle e sui monti.
Ritornando sui propri passi ci si abbassa al rio e per altra via si scende a Serre dove si prosegue lungo lo sterrato, ora in direzione opposta, raggiungendo prima Ciarmìs e poi Villar Pellice.
Questo anello può essere effettuato anche con le ciaspole, oppure con la mountain bike perché, come detto, l’itinerario si sviluppa quasi interamente lungo uno sterrato, se si esclude il breve tratto che scende a superare la comba del rio Carofrate, attraversamento che richiede un minimo di attenzione.

Giunti in val Pellice, si può lasciare l’auto nei pressi dell’area ecologica allestita dal comune di Villar Pellice poco prima del centro abitato, senza oltrepassare il ponte sul torrente Rospart. Qui parte il sentiero del “Picchio” e subito troviamo le prime indicazioni per Ciarmìs, Gardetta e il Castelluzzo. Salendo all’inizio costeggiando il muraglione di una villa, rasentando poi i prati che precedono l’abitato di Ciarmìs, raggiunta questa borgata, presso la successiva indicazione parte anche la pista forestale, interdetta ai mezzi privati, che subito si inoltra nel vallone salendo con ripetute svolte nel bosco. Si guadagna così quota presto raggiungendo il bivio segnalato per Bodeina, borgata posta sull’opposto versante, e poi le poche case di Ciarbounil. Proseguendo si perviene infine alla borgata Serre dove troviamo ancora delle indicazioni. Qui giunti si prende la strada che continua sulla sinistra per Gardetta, perché quella di destra sarà la traccia che si percorrerà tornando. Subito dopo, volendolo, si può lasciare lo sterrato per il sentiero 130, come suggerisce una segnalazione posta sul muro di una casa. Così facendo si sale ripidi, lungo l’antica mulattiera, raggiungendo più su una dorsale con bella vista sulla valle, sui monti e sul sottostante borgo di Villar. Oltre, la traccia prosegue tagliando ancora alcune volte lo sterrato, sino a che si raggiungono le poche case di Gardetta mt. 1264 dove la strada termina. Tralasciata la traccia che sale al Vandalino, si prende a destra seguendo l’indicazione per il Castelluzzo, già in vista. Si prosegue da prima in piano lungo l’assolato versante raggiungendo più avanti una dorsale oltre la quale tutto cambia. Un lungo traverso discendente taglia il pendio ammantato di larici raggiungendo al fondo l’incassata comba dove scorre il rio Carofrate, che qui scende formando numerose cascatelle, dove occorre prestare un po’ di attenzione nell’attraversamento. Oltre si risale, subito superando l’alveo di un altro rio, per poi scendere con alcune svolte ad incrociare una traccia che sale da valle, presso un successivo bivio, dove si tiene la direzione verso monte sempre seguendo l’indicazione per il Castelluzzo. Poco dopo, sulla destra troviamo un ometto, e l’indicazione del sentiero 132 che porta verso Bars d’la Taiola, che volendolo, si può raggiungere. Si prosegue invece percorrendo l’ampia traccia, che con pendenza regolare e ripetute continue svolte, sale il fianco boscato della montagna raggiungendo alla sommità il colletto, che precede la cima del Castluss, dove un paletto infisso a terra segnala l’incrocio di quattro sentieri. La traccia di sinistra conduce a Sea di Torre; proseguendo diritti si scende ad aggirare il Castellus da sud est giungendo nei pressi di Bars d’la Taiola, mentre, prendendo a destra, in pochi minuti si raggiunge l’ammasso roccioso quotato mt. 1416, punto più elevato dell’anello, dov’è notevole la vista sui monti e sulla val Pellice. Al grosso ometto posto in vetta si perviene attraversando delle caratteristiche rocce.
2 ore e 30 minuti c.ca da Villar Pellice.
Poi si scende verso valle lungo la traccia già percorsa oltrepassando nell’ordine prima il bivio, ora sulla sinistra, per Bars d’la Taiola, poi quello a destra per Gardetta. Ci si abbassa ancora con alcune svolte lungo l’ampio sentiero raggiungendo infine un ultimo bivio dove si tralascia la traccia che prosegue verso Ciampas e Coppieri, per prendere quella per Ciarmìs e Villar Pellice che subito scende ad attraversare il rio Carofrate. Oltre, la traccia riprende, diventando via via uno stradello, portandosi in piano verso una dorsale che si aggira. Sempre proseguendo si raggiunge infine, presso i casolari di Serre, il bivio già incontrato nel percorso di salita, dove l’anello si chiude. Non resta che proseguire scendendo lo sterrato già percorso che conduce prima alla borgata Ciarmìs e poi all’area ecologica di Villar Pellice.
1 ora e 45 minuti c.ca dal Castellus.

VARIANTE: Avendo come riferimento la carta dei sentieri della Fraternali n° 7 della val Pellice, da Serre si può tornare a Ciarmìs con un percorso alternativo transitando prima per le case abbandonate di Rocca Rossa e poi per la borgata Purracira.


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