Verso il rif. Mondovì...ma non ci ho creduto!...21-marzo-2011

Data 21/03/2011 | Categoria: SciAlpinismo

Volevo passare la mia prima notte di primavera,al rifugio Mondovì,ma per che non fosse l’ultima ho preferito tornare indietro. Con l’auto arrivo un paio di km sopra Rastello fino dove hanno tolto la neve,alcuni pescatori mi guardano stranamente,si saranno domandati,ma dove andrà costui a quest’ora di sera? Ma io ero ancora molto fiducioso,ci credevo,non sapevo che non sarei andato da nessuna parte!

Già dopo la prima mezz’ora che pestavo neve,ho avuto la sensazione che le condizioni non fosse ancora del tutto sicure, moltissime valanghe erano già cadute,ma...altre dovevano ancora cadere... Tuttavia,è sera, la temperatura è prossima allo zero,non ho traversoni,sono su una strada,quindi...”tirem innanzi!” Poco prima del “ponte murato” eccola! me la aspettavo,la valle è sbarrata da un’enorme valanga che sembra la testata di un ghiacciaio,mai visto un cosa simile a queste quote basse,un spettacolo. Ma Jolie è nervosa nell’attraversamento,mi abbaia quando mi fermo a fare delle foto.

Il ponte murato quasi non si vede, ma si intuisce che è lì perchè sotto ci sono i gorghi dell’Ellero .Poi il percorso è tutto un susseguirsi di valanghe e valanghette da attraversare,guardo con sospetto i ripidi pendii sotto la cima Cars,penso” a y è ancura tanta fioca a n’aria!” Ridimensiono le mie aspettative,se domani avevo intenzione di salire una cima dal rifugio,ora penso che passerò solo una notte di sogno con Jolie poi giù a valle prima che il sole scaldi i pendii.

Quando sono al bivio che sale alla colletta Bauzano,alle mie spalle sento un gran fragore,tutto subito l’ho preso per un jet,ma il mio sesto senso ha imparato a distinguere i falchi dalle colombe, non è un aeroplano ma un’enorme valanga che viene giù dalla costa Gardiola trascinando con se tutto quello che incontra nel suo percorso. Fa un rumore terribile e cupo come un tuono intercalato dal crepitio degl’alberi che si frattumano. dopo un quarto d’ora cade un silenzio molto strano,poi ecco di nuovo un’altra ripresa, in quel pendio si è rotto un’ equilibrio, allora ecco che un’altra gran massa di neve seguire il medesimo percorso fino a precipitare nell’Ellero. Questo rumore ci ha fatto drizzare i capelli,è stato come uno “strider e drignignar di denti” Jolie assiste impassibile con le orecchie e i peli diritti,io tuttavia ne rimango affascinato e ipnotizzato da quel frastuono. Solo ora mi viene in mente che quando da giovane in una riunione del CAI un’ esperto di neve ci disse che la val Ellero era un terreno ideale,per le valanghe, i suoi ripidi fianchi sono un trampolino di lancio per queste enormi masse di neve sospese.

Sono sempre meno convito di arrivare al rifugio,tuttavia continuo la mia salita. Ora il terreno è un po’ più libero,la neve si batte abbastanza bene,ma ecco sbarrarmi la strada un groviglio enorme di alberi e ramaglie contorti,poi più avanti altre ancora. Mumble!mumble!mumble! che si fa? Il sole sta quasi tramontando,c’è ancora da affrontare il lungo traversone per arrivare a pian Marchisio che è già valangoso li per sé anche quando c’è poca neve,figuriamoci ora, dai pendii della Serpentera sarà sceso di tutto e di più,magari qualcosa scenderà ancora.Pensare di divincolarmi cercando il percorso ideale tra quei deformi ammassi di blocchi di neve dura mentre che arriva la notte,me la andrei proprio a cercare, Jolie mi guarda con commiserazione, pare dirmi”ma chi te lo fa fa’!” Volgo sci a valle senza nemmeno togliere le pelli tanto da sciare c’è ben poco, riattraverso tutte le valanghe e all’imbrunire al posto di arrivare al rifugio arrivo alla macchina. Sono partito che credevo di farcela, poi passo dopo passo ho cominciato a crederci sempre meno,alla fine non ci ho ci più creduto,ma....forse questa volta “rinunciare,per poter ritornare” è stato molto meglio...

data:21-marzo-2011
località partenza:Rastello
quota partenza:900 mt. c.
quota della rinuncia:1300 mt.c.


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