Una Garitta Nuova tutta alternativa...24-novembre-2010

Data 25/11/2010 | Categoria: SciAlpinismo

Non ho capito che cos’è che fa da catalizzatore della gita, se è la presenza di Cornelio,che i suoi parrocchiani lo seguono più in montagna che in chiesa,oppure è la presenza della peperina Noemi,stà di fatto che quando ci sono loro due,arrivano tutti gli amici vicini e lontani,per seguire il sacro e il profano...

Quando siamo in tanti così, una semplice Garitta Nuova può andare bene,a patto di non trovare tracce,impresa pressochè impossibile,ma se si allunga un po’ il naso e la vista,se non si seguono gli itinerari classici,con un pò di fortuna si possono ancora trovare pendii intonsi candidamente vestiti da una spesso manto di farina di rarissima qualità. Non è difficile,è sufficiente quando si arriva nella parte alta del pian Croesio, immettersi nel vallone che porta al lago Lausetto,dal quale si apre un magnifico pendio abbastanza sostenuto che culmina a metà strada tra la Garitta Nuova e la Riba del Gias,andare per credere!

La gita comincia allegramente al parcheggio del cimitero di Saluzzo,dove è il punto di ritrovo,poi una sosta caffè in un bar a Revello,ci fermiamo sempre lì perche c’è un “u pilu”che ci serve. Cornelio invece preferisce aspettare in macchina,non vuole rischiare che la sua purezza venga contaminata! Poi a Paesana ci aspettano Pinu ‘d Setu con suo amico Mauro del Canavese. Arriviamo al parcheggio di pian Munè ad attenderci c’è Contesotto e sua figlia. Ci siamo proprio tutti o quasi. Una gran cagnara in partenza,io dimentico la giacca a vento sulla cappotte dell’auto di Noemi, Fontebasso che è il più veloce,corre in basso a recuperarmela. Per il primo tratto saliamo sulla pista tranne Pinu che in astinenza dalla farina fa una traccia per conto suo sui suoi bordi. Non siamo addestrati a stare in fila ,anche quando siamo sul terreno vergine ognuno va per conto suo. Solo un’ ottimo brulè per colazione riesce a riunirci,ultimo a raggiungerci è Cornelio,che esclama “bravi!cogliete l’attimo”poi continua da solo per vallone di Lausetto,mentre noi siamo in disaccordo da che parte salire,ma siccome, per fortuna, quassù vige l’anarchia,ognuno rispetta la volontà dell’altro e ognuno sale dalla parte che vuole.

Ho avuto l’occasione di osservare il comportamento umano, Noemi sceglie l’intinerario classico al sole, subito seguita da Pinu e Mauro,dopo essere stati un pò esitanti si aggiungono Contesotto e sua figlia,l’ultimo a cedere alla tentazione prima di entrare nell’ombra del vallone è stato Fontebasso,che vedendo “u sole e u pilu” ha deciso di salire subito in alto. Non ho capito bene se era “u pilu oppure u sole” a far deviare i più dal quella parte,quindi ad inseguire Cornelio che ormai è un puntino in lontananza rimaniamo io Aldo e Guido. Ci mettiamo all’inseguimento del nostro pastore,ma come fila, sembra un prete da corsa,ansimando riusciamo finalmente a raggiungerlo alle prime rampe,lo lasciamo un po’ a bagnomaria,e poi,appena siamo sotto il bellissimo pendio finale,lo sorpassiamo,ed entro in trance,nel mio mondo fluttuando tra neve e cielo. In questo stato d’animo non sento la fatica,traccio la traccia nel modo più armonioso possibile,come un bel disegno barocco o una bella sinfonia senza stonature. Arriviamo in vetta,da quell’altra parte per prima è arrivata Noemi,allora ho capito che cosa tirava di più a salire da quella parte....

Troviamo un riparo sotto la vetta,che ben presto diventa un’orgia enogastronomica;sembra la fiera dei salami(non noi) Mauro tira fuori due salami di patate del Canavese,Aldo per l’occasione porta l’ultimo salame casareccio rimastoli(che aveva gelosamente tenuto per Natale)ma altrettanto generosamente a preferito offrirlo a noi,non sto ad elencare tutte le altre cose buone,ma mi soffermo sul San Giovese che ha portato Cornelio,non poteva che portare un vino con il nome di un santo! Inoltre lascio immaginare tutte le altre bottiglie,siamo in dieci e mediamente una bottiglia ciascuno,fate un pò il conto...
Ma arriva il momento “clou” della gita,ma prima devo istruire Cornelio,devo consegnare un mia personalissima e particolarissima opera d’arte a Noemi che oggi compie trent’anni 185 giorni 16 ore e 69 minuti. Allora faccio un discorso di “ouverture” a Cornelio,per prepararlo allo sconcio li dico che sto per fare un salto altissimo che va al di la del bene e del male, ma se non sono compreso precipito nell’abisso più assoluto, poi continuo la mia perorazione domandandogli:”quando Michelangelo a scolpito il David mettendo in mostra tutta la sua nudità,era arte o peccava,o il Botticelli quando ha dipinto la sua Venere e altri scultori e pittori del rinascimento cui le loro opere erano un festival di chiappe,tette e cosce... la loro mano era guidata da Dio o dal Demonio?” Cornelio che già mi conosce mi dice,”Omnia munda mundis! cioè,tu sei un puro,vedi tutto puro,quindi la tua bocca può dire ciò che vuole e le tue mani possono creare qualunque cosa, non pecchi perché in te non c’è malizia! Allora rinfrancato da quella risposta. Con l’ausilio di Ende che è un “suonatore” nato mima uno squillo di trombe e rulli di tamburo, quindi in pompa magna consegno a Noemi la mia “opera d’arte pagana”tra le risate generali. Poi nel massimo del trasporto gridiamo tutti “viva u pilu!”tranne don che mi chiede che cos’è questo “u pilu”Allora siccome so che il nostro amico prete da noi ha ancora molte cose da imparare,uso tutta la mia diplomazia e delicatezza per affrontare l’argomento... Li spiego la scala di pericolosità che ha “u pilu”per l’uomo:”se si ha solo “u pilu” per la testa sei un uomo libero, li dico,ma se nella tua mente c’è già “u pilu e u core”stai perdendo la libertà, infine,se invece nella tua testa prima c’è prima“u core e poi u pilu”allora sei un uomo completamento perso senza speranza di salvezza,un uomo prigioniero dei sentimenti!

Prima che tutti perdano in lume della ragione e che cadiamo nell’oblio decidiamo di scendere,ma questa volta tutti per il versante che sono salito,non ho dovuto faticare più di tanto per convincerli,li ho solo detto la discesa sarebbe stata un’ orgasmo,esitante è stato Cornelio ma allora ho aggiunto l’aggettivo “spirituale”e tra urla e canti abbiamo solcato quel bellissimo pendio. Li ho visti tutti contenti,ma il più contento sono stato io a vedere che erano contenti e giocare come bambini. Arrivati all’auto Cornelio tutto gioioso esclama:è stato bello,oggi siamo stati in paradiso! Dopo un’ attimo di riflessione li rispondo:allora che noia sarebbe il paradiso,sempre ridere,scherzare,giocare,alla fine uno si stuferebbe,no!no! se caso mai ,cosa estremamente improbabile, finissi in paradiso,ogni tanto mi farei dare qualche giorno di ferie per andare un pò all’inferno in vacanza,perché abbiamo bisogno di provare il male per sapere che cos’è il bene...Per in momento sono contento di arrivare a casa e trovare Carla che mi apostrofa il malo modo,chiedendomi se non ho ancora finito di fare il vagabondo,che a casa c’è anche qual’cosa da fare etcc.etcc. Allora mi viene di nuovo voglia di tornare lassù sui monti,nel mio paradiso...



data:24-novembre-2010
località partenza:pian Munè
quota partenza:1600 mt.c.
quota vetta:2385 mt.
dislivello:900 mt. c.
difficoltà:BS.

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