Su e giù per la valle della Meris...e "LAISA KE TRONE!" 08-09 settembre-2010

Data 10/09/2010 | Categoria: Escursionismo

LAISA KE TRONE ! (lascia che tuoni)è la frase di accoglienza che ho trovato lassù all’ingresso del bivacco sul monte Bourel,quanta saggezza c’è in quelle tre parole! Ma veniamo alla gita: In questa mia uscita feriale avevo due obiettivi andare a trovare Bunny lassù al Livio Bianco e non farmi beccare dalle guardie parco perché con me ho Jolie. Quindi andare su direttamente per il sentiero è troppo rischioso,ma mi invento una belle alternativa,che non è proprio la via più normale e più breve per salire al Livio Bianco,ma è per “amatori...”

Quindi... verso le undici di mattina con sovrana indifferenza mi avvio assieme alla mia “compagna”raccomandandogli di essere molto umana,saliamo molto velocemente sui primi tornanti per il sentiero del rifugio. Con il cuore in gola presto arrivo al bivio per i Tetti Bariau e... zac! una svolta, esco dal seminato e parto per una nuova avventura...di qua in su non passa proprio nessuno! Proprio nessuno no,perché con mio piacere qualcuno ha attrezzato il percorso con tante soste didattiche con scritte del tempo che fu da far si che nessuno dimentichi le tribolazione che si facevano i nostri vecchi per strappare il che da vivere in questi luoghi dimenticati da dio. Arrivo ai tetti Bariau, c’è solo più una baita intera,sta ancora fieramente in piedi costruita sulla roccia con in suo biondo tetto di paglia,pare essere da monito e da esempio per le generazioni future.

Questo è l’ultimo “centro abitato” poi su nel bosco,all’inizio qualche pietra messa in modo non naturale indica la direzione poi,occorre “navigare” a vista. Forse a “vista” è una parola grossa perché non si vede nulla se non rami sterpaglia e gigantesche felci. Ma tutto ha una fine, anche il bosco finisce e sbuco presso un ripetitore, poi davanti a me sterminate praterie con la dorsale del Merqua lassù.

Il tempo si sta guastando,cadono le prime gocce,arriva un temporale,per fortuna passo nei pressi di un’alpeggio,dove trovo riparo. Ma che bel alpeggio! sembra un’opera d’arte estemporanea! Il moderno e l’antico si incontrano, panelli solari, fiori rigogliosi messi a dimora in bidoni arrugginiti,un abbeveratoio tutto a balze fatto con contenitori di plastica di recupero,un piccolo orto che come spaventapasseri sventolano al vento appese ad un filo, bottiglie di plastica di tutti i colori,nulla è sprecato! E su tutta questa armonia di contrasti,sventola la bandiera italiana,come indicare orgogliosamente anche in questo luogo sperduto la propria identità!

Poi la pioggia se ne va e io anche, prendo su per la costa del Merqua, mi lascio alle spalle nubi minacciose a vado incontro al sereno. Arrivo in vetta al Bourel alla sera(vetta si fa per dire,pare un campo da calcio) Sotto un mare di nubi,nella Meris il lago del Livio Bianco luccica all’ombra dell’ultimo sole. E’ bello trovarsi quassù “oltre” le nuvole,mi soffermo un’ attimo di fronte alla lapide di chi è già andato “oltre”. Poi il sole scompare e a poco a poco avanza una notte nera senza luna. Le notti senza luna sono le notti delle streghe e dei sabba,pare che mille occhi che ti guardino addosso, sono le stelle che approfittano dell’assenza del nostro satellite per farsi vedere. Dopo cena non riesco stare all’interno nel bivacco,sono attratto dalle tenebre, come rapito comincio a girare attorno al bivacco con passo cadenzato,intonando “Jellow Submarine” dei Beatles,Jolie mi segue ed ad ogni fine di ritornello,lei arricchisce questa magica atmosfera con dei sonori bau! bau! Magica notte senza luna,lassù la via lattea pare a portata di mano!

Poi le tenebre a poco a poco si perdono nel nuovo giorno,sono sciolte dai primi raggi del sole, io mi trovo a salire il Ventabren sotto lo sguardo incuriosito di alcuni camosci. L’idea sarebbe stata di continuare fino alla Gorgia Cagna,ma un pò temevo di arrivare tardi da Bunny e un pò che ero incuriosito dal ripido vallone del Ventabren che da sulla Meris... allora vado “’n duva la gamba tira ‘l pè!” e scendo su erba scivolosa e infide pietraie. Quasi in fondo,passo non lontano ad un pastore con le sue greggi,sento che urla agitato avvertendo chi è di sotto, “a y è un cun ‘n can!” Saprò poi che il giorno prima i lupi gli hanno sbranato delle pecore,da lontano avranno pensato che Jolie spaventasse ulteriormente le loro greggi...ma io, anche se ignaro,fortunatamente mi sono allontanato in più fretta possibile e non ho creato ulteriore confusione. Nei parchi è proibito fare tantissime cose,dovrebbero anche proibire ai lupi di entrare....

Arrivo al rifugio,dove sono accolto con grande cortesia da Bunny,pare che ci conosciamo da sempre,anche se è la prima volta che lo vedo di persona. Conosce i miei gusti,mi porta il mio vino preferito,poi parliamo ,parliamo di tante cose,alla fine foto ricordo,e giù verso valle mentre comincia a piovere. Meglio così è meno probabile che incontri qualcuno con la “visiera”e in blocchetto delle multe in mano,ho già messo in conto il malloppo per conciliare la trasgrezione,ed avrebbero tutte le ragioni, ma fortunatamente ... Fa temporale,tuona!...Noi spiriti liberi e inquieti non possiamo cambiare il mondo,esso và per conto suo,però possiamo stare alla finestra per vedere dove và a finire... e perché no! Magari ridere anche delle nostre disgrazie!...e “LAISA KE TRONE!”


data:08-09 settembre
località di partenza:sant’Anna di Valdieri
quota di partenza:1000 mt. c.
quota massima:2611 mt
dislivello totale:1900 mt. c.
difficoltà.EE

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