Monte Bracco 16 agosto

Data 17/08/2010 | Categoria: Arrampicata

Con l’inizio del periodo di riposo dopo l’anno trascorso a lavorare, con mia moglie Elisa abbiamo deciso che, visto che alla piccola piace stare con la nonna ed è pienamente ricambiata, saremo tornati a fare qualche vietta in montagna. L’occasione ci viene offerta lunedì 16, quando con meta la valle Po, decidiamo di ritornare a scalare insieme, dopo la parentesi della maternità. Avvicinandoci alla valle, però, abbiamo simpaticamente notato che da 2700/2800 in su era nevicato un bel po’, per cui abbiamo dovuto ridimensionare i programmi che avrebbero dovuto portarci in zona Giacoletti…
Decidiamo quindi di fare una capatina al Bracco. Il posto è meraviglioso, favorevolmente esposto al sole, cosa che oggi fa piacere, viste le temperature (12gradi alle 8 a Sanfront…), vie di più tiri, ben protette, ma intelligentemente. L’avvicinamento è da uomini duri, non molla mai e in circa 45 minuti siamo alla base delle pareti. Ci eravamo stati un po’ di anni or sono, il sentiero è molto più pulito e si sono aggiunte anche un bel po’ di vie in più. Non abbiamo la guida, ma a naso andiamo verso le placche dello scudo che, a memoria, ricordo non presentare difficoltà insormontabili. Dopo aver visto l’attacco della “Via dell’Unione” una classicissima che avevamo fatto parecchi anni or sono insieme, il sentiero lambisce alcune placche che portano all’attacco delle vie dello scudo.
Non c’è anima viva in giro (il Bracco non è un posto estivo, a meno di giornate fresche e con un bel venticello come oggi). Decidiamo di attaccare da queste placche, immagino chiodate di recente. Abbiamo scalato entrambi l’ultima volta un anno fa a Sant’Anna di Vinadio e un po’ di ruggine c’è senz’altro, per cui iniziare sul facile non è una scelta sbagliata.
Ci leghiamo e via, siamo nuovamente una cordata (l’ultima via insieme risale al pre maternità, 2007). Elisa assicura come sempre impeccabilmente, le placche corrono via veloci e giungiamo alla cengia di attacco delle vie. Ne scaliamo un paio, poste nel settore sinistro dello scudo. Come detto non abbiamo la guida, per cui andiamo un po’ a naso cercando di evitare le cose impossibili (per noi) e ne ricaviamo una decina di tiri con difficoltà dal IV al V+ (grossomodo). La ruggine si fa sentire e i V – V+ ci impegnano seriamente…, ma sempre dignitosamente, teniamo duro e rispettiamo i criteri della libera. La roccia qui è sempre splendida e la fiducia nei piedi è determinante, proprio ciò che ci manca… Comunque ce la caviamo ed entrambe le volte che arriviamo alla sommità del torrione ci godiamo il sole che ci ha scaldato la schiena durante la salita.
Assaporiamo la felicità di essere tornati a scalare insieme ed i pensieri corrono alla piccola, che a quest’ora avrà già ribaltato la casa della nonna… All’unisono immaginiamo di scalare tutti e tre insieme fra qualche anno… Vedremo, con la nostra passione per la montagna così vicina, è possibile che si dedichi alla dama…
Siamo stanchi e, dopo le doppie siamo agli zaini, felici.

Un ringraziamento va ad Elisa, che si divide in mille fra bimba, lavoro, casa, passioni etc. e riesce a fare tutte queste cose in maniera impeccabile e riesce a regalarmi giornate indimenticabili come quella vissuta lunedì;
un altro ringraziamento va a Nives, la nostra bimba, che oltre ad accompagnarci piacevolmente nelle nostre escursioni, a volte un po’ distratta (nello zainetto si addormenta di brutto), ma regalandoci la gioia di vivere, semplicemente guardandoci negli occhi.

Siamo fortunati.

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