Punta Bartivolera,una vetta all'incontrario...e un pò di "memoria"..27-giugno-2010

Data 28/06/2010 | Categoria: Escursionismo

Prima gita a piedi,dopo una bellissima stagione con gli sci,ma è come mi alzassi da tavola ancora con un po’ di appetito, ci sono ancora ghiotte al colle dell’Agnello e all’Iseran,ma come si fa fare tutto,poi è anche bello rivedere verdi praterie alberi fioriti e camminare in una vegetazione lussureggiante che dopo le abbondanti piogge è più rigogliosa che mai.
Sono con Vanni e Gianfri,come sempre mi lasciano scegliere la meta,io che sono allergico alle classiche,guardando la cartina non può passarmi inosservata,la Punta Bartivolera,già il nome in se mi ha colpito, poi non è proprio una punta,bensì un’imponete spalla con pareti a picco che si dirama dalla cima Cars. Inoltre è una “punta” che va all’”incontrario”,cioè per arrivarci si percorrono una serie di dossi che degradano fino all’ultimo sperone da dove si precipita da tutte le parti,con un panorama aereo. Un’altro punto a favore per questo intinerario è che da dove si abbandona il sentiero che va verso la Cars,non c’è più una traccia, ma un percorso a prova di machete tra rovi e erba alta,è un vero peccato che non ci vada più nessuno,questa una perla della valle Pesio.
Ma arriviamo alla gita:Già in macchina prima di arrivare al pian delle Gorre,un primo contrattempo,ci viene incontro un signore con un blocchetto in mano,per farci pagare il parcheggio. Ahimè! è un segno dei tempi si sta monetizzando tutto, ma qui siamo in un parco molto ben tenuto...paghiamo senza fiatare la gabella,certi che ne faranno buon uso...
Arriva il momento di scendere dall’auto,mi ero scordato che qui Jolie non è desiderata,ci sono cartelli da per tutto,con divieto per cani sciolti come lei ,le parlo nell’orecchio, le dico di non farsi notate almeno nel primo tratto,di essere molto discreta non abbaiare,poi quando arriveremo nel bosco... e quatti, quatti lemme, lemme in silenzio partiamo cercando di passare inosservati,cosa che inosservati non sono passati un gruppo di festaiolo che già con alcuni pintoni aperti,stanno consumando una ricca e sostanziosa prima colazione,mentre il “cuoco” del gruppo nelle vicinanze stà già preparando delle costine che rosolando a fuoco lento,emanavano un profumino,ma un profumino...il tutto alle sette del mattino. Loro sono peggio di noi! C’è una simpatica canzone,intitolata per l’appunto “pian dle Gure” dei “Tre Lilu”un gruppo folcloristico di Carrù,che descrive bene queste situazioni festaiole...
Entriamo nella pineta che sale verso il “gias dla Madona”lì non entra il sole salvo qualche raggio per sbieco che rende questo luogo ancora più fatato. Poi tra ampie radure alberi fioriti come non ho visto mai,sono stracarichi di grappoli di fiori gialli,(non so come si chiamano),ma che importa,ci si incanta ad osservarli. Siamo solo noi uomini che abbiamo l’abitudine di dare un nome alle cose,li per se nulla ha un nome,ma in natura ci sono solo sensazione che fanno distinguere una cosa piacevole da un’altra meno...
Arriviamo un pò prima del passo della Pellerina dove incomincia la spalla che porta alla Bartivolera,e tra erba alta, rovi rami nascosti,con qualche sali scendi,arriviamo “scendendo” sulla vetta.
Che spettacolo! tutto attorno un panorama a volo d’aeroplano,La vetta è sormontata da una croce,con ai suoi piedi una vecchia lapide ormai in deterioramento,mi soffermo a leggerla,essa è dedicata ai “Caduti per la Libertà”leggo i nomi,e con stupore e sorpresa c’è il nome di mio zio! Ho un sussulto,sapevo che era caduto nelle campagne attorno a Boves,e che mia madre mi diede il suo nome per serbarne il ricordo,ma oltre a questo non ne sapevo tanto di più, se non che disertò l’arruolamento per non essere mandato al macello in guerra tanto assurda quanto fanatica , ma preferì andare con i partigiani. Non so quale fu la molla per spingerlo di andare da una parte piuttosto che dall’altra. Allora c’era solo fame e miseria,sarebbe stato più facile ubbidire ed avere la pancia piena,ma preferì andare contro corrente piuttosto che lasciarsi trasportare da quel fiume in piena che tanti danni ha fatto. Una cosa ne sono certo,io avrei fatto lo stesso!.tutto "ngussà" leggo i nomi di “quella meglio gioventù”sono su una punta dimenticata,ormai come quella lapide alla memoria. Ho una brutta sensazione,che con il senno di poi, il sacrificio di questi giovani poco più che ventenni sia stato vano,tutto sia caduto nell’oblio,la storia è sempre riscritta dai vincitori....
E’ ora di scendere,pardon! di”salire”,perchè questa punta va all’incontrario! arriviamo al “pian dle Gure” dove troviamo un gran moltitudine di gente,ma a tenere alto lo scettro delle festa sono i soliti mangiatori di costine che abbiamo incontrato questa mattina,continuano a mangiare e bere,ai piedi del tavolo ci sono già alcune casse di bottiglie vuote,forse questo è anche un modo per cadere nell’oblio... e la vita continua....


data:27-giugno-2010
località di partenza:pian delle Gorre
quota di partenza:1000 mt.
quota vetta: 1958 mt.
dislivello totale:1100 mt.c.
deifficoltà:E.

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