Gran Paradiso 4061Mt 10-04-‘10

Data 12/04/2010 | Categoria: SciAlpinismo

Si era sempre parlato negli anni passati di fare questa ascesa, ma mai presa seriamente, poi la scorsa settimana arriva Marco e dice: Giorgio prenota il rifugio per fare il Granpa ci sei?
Potevo dire di no ad un invito del genere? E così gli rispondo: Sì quando si fa? E Marco: Venerdì pomeriggio andiamo al rifugio Vittorio E. II e Sabato si sale al Granpa poi scendiamo al rifugio, risaliamo per 200 Mt sotto il Ciarforon e andiamo al vallone del Grand Etret.
Detto fatto! Bhè! Non è stato proprio così semplice: venerdì pomeriggio alle 17 circa iniziamo la salita verso il rifugio, arriviamo e c’è parecchia gente la maggior parte sono stranieri, noi italiani siamo in netta minoranza, il meteo è mooolto favorevole, non fa molto freddo e non c’è una nuvola, la giornata di domani si prospetterà fantastica. Mentre si mangia si discute a che ora si deve partire il mattino seguente e si decide che la sveglia suoni alle sei. Tra un sonnetto e l’altro, passa la notte e arriva l’ora di alzarsi, solita colazione a base di pane burro e marmellata, un’ultima controllata all’attrezzatura e si parte, ah! Dimenticavo: prima Marco si fuma la sua siga…
Partiamo all’incirca verso le sette (gli orari sono approssimativi perché ho dimenticato l’orologio). Come da previsioni meteo, il cielo e limpido senza una nuvola e non fa neanche tanto freddo, si vede il serpentone di gente che sale, mamma mia quanti siamo! E così un passo dopo l’altro arriviamo alla cosi detta schiena d’asino, dove c’è gente che toglie gli sci e mette i ramponi per affrontare il ripido tratto, l’ultimo traverso è alquanto insidioso ed esposto, abbiamo visto il gruppetto di quattro persone che ci precedeva andare in crisi e il gruppo subito dietro mettere i ramponi. Noi che si fa? Mettiamo i ramponi? Certo che la posizione in cui siamo non è delle più felici, Marco si sposta su delle rocciette affioranti e mettere i ramponi, io sono in una posizione dove c’è un gruppetto di tedeschi davanti fermo e dietro Giorgio, ho deciso tolgo lo zaino prendo la picca l’assicuro all’imbraga e vado, i rampat lavorano bene probabilmente quelli di prima non li avevano (PAZZI!) così mi giro e dico agl’altri che aspettavano di vedere come andavo: sia và bene è OK! E tutti riprendono la marcia, superata la schiena d’asino ci fermiamo a rifiatare. E con sorpresa si alza un vento freddo a raffiche anche forti in alcuni momenti e così indossiamo il giubbotto, la salita inizia ad essere pesante non quanto in difficoltà ma l’altezza inizia a farsi sentire, arrivati a circa duecento metri dalla vetta c’è l’ultima impennata del percorso dove la maggior parte lascia sci e zaino, anche perché lì la neve e marmorea e visto un paio scendere con non poche difficoltà. Marco ci dice che è alla frutta e non sale, Giorgio ed io calziamo i ramponi e partiamo per l’ultimo sforzo. Lo scenario che si gode è fantastico, come documentano le poche foto “il freddo mi ha seccato le pile pur avendole ricaricate”, il via vai che c’è per raggiungere la madonnina in vetta è incredibile impieghiamo più tempo a salire gli ultimi metri che da quando abbiamo lasciato Marco, sono lì in lista d’attesa a dieci metri per la vetta, ma la ressa è veramente tanta e lo spazio angusto. Giorgio giustamente mi fa notare che sta diventando tardi, è quasi l’una, anche perché dobbiamo poi risalire verso la grand Etret, peccato! Non ho la foto abbracciato alla Madonnina, Ok! Sarà la scusa giusta per tornare un’altra volta. Scendiamo velocemente, c’è ancora parecchia gente che sale, giungiamo da Marco che è già pronto, togliamo i ramponi e calziamo gli sci, ora dovrebbe iniziare il divertimento, in parte è così perché la neve non ha mollato quasi per niente, ma tutto sommato si va bene con la giusta attenzione! Così con una curva dopo l’altra arriviamo al rifugio, lì ci fermiamo per riposarci e mangiare, recuperate le forze ci aspetta una breve risalta di poco superiore ai duecento metri verso il Ciarforon e poi con un lunghissimo traverso arriviamo sotto il colle d. grand Etret, da dove iniziamo una discesa favolosa che purtroppo ci riporterà a Pont da dove siamo partiti.
Un GRAZIE ai compagni: Marco e Giorgio (non il guru) , che mi hanno fatto vivere l’ascesa a questa grande vetta.

Quota di partenza: 1960Mt
Quota max: 4061Mt
Dislivello complessivo: 2309Mt
Difficoltà: BSA

Album foto


Notizia proveniente da ..:: LaFiocaVenMola ::..
http://www.lafiocavenmola.it

L'URL della notizia è:
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=3545