Raccolta firme

Data 01/12/2006 | Categoria: Varie

Scusate se approfitto del sito sto raccogliendo firme per conto di una mia amica Marzia Verona in difesa del pascolo vagante chi fosse favorevole puo indicarmi
Nome e Cognome eventuale ente di appartenenza – residenza – indirizzo e-mail
(anche in privato)
Grazie

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Alla c.a. del Presidente del Parco Fluviale del Po e dell’Orba, Ettore Broveglio

Per conoscenza
all’Assessore regionale all’Ambiente, parchi e aree protette, risorse idriche, acque minerali e termali, energia, Nicola De Ruggiero
all’Assessore regionale all’agricoltura, tutela della fauna e della flora, Mino Taricco
all’Assessore allo Sviluppo della montagna e delle foreste, opere pubbliche, difesa del suolo, Bruna Sibille
al Presidente del Parco Fluviale del Po torinese, Piergiorgio Bevione

Cumiana, lì 29 Novembre 2006

Egregio Presidente,

Le scrivo in merito all’articolo comparso sul numero di ottobre 2006 de “L’Informafiume. Notiziario del Parco fluviale del Po e dell’Orba” intitolato “Pecore, Parco e territorio: una convivenza sempre più difficile. Il pascolo vagante e abusivo è un grande problema nel Parco del Po. Ed è giunto ad un punto di non ritorno” a firma di Carlo Carbonero, Responsabile della Vigilanza del Parco.
www.parcodelpo-vcal.it/images/Pubblicazioni/informafiume23%20ottobre2006%20.pdf

Conosco la realtà del pascolo vagante, avendola studiata per oltre due anni nel corso di una ricerca che ha portato alla pubblicazione di “Dove vai pastore? Pascolo vagante e transumanza nelle Alpi Occidentali agli albori del XXI secolo” (Priuli&Verlucca Editori, 2006). Continuo ad occuparmi di questa tematica ed ho anche rappresentato la Comunità dei Pastori vaganti piemontesi a Terra Madre 2006.

Nell’articolo si denuncia il pascolo vagante, facendolo apparire come una delle peggiori forme di disturbo che possano interessare l’ecosistema del Parco Fluviale, sia dal punto di vista della flora che della fauna.
Ritengo non solo che ciò sia errato, ma, al contrario, reputo che vi siano numerosi aspetti positivi legati al pascolamento ovicaprino:
- aumento della biodiversità vegetale ed animale;
- pulizia delle sponde e conseguente minori rischi in caso di piene;
- contenimento delle specie infestanti non autoctone;
- miglioramento del cotico erboso;
- elevato valore paesaggistico (oltre che storico e culturale).
Inoltre, una forma di allevamento come quella del pascolo vagante, significa utilizzo di aree marginali (zone collinari, fondovalle, bassa montagna), ove svolge anche un’importante azione di prevenzione incendi. La scomparsa di queste greggi significherebbe poi il mancato uso non solo di queste risorse, ma anche di vaste porzioni di pascoli alpini nella stagione di alpeggio.
Si allega a questa lettera un documento più specifico, contenente un riassunto sui benefici del pascolamento ovicaprino ed alcune altre osservazioni concernenti le dichiarazioni presenti nell’articolo sopra citato.

Auspico per il futuro un atteggiamento più conciliante da parte del Parco Fluviale, che dovrebbe collaborare di comune accordo con i pastori e garantire la loro presenza costante sul territorio, coordinando insieme a loro le modalità di utilizzo delle risorse foraggere presenti.

Marzia Verona – Via Provinciale 57 – 10040 Cumiana (TO) – dott. in Scienze Forestali ed Ambientali e scrittrice – mail@marziamontagna.it

Firme:
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