L'irraggiungibile Roche Michel (infatti non l'abbiamo raggiunta)

Data 08/09/2009 | Categoria: Escursionismo

Oggi gita ad elevato rischio fallimento, perchè l'idea è il raggiungimento della lontana Roche Michel, una cima poco frequentata a causa del suo isolamento e della scarsa accessibilità. Per l'impresa arruolo Simone alias Boromir, in una delle sue ormai sempre più rare comparse montane.
Partiamo dall'inizio della strada per l'Alpe Tour, dove un divieto impedisce di proseguire in auto. Seguiamo la sterrata per un paio di km finchè incontriamo un cartello con indicazioni per il Baraccon des Chamois.
Qui parte una antica e bellissima strada militare, oggi poco evidente perchè invasa dall'erba, ma dall'alto è possibile notare la notevole opera.
Con pendenza moderata raggiungiamo un pianoro erboso proprio sotto la cima Baraccon des Chamois, dove pascolano centinaia di pecore e capre, purtroppo con loro anche minacciosi cani da pastore, che ci costringono a fare un giro più largo del previsto.
Raggiungiamo le due casermette poste ad un colletto panoramico, e poi riprendiamo a salire sulla traccia ben evidente, un tempo mulattiera militare, ora solo visibile a tratti.
Superata una fascia di magri pascoli, l'ambiente diventa lunare, immensi ghiaioni a perdita d'occhio, con una traccia che li attraversa. Si cammina sempre bene, solo un paio di tratti un po' scoscesi ma niente di che.
E così sbuchiamo sull'altopiano superiore, a pochi passi dal Signal du Lamet.
Continuiamo spediti, recuperiamo la traccia che risale sul versante nord la Pointe du Lamet, qui i primi problemi. Simone non sta bene (lui dice mal di montagna io dico che non beve e mangia adeguatamente per lo sforzo). inoltre il versante non esposto al sole è verglassato che sembra di camminare su una lastra di ghiaccio, ma con qualche peripezia ed equilibrismo siamo in vetta.
Fino a qui il sentiero è stato tutto sommato comodo, ma la Roche Michel è ancora lontana, e non sappiamo bene dove passare.
Intuiamo una traccia che segue la cresta verso il Rocciamelone, ma ben presto si perde: continuare in cresta senza attrezzatura non sembra fattibile e la roccia fa schifo, restare sotto sul versante del piccolo ghiacciaio sembra fattibile ma il terreno è infido e sotto c'è una bella balza. Poi vedo Simone preoccupato e sofferente, le nebbie di calore che si alzano hanno ormai coperto il panorama, così decidiamo di non cacciarci nei guai, e torniamo sui nostri passi.
Tornati sotto il Signal io mangio, Simone invece si corica e riposa (a dimostrazione che il suo non è mal di montagna, ma al massimo stanchezza).
Mentre lui dorme io pranzo e poi esploro l'altopiano, purtroppo le foschie limitano la visibilità. Da segnalare il laghetto a circa 3400 metri, seppure piccolo ed effimero credo sia il più alto delle Alpi Piemontesi (fino a prova contraria).
Verso le 14 sveglio Simone, che nel frattempo è rinato, e iniziamo la discesa, divertente perchè ci si può lasciar scivolare tra i fini detriti.
Cerchiamo un percorso alternativo alla discesa, più breve e diretto; saliamo il torrione della Baraccon des Chamois, zona con numerosi resti militari, da dove intravediamo una traccia con qualche ometto che scende in direzione della nostra auto.
Doveva essere un antico sentiero usato da pastori e militari, poco evidente con rari ometti. Si naviga a vista, cercando la traiettoria migliore su ripidi prati e ghiaioni, a picco sulla strada sottostante. E in effetti abbiamo risparmiato un bel po' di tempo, anche se scendere così verticalmente non fa bene alle ginocchia!
Tutto sommato è stata una bella gita, la zona del Moncenisio non tradisce mai, anche se il vero obiettivo non è stato raggiunto, ma ci tornerò senz'altro, magari cercando informazioni più dettagliate.

Data: 20 agosto 2009
Quota max: 3505
Partenza da: Moncenisio sterrata Alpe Tour
Quota partenza: 2000
Dislivello: 1700 (totali)
Zona: Moncenisio Val Cenischia
Difficoltà: EE

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