Pelvo d'Elva,Chersogno,Marquisa...una bella cavalcata! 24-luglio 2009

Data 25/07/2009 | Categoria: Escursionismo

In questo periodo sono uso fare dei bei e lunghi “gitoni" che ti fanno sentire “vivo”e arrivi “morto” alla macchina. Avrei voluto salire il Matto in giornata,ma lassù è parco,quindi Jolie non può entrare,e lasciarla a casa quando capisce che sono in montagna ne fa una malattia. Allora opto per i tre classici tremila da Bellino,da me già molto conosciuti ma una volta all’anno li salgo,però questa volta tutti e tre in giornata. Per sfuggire alla canicola salgo in serata e piazzo la tenda vicino a ponte Pelvo,così al mattino dopo una sana e ristoratrice dormita al fresco il mio orologio interno mi sveglia che è ancora notte e sono pronto per la “passeggiata”.
E’ una notte senza luna, stento a trovare il sentiero(la pila è scarica)cammino tra arbusti e l’erba alta,mi pare di sentire attorno a me delle presenze negative,sono gli spiriti della notte che si insinuano subdolamente nella mia testa inculcando paure e angoscie nell’ora che precede l’alba, quando la nostra mente e ancora libera dagli affanni quotidiani. Ma a me piace quell’atmosfera cupa che sà di mistero,l’occhio si è abituato al buio l’unico chiarore arriva dalla “steila Buera” ovverosia Venere. Salendo a tentoni mi viene in mente un’aneddoto che mi ha raccontato un mio amico che ha per tema la “steila Buera”prima che me ne dimentichi vorrei aprire una parentesi per raccontalo:(Circa quarant’anni fa questo mio amico salì per la prima volta il Monviso accompagnato da suo padre,era in giorno di ferragosto,tra tante persone che arrivavano in punta, giunse un personaggio molto singolare;sembrava vestito da festa con la camicia bianca,disse di essere un “buè”,bovaro in italiano,oppure "cow bois"in americano. Ovverosia un garzone addetto alle mucche e “aggiustato” in un cascina nei pressi di Marene. Essendo il giorno di ferragosto,unico giorno di “libertà dell’anno aveva avuto la libera uscita,non prima di aver accudito le “bestie” “Quindi con una bicicletta sgangherata e poi a piedi arrivò in cima al Monviso,tra lo stupore di tutti tirò fuori da sotto la camicia “in bula” un quarto di pollo che la moglie del suo padrone impietosita li diede di nascosto,lo divorò con quattro sganasciate,poi portò alla bocca una fiaschetta di vino,e una volta dissetato disse:devo andare giù per “ciadlè le bestie”in tempo per stasera,altrimenti il mio padrone mi rimprovera,e vestito da festa come era salito con fare felino scendendo sparì. E’ una storia di povera gente, i Buè ultimo gradino della gerarchia agreste,coloro cui vedevano la “steila Buera, perchè si alzavano sempre che era ancora notte fonda. Fa riflettere che per questo anonimo personaggio salire il Viso in giornata da così lontano,anche se avesse fatto l'avvicinamento la sera prima,chapeau!a confronto del duro lavoro a tempo pieno che quotidianamente doveva eseguire era stato un giorno di divertimento e di festa e non una immane fatica. )Chiusa parentesi .Adesso ritorniamo alla mia gita. Dicevo che salivo che era ancora notte,ma verso bric Rutund i primi raggi del sole fanno sciogliere tutti i timori ,la giornata si presenta fantastica,non una nuvola e cielo terso .Raggiungere l’attacco della normale del Pelvo è stata un po’ una ricerca di una traccia nella pietraia,aggiungendo “autr fer a la cioca”, questo tratto è poco frequentato. Poi salire il Pelvo e facilitato da due corde fisse nelle canalino che precede la vetta e per l’ora della prima colazione giungo in vetta. Breve pausa poi via verso il Chersogno passando per il bivacco Bonfante. Ci arrivo in vetta per pranzo,ma anche qui una foto e via,la gita è ancora lunga. Finalmente alle tre sono sulla Marquisa,ma prima di ingurgitare qualcosa voglio scendere al colle di Vers dove stramazzo letteralmente, mi sono dimenticato che sono un over 60, ma l’entusiasmo è ancora quello di un bambino. Cerco di mandare giù qualcosa ma sono molto affaticato,ne avvantaggia Jolie. Poi lascio andare le gambe e alle sei sono alla macchina con circa 2300 mt. di dislivello nelle gambe. Non ho fatto le solite abbuffate di vetta ,come d’abitudine,altrimenti sarei ancora lassù a vagare senza meta in qualche pietraia. Penso che dopo questa cavalcata il Matto in giornata sia una passeggiata,ma resta una chimera,per via del parco,ma sto insegnando a Jolie a parlare in modo che acquisisca una qualche sembianza umana, chissa…

data: 24-luglio 2009
quota di partenza:1800
quote di vette:3064 mt. 3023mt. 3073 mt.
dislivello totale: 2300 circa
località di partenza:ponte Pelvo(sant’Anna di Bellino)
difficoltà: EEA

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