Quando la mente non c'è, le gambe non bastano, Becca di Monciair (tentativo)

Data 21/07/2009 | Categoria: Alpinismo

Ecco una dimostrazione di quanto le forma mentale sia più importante di quella fisica.
Da un po' di tempo il socio Marco mi punzecchiava sulla Becca di Monciair, montagna molto estetica, la cui via normale non è banale ma non presenta grandi difficoltà tecniche, se in condizione. E' una cima sicuramente più gettonata per la parete nord, ma noi non abbiamo di queste ambizioni.
Partiamo la sera di sabato, destinazione Pont Valsavarenche, dove arriviamo che è ormai notte. Non fa freddo e prima di dormire qualche ora bivacchiamo sulle panchine del parcheggio mangiando e bevendo in allegria.
Poi ci distendiamo nel prato con il sacco a pelo, coperti da un cielo stellato meraviglioso, peccato non potercelo godere come si dovrebbe.
Dopo poche ore di dormiveglia è ora di partire, veloci preparativi e colazione e siamo in marcia con la pila frontale. Il sentiero fino al Rifugio è noioso ma con il buio si cammina più spediti e senza troppi pensieri.
Arriviamo al rifugio che sta albeggiando, i primi raggi di sole illuminano le creste est di Ciarforon e della Becca di Monciair, che appare elegante all'orizzonte.
Molti alpinisti sono già impegnati sulle due pareti nord, ormai agli sgoccioli e vederle da lontano. Altri alpinisti invece si vedono sulla via normale della Monciair, la traccia oggi è garantita.
Lasciato alle spalle il rifugio seguiamo i tanti ometti sulla morena, tra pietraie e lingue di neve, puntando alla base della cresta NW del Ciarforon, su un colletto contraddistinto da due grossi ometti visibili da lontano.
Qui appare da vicino il percorso della salita, ed è proprio qui che iniziano a venirmi mille dubbi sul proseguire. Vedo il traverso da compiere e non mi piace, vedo le roccette prima della cresta e non mi piacciono, vedo la cresta esposta e mi piace ancora di meno, per non parlare del ripido pendio finale. Insomma vedo tutto negativo al massimo, e oggi di affrontare difficoltà proprio non sento la voglia, per cui a malincuore decido di fermarmi, nonostante le insistenze dei soci. Non è proprio giornata per me.
Così Danilo e Marco scendono sul ghiacciaio calzano i ramponi e raggiungono l'affioramento roccioso che precede il traverso, che si rivela piuttosto facile anche se da affrontare con attenzione. In poco tempo loro escono in cresta, sferzata dal vento.
Dalla mia posizione riparata ho tempo i guardarli salire (mentre altri alpinisti scendono) e di pensare sulle mie capacità, sulla mia reale voglia di compiere salite alpinistiche, sul senso del voler salire in cima ad una montagna. Tantissimi pensieri che frullano in ordine sparso, forse troppi.
Il tempo passa lentamente, mentre i soci pian piano guadagnano la cresta, riesco a seguirli passo passo. Transitano accanto al gendarme e poi affrontano un saltino un po' delicato perchè in presenza di misto. Poi finalmente affrontano il pendio finale, su nevaio sospeso, molto ripido ma a detta loro ben scalinato.
Dal mio nido perdo un po' la cognizione del tempo, scatto qualche foto, mangio e poi un pisolino, nell'attesa che loro ritornino alla base.
Al loro ritorno, come sospettavo, mi dicono che il percorso non era così difficile come mi aspettavo, ma ampiamente alla mia portata.
Il giramento di scatole all'inizio è forte, poi si attenua con la consapevolezza che la montagna non scappa, e ci saranno altre occasioni per ritentare, e magari anche fallire ma almeno dopo averci provato.
Un complimento ai soci che in poco più di 4 ore e mezza hanno raggiunto la cima in giornata da Pont.

Data: 12 luglio 2009
Quota max: 3544
Partenza da: Pont Valsavarenche
Quota partenza: 1960
Dislivello: 1584
Zona: Valsavarenche
Difficoltà: EE fino al ghiacciaio PD- fino alla cima

Album Foto


Notizia proveniente da ..:: LaFiocaVenMola ::..
http://www.lafiocavenmola.it

L'URL della notizia è:
http://www.lafiocavenmola.it/modules/news/article.php?storyid=2804